*allegato al capitolo trovate il trailer di Sold!, spero vi piaccia*
Il cuore mi batteva rapido nel petto, mentre avanzavo verso il Conte.
Solo pochi passi mi separavano dalla poltrona su cui era seduto e poi, forse, tutto questo supplizio sarebbe finito.Cosa mi prendeva? Come potevo lasciare che mi trattasse in questo modo? Sopportare l'umiliazione di essere trattata come un cagnolino?
La sua risata soffusa mi risuonava nelle orecchie, impedendomi di ragionare. Era disgustoso. Come avevo potuto elevarlo al di sopra di Colman? Credere che fosse migliore? Forse Colman, dopotutto, aveva ragione.
Io non contavo assolutamente nulla e, non appena avessi smesso di essere divertente, o affascinante, o interessante, o qualsiasi altra cosa io fossi davanti ai suoi occhi, mi avrebbe cancellata dalla sua vita per sempre. E avrei dovuto saperlo fin dall'inizio.
Ma i suoi occhi sembravano sempre dire qualcosa di diverso. Diverso da quello che mi aspettavo, da quello che era giusto, da quello che sembrava pensare o che sceglieva di dirmi. La sua voce mi prendeva in giro, mi trattava male, le sue mani prendevano possesso di parti di me che non gli avrei mai voluto donare, senza che io facessi nulla per ostacolarlo. Ma i suoi occhi, quei due smeraldi verdi, entravano dentro di me, mi spogliavano di ogni difesa, mi liberavano di ogni pensiero e mi riconsegnavano a lui. Debole, sottomessa, terrorizzata.
Non potevo continuare così. Non potevo soffrire in questo modo.
Ma cos'altro avrei potuto fare? Ero sua, mi aveva comprata. Ogni parte di me gli apparteneva, che io fossi consenziente o meno.
Non ero di certo la prima né l'ultima ad essere mercificata in questo modo, venduta ad un uomo per ripagare dei debiti. E, tutto sommato, il fatto che fossi ancora viva sembrava dirmi che non ero stata tra le più sfortunate.
Mi fermai davanti ai piedi del Conte, lasciando cadere i libri a terra e riprendendo a respirare normalmente. Era contento ora? Mi avrebbe lasciata in pace?
Trattenni il respiro, mentre le ginocchia del Conte si spostavano appena, indicandomi che si stava muovendo. Abbassai maggiormente il capo, sperando che, almeno stavolta, il pavimento si decidesse ad inghiottirmi.
Rimasi immobile, mentre le sue dita affusolate sfioravano il mio collo, solleticandomi la pelle pallida. Il Conte posò pollice ed indice sotto il mio mento, costringendomi ad alzare lentamente lo sguardo e incrociare il suo viso, le labbra strette in una smorfia di riflessione e gli occhi che squadravano i miei, risvegliando le farfalle nel mio stomaco.
Non sopportavo il modo in cui il mio corpo reagiva al suo tocco.
Come il cuore iniziava ad accelerare il suo battito nel mio petto, la bocca mi si seccava, le mani mi tremavano appena e le ginocchia sembravano non riuscire più a sorreggermi."Mi piace vederti così sottomessa" sussurrò, leccandosi appena le labbra schiuse davanti alla mia fronte.
Cercai di deglutire, mentre tutto il mio corpo era proteso verso quelle due semplici dita che univano la sua persona alla mia.Sempre che io mi potessi continuare a considerare una persona.
"Non riesco a capire come ti preferisco" continuò, indugiando con l'indice sul profilo del mio viso, "Se inginocchiata davanti a me, mentre con lo sguardo mi supplichi di risparmiarti una punizione" sospirò, circondando il mio collo con la mano e avvicinando il mio viso alle sue ginocchia, incastrando il mio corpo tra le sue gambe muscolose."O se in piedi sulle tue gambe, senza vestiti, mentre mi implori perché continui a toccarti."
Incastrò le dita sotto i miei capelli, stringendo tra le dita il bottone posteriore della mia camicia da notte.
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Sold! {daddy h.s.}
FanfictionContea di Hawkshead, 1763 "Prenderò la ragazzina" aggiunse il Conte, tutto d'un fiato. L'uomo impallidì. "Con tutto il rispetto, non posso darle mia figlia." Il Conte alzò le spalle. "Non la sto esattamente chiedendo. E non mi pare nemmeno che lei s...