Capitolo 2

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Le lezioni sono passata velocemente. Oggi non avevo nessuna lezione di pratica. Non ho capito niente in nessuna materia, non ero attenta, l'unica cosa a cui pensavo era lui. Alton. Esco da scuola e cosa vedono i miei occhi, Alton. In tutta la sua bellezza appoggiato alla sua Audi nera, tutte le ragazze dell'Accademia lo notano. Lo fissano. Lo squadrano. E le puttane se lo vogliono portare a letto come con tutti. Non so perché ma questa cosa un po' mi irrita. Io non lo conosco nemmeno non so quanti anni ha. Stamattina sono salita nella sua auto solo perché avevo fatto tardi a scuola nient'altro
Sisi come no, tu hai visto il fustone e hai accettato altro che ritardo a scuola.
Ma zitta tu che non sai niente.
Per tua informazione sono la tua coscienza e so tutto.
Shhh che mi devo nascondere sennò mi vede.
Cerco di non farmi vedere, e ci riesco. Mi mescolo con un paio di ragazzi e ragazze che vanno nella stessa direzione di casa mia e mi allontano lentamente. Però ad un certo punto sento urlare.
<<Nanerottola non nasconderti da me ti ho vista sai, muoviti vieni qui non farmi incazzare!>> eccolo la! Il suo tono è autoritario stamattina non era così. Ho quasi paura, non lo conosco, non so cosa potrebbe farmi.
<< Non urlare ci stanno guardando tutti! E non credere che verrò con te perché non ti conosco non so chi sei non ho intenzione di fare lo stesso errore di stamattina!>> ora sono io quella incazzata. In effetti ci guardavano tutti, non volevo dare spettacolo. E a quanto pare anche lui che appena finisco di parlare si guarda intorno, e sale sulla sua macchina ancora più incazzato di prima. Io continuo a camminare per la mia strada credendo di averlo scansato una volta per tutte, e invece appena giro l'angolo sento tirarmi per il polso subito mi giro e vedo che è lui che mi trascina verso la sua macchina.
<< Lasciami ma che vuoi chi sei per costringermi? Lasciami! Alton mi devi lasciare cazzo!!!>> lui non sembra volermi lasciare infatti mi porta dentro la sua macchina e chiude le sicure, si gira verso di me e mi da uno schiaffo sulla guancia. Era forte e mi ha fatto male.
<< Non provarci nemmeno più a contraddirmi. Tu non decidi un cazzo. Ora stai zitta e ferma. Ti porto a casa.>> no non posso crederci. Mi sto facendo mettere i piedi in testa da un perfetto sconosciuto, non deve essere così. Lui non può farlo .
<<Chi sei tu ! Chi sei tu per dirmi questo?!?!?!? Non puoi mettermi i piedi in testa non sei mio fratello ne tanto meno mio padre. Anzi non sei neanche un mio conoscente!!! Ora va fanculo!!!>> dopo la mia sfuriata ecco qui che arriva un altro schiaffo. Cazzo che vuole. Dopo questo però non mi sto ferma ricambio il favore. Lui mi guarda stranito, si vede nei suoi occhi che è rovente dalla rabbia, ma non fa niente non parla semplicemente sfreccia sulla sua auto verso casa.

amore malatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora