Capitolo 7

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Mi sveglio. Lo vedo, dorme ancora. Ho deciso scapperò da questa vita, non merito tutto questo, prima io avevo una vita normale e una famiglia normale. Mi alzo, preparo uno zaino, lo nascondo in una mensola in cucina, prendo un sonnifero e lo metto nella colazione di Alton. Gli porto la colazione e lo sveglio con dei baci << buongiorno piccola, quanto amore oggi>> io gli sorrido e aspetto che finisca la colazione. Vedo che sta per svenire, non so se ho esagerato con la dose e non mi interessa << sogni d'oro "amore">> prima di addormentarsi dice una frase << io ti troverò sempre puttana>> la cosa mi fa un po' rabbrividire ma non credo sia possibile. Scendo prendo lo zaino e cerco le chiavi, porco dio non le trovo da nessuna parte. Dopo un po' troppo tempo le trovo sotto alla poltrona insieme a quelle della macchina. Ad un certo punto sento un rumore << piccola, giuro che se ora vieni senza fare troppe storie non ti faccio niente>> oddio si è svegliato. Prendo entrambi i mazzi di chiave, apro la porta ed esco fuori, poi vado in macchina. Ho la patente ma non ho mai guidato dopo l'esame. Accendo il motore , esco dal giardino di casa e corro via, più lontano possibile da lì. Decido di andare da un amico dell'Accademia, forse mi aiuterà. Il viaggio è lungo ma fortunatamente riesco a restare sveglia, è ora di pranzo e ho fame. Mi fermo in un autogrill e aprendo il cruscotto vedo dei soldi, bene mangerò qualcosa almeno. Entro e noto subito che è quasi vuoto, ci sono solo degli agenti della polizia. Mi incammino per i reparti prendo patatine, cola, merendine e tutte le schifezze che vedo. L'unico problema è che andando a pagare i due agenti mi fermano. << c'è qualche problema ?>> loro mi guardano in modo severo << signorina ci deve seguire in centrale. La macchina non è sua vero ?>> beh non so cosa rispondere allora mi arrendo e li seguo. Nel frattempo sento che chiamano qualcuno che torni a riprendere l'auto di Alton. Arrivati in centrale lo vedo, è incazzato nero. Mi fa un cenno come per dire che devo stare zitta <<amore mi hai rubato la macchina ma perchè ? Credevo mi amassi ?>> i due agenti si guardano perplessi << signore forse è meglio che va a parlare di queste cose fuori con lei da solo>> lui annuisce e mi strattona fuori. La sua macchina è li, oddio ho fatto l'errore più grande della mia vita a prenderla.
Fai sempre errori lo sai, sei stupida cazzo. In che problemi mi ritrovo per colpa di questa qui.
Senti basta sei la mia voce mi dovresti supportare. Nel frattempo lui mi spinge in macchina, e prima di partire mi dice << hai fatto un grave errore piccola!>> con un tono rude, violento. Parte e poi mette la mano sulla mia coscia, e la stringe, forte, per tutto il tragitto. Arriviamo fuori una casa, devo dire che è stupenda, l'unico problema è che è l'unica casa nei dintorni. Lui esce dalla macchina, viene da me e mi prende come se fossi un sacco di patate. Non dico nemmeno una parola perchè non ne ho il coraggio. Lui entra in casa sale delle scale e mi porta in una stanza in cui al centro c'è un enorme letto e solo quello poi mi butta lì e mi dice << da qui non uscirai manco più per andare in bagno, visto che come vedrai ce l'hai in camera, questa è la tua nuova casa. Benvenuta, ti troverai bene qui, ma non stasera. Stasera ti troverai malissimo>> ecco lo sapevo, mi farà del male. Qui nessuno può sentirmi se urlo cazzo. Sale sul letto e inizia a legarmi mani e piedi agli stipiti del letto e mi prende. Mi prende così, legata e in modo rude e violento. Non si ferma, non è stanco. Io non parlo nemmeno, non urlo, da me non proviene nessun rumore. Lui si ferma, mi slega e mi dice << sai la mia fantasia più grande è sempre stata di farlo sul davanzale di una finestra>> io spalanco gli occhi, già so dove vuole andare a parare. Mi prende in braccio e mi fa sedere sul davanzale dell'enorme finestra che c'è nella stanza qui a fianco. Siamo molto in alto. Lui mi spinge ancora più fuori, fino a farmi trovare con il sedere un centimetro fuori il davanzale. Io mi pietrifico e lui mi prende così. Sempre più rude. Fra me e me spero finisca presto. Davvero presto. Dopo un po' viene, viene dentro di me. Mi prende e mi porta in camera, mi stende sul letto e si mette poi vicino a me. Io mi addormento di sasso. Voglio scomparire.

amore malatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora