Finalmente ho raggiunto Wickburg, nel pomeriggio tardi. Ho fatto quasi tutta la strada a piedi stanca di valutare macchine o guidatori. Non avevo nessuna voglia di nuove avventure.
Alla fine si è fermata una macchina.
L'ho guardata con sospetto, ma poi ho visto l'adesivo degli handicappati. Una donna con i capelli grigi ha aperto lo sportello e mi ha chiesto se volevo uno strappo. Ho dato un'occhiata dentro la macchina e ho visto il guidatore, anche lui con i capelli grigi, sembrava allegro.
- Hai un'aria allucinata - disse la donna. - Come se avessi bisogno di sederti e riposarti un po'...
Forse voleva dire che avevo l'aria stanca. Il che era vero: ero stanca, accaldata e sudata.
L'uomo ha acceso la radio mentre riprendevamo il viaggio. Era musica country, ho cercato di ignorarla e di farmi venire in mente quella di Throb, con le sue parole tenebrose.
Quasi subito sono piombata in un sonno profondo come un pozzo.Mi hanno lasciata tra la Main e la Madison, nel centro di Wickburg, a tre isolati dal ConCenter. Mi sentivo a disagio perché avevo dormito per quasi tutto il tragitto, e non avevamo praticamente parlato.
- Gazie - gli ho gridato dietro mentre si allontanavano. Non credo mi abbiano sentita.Sto ferma nel vicolo tra il Marriott e gli uffici della Brice, guardando un'entrata sulla parete del Marriott che però non sembra un'entrata. Infatti è un'uscita segreta usata dalle superstar per sfuggire alla folla radunata davanti all'albergo e raggiungere il ConCenter che sta a un isolato di distanza.
La zona intorno al Marriott è piena zeppa di fan, oltre che di polizia, e io mi trovo in un posticino tranquillo nel vicolo, vicino ai cassonetti dell'immondizia. Continuo a fissare la porta segreta.
Improvvisamente esce lui: Throb. Lo accompagnano quattro o cinque persone, forse guardie del corpo.
Ha un aspetto pazzesco, colpi di sole ai capelli e calzoni troppo grandi, niente maglietta, bretelle Day-Glo verdi, più una novità: orecchini che gli pendono dai capezzoli. Sbadiglia, gli vedo il buco in bocca e parto all'attacco, divorando i pochi metri che ci separano alla velocità di una palla da bowling. Ho dribblato tutte le guardie del corpo e sto proprio davanti a lui, che sgrana gli occhi, incredulo. Mi mordono fino all'osso, quegli occhi. Le guardie del corpo si stanno ancora riprendendo dal mio attacco a sorpresa, mentre so esattamente cosa devo fare.
Devo baciarlo e piantarla con questa fissa. Allungo le mani, gli prendo la testa e gli pianto un bacio mostruoso nella bocca: sento nel suo respiro il sapore di whisky e qualcos'altro. E ora le guardie del corpo mi tirano via e urlano, ma Throb è rimasto di sasso, come ipnotizzato. Mi libero dalle mani che mi afferrano e corro, quasi inciampo, sputando per cancellare quel sapore. Alla fine del vicolo mi butto tra la gente che ha individuato Throb e si precipita avanti. Mi perdo nella folla che spinge e ondeggia. La fissa è passata e posso riprendere la mia vita, qualunque sia.Ora devo pensare a cosa fare e dove dormire stasera, mi infilo dentro il Wickburg Diner, tutto acciaio e vetro, che sembra un vagone ristorante: un posto dove andavo con mia madre quando vivevamo a Wickburg.
Ordino caffè e hamburger e mi siedo a un tavolo; il rivestimento di plastica della sedia mi rinfresca la schiena, e l'aria condizionata è bella gelida.
Un televisore pende dal soffitto e io cerco di ignorare le voci e le immagini mentre aspetto di mangiare.
A dire il vero non ho fame, devo solo nutrirmi.
Due ragazze stanno sedute al tavolo vicino, ridacchiano e poi si sussurrano qualcosa. Sono come le ragazze che ho visto girare per le strade, con le borsette di plastica da due soldi e un'aria triste, anche se ridono e hanno un chilo di trucco in faccia. Quella che mi sta davanti ha gli occhi scuri, l'altra è bionda.
Guardo verso il televisore ma vedo solo immagini e sento solo suoni. Cancello tutto il resto. Sono brava a cancellare le cose che non mi vanno, come quando resto sveglia di notte, Gary e mia madre sono nella camera accanto, e allontano e pensieri e le orecchie da quello che stanno facendo.
La televisione si intromette, sullo schermo c'è una faccia che attira la mia attenzione. Conosco quella faccia. Una voce fuori campo mi raggiunge: - ...verrà liberata venerdì. Lo stato non può trattenerla più a lungo e dunque un'assassina vivrà tra noi...
Si vede il cancello di una prigione, davanti c'è una gran folla e una tizia emerge da una volante della polizia per essere portata i fretta e furia in tribunale. La tizia si volta verso la telecamera. Vedo i suoi occhi, sono occhi che ricordo, e il modo in cui le sue labbra si increspano in un sorriso diverso da tutti gli altri. La voce del giornalista continua: - ...mostrata mentre arriva al tribunale della contea di Polk per l'udienza finale... è rimasta in silenzio per tutto il periodo della detenzione, dopo che il tribunale minorile l'ha giudicata colpevole di due omicidi...
- Non mi dispiacerebbe essere in cella con lei - dice la bionda al tavolo accanto.
- Ma è un'assassina - fa la ragazza con gli occhi scuri.
- In qualche modo bisogna pur morire - risponde la prima.
Ora la sua faccia è di nuovo sullo schermo, in primo piano, gli occhi che guardano la telecamera come se non vedessero niente e nessuno, e poi si aprono in un sorprendente sorriso. Sì, mi ricordo quel sorriso di tanto tempo prima, quando io e mia madre vivevamo qui a Wickburg... come mi guardavano quegli occhi, e anche il tono della sua voce.
Sento un mugolio e so che sono stata io a farlo perché ho una nuova fissa, una fissa per lei.
Così presto, troppo presto dopo Throb, ma non posso farci niente.
La voce della TV continua: - Lauren Jauregui non ha rivelato i suoi piani futuri, ma fonti indiscrete dicono che rimarrà dalla zia a Wickburg, Massachusetts, e già i vicini protestano perché un'assassina verrà a vivere nel loro quartiere...
Ora si vedono una strada, case con le staccionate di legno, alberi ai latti dei marciapiedi, e una piccola folla con dei cartelli, anche se la telecamera va troppo veloce per leggere le scritte.
Basta, chiudo gli occhi e le orecchie alle voci a alle immagini della TV. Ma la sua faccia riemerge dal buio, dietro i miei occhi.
Va bene, ho un'altra fissa e non posso farci niente, so che devo trovare Lauren Jauregui.
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Tenerezza
FanfictionCamila, diciassette anni, cambia continuamente casa e città insieme a una madre sbandata, e ogni tanto, quando la vita diventa insopportabile, fugge per obbedire a una della sue stravaganti "fisse". Lauren Jauregui, invece, ha trascorso in prigione...