introduzione

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"Santarellina ti aspettano!"La strozzo!"Sai Diana, preferisco fare la santarellina, piuttosto che andare con tutti gli uomini che incontri come fai tu!"Ma lei in tutta risposta, sorride compiaciuta e ritorna nella sala sculettando come la cagna che è

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"Santarellina ti aspettano!"
La strozzo!
"Sai Diana, preferisco fare la santarellina, piuttosto che andare con tutti gli uomini che incontri come fai tu!"
Ma lei in tutta risposta, sorride compiaciuta e ritorna nella sala sculettando come la cagna che è.
Sbuffo uscendo dal camerino per ritornare al mio inferno personale.
Il locale è pieno come al solito,le ragazze si esibiscono con le luci soffuse, mentre quei porci luridi gli sbavano addosso.
"Dolcezza, porta questa ordinazione al tavolo in fondo" Andreea mi sorride dolcemente porgendomi il vassoio colmo di drink.

Andreea è una ragazza rumena, ha una dolcezza infinita, sin dal primo giorno è stata gentile e premurosa nei miei confronti. Inutile dire che gli uomini la guardano rapiti. Ha un corpo da urlo, lunghi capelli neri e un paio di occhi che ti incantano.
Senza di lei, avrei già mollato questo lavoro, a costo di dormire per strada.

"Buona sera" dico educatamente porgendo i drink a tre uomini di mezza età.
"Questi sono per te dolcezza"
Dice quello seduto alla mia destra, infilando una banconota nella scollatura.
Al contatto con la sua mano grassa e ruvida mi viene la nausea.
Fa bene attenzione a infilare la banconota nel reggiseno toccandomi più del dovuto.

Stringo i pugni e fingo un sorriso, mentre l'unica cosa che vorrei fare è spaccargli il bicchiere in faccia.
Passo la notte, tra porci e ubriachi.
Alcuni puzzano così tanto quando parlano che a momenti gli vomitavo addosso.
Ormai siamo quasi alla fine, ma manca l'esibizione della principessa sul pisello.

Le luci si abbassano ulteriormente, e la sala cala il silenzio assoluto.
Diana fa la sua apparizione sulle note di una canzone lenta e pallosa, proprio come lei.
"Pensi che finirà a fare la prostituta?"
Chiede Andreea, masticando un cannuccia e guardando nauseata Diana che muove il sedere cercando di essere sexy.

Mi giro guardando Andreea con le sopracciglia alzate e lei scoppia a ridere.
"Giusto, lo è già"
Ritorno a guardare quella che dovrebbe essere un esibizione. Diana è accovacciata alla fine del palco, e tira un uomo grasso per la cravatta.
L'uomo le tocca il sedere facendola perdere l'equilibrio e  cadere fuori dal palco.

Alcuni uomini la rialzano subito, mentre io e Andreea ridiamo a crepapelle.
Lei si accascia dietro al bancone per non farsi vedere.
Io me ne frego e rido nel modo più sguaiato possibile facendo diventare Diana rossa paonazza.

"Almeno è stato uno spettacolo da urlo" ridacchia Andreea.
Le do una leggera spallata facendole sporcare la faccia di cioccolato del cornetto che sta divorando.
"Hey!"
Rido divertita, lasciando che il freddo dell'alba, spazzi via la puzza del fumo e del alcol che mi accompagna quando finisco il turno.

"Eravamo amiche"
Bisbiglia Andreea, ha uno sguardo vuoto e triste.
"Chi?" Le chiedo non capendo.
"Io e Diana eravamo amiche"
Credo di aver capito male, mi giro per guardarla, ma la sua espressione mi conferma, quello che ho appena sentito.
Mi fermo di botto e senza preavviso, Andreea non fa in tempo a fermarsi e mi viene addosso.

Scivoliamo entrambe sulla neve fresca, e cadiamo rovinosamente sul marciapiede umido.
"Ah! Porca miseria, perché ti sei fermata così" tuona massaggiandosi il sedere.
"Accidenti" scusa.
"Johanna! Ma tu non dici mai parolacce? Sembri la madonna scesa in terra!"
Mi rialzo piano senza rispondere e mi in cammino verso casa.

"Joh! Ma che ti prende? Stavo scherzando dai"
Andreea mi raggiunge, e inizia a dammi piccole spallate.
"Sono solo stanca scusami, e poi sapere che eri amica di quella non è mica un colpo facile" le rispondo sorridendo.

Saluto Andreea che deve prendere una strada diversa e in pochi minuti arrivo al mio appartamento.
Che poi appartamento è una gran parola. Vivo in una stanza, è minuscola ho un letto una piccola cucina e il frigo.
Un bagno talmente piccolo che quando faccio la doccia devo stare attenta a non sbattere contro il lavandino.

Sospirò e mi lascio cadere sul letto.
E pensare che ho lasciato una reggia per stare qui.
Ma non importa, ho dovuto farlo.
Non potevo più restare in quella casa, non dopo quello che ho scoperto.

Salve lettori.
Questa è una piccola introduzione a breve ci sarà il primo capitolo.
Anche se si tratta del sequel di inganno letale, la storia può essere letta anche senza conoscere la precedente.
Per i lettori che già mi conoscono e anche chi non conosce la mia storia,  chiedo un parere su questo piccolo pezzo.
Un bacio a tutti e grazie per il vostro tempo. Kiss kiss.

una verità rischiosa (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora