capitolo trentasette

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"Dico solamente che non è normale il modo in cui sei sparita ieri!" André si alza e va' in salotto arrabbiato

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"Dico solamente che non è normale il modo in cui sei sparita ieri!" André si alza e va' in salotto arrabbiato.
Ieri sono tornata a casa a piedi, dopo il mio pianto isterico nella neve ho deciso di tornare sola a casa.

"Accidenti" mi porto il fazzoletto al naso mentre starnutisco, solo questo ci mancava!
Vado in salotto dove André guarda la televisione scocciato, mi siedo al suo fianco e gli bacio la guancia.
"Amore, scusami. Ultimamente sono troppo stressata e ho un ritardo" gli confesso facendolo girare di scatto.

I suoi bellissimi occhi nocciola si illuminano e mi prende il volto tra le mani per baciarmi con passione.
In pochi secondi siamo avvinghiati l'uno all'altra e facciamo volare i vestiti per la stanza.
"Così mi fai il solletico" rido osservando la sua lingua contornare il mio ombelico.

Mi bacia il ventre e toglie gli slip senza staccare gli occhi dalla mia intimità.
"Avevi un ritardo" sussurra sconsolato alzandosi, mi guardo con il viso rosso dalla vergogna e corro in bagno ed entro nella doccia.
Dopo quasi due settimane proprio ora mi doveva venire! Non stiamo  provando ad avere un figlio me neanche lo evitiamo più di tanto, è raro che André venga senza uscire, ma a volte dice che vuole una famiglia e allora ci amiamo fino alla fine senza staccarci.

"Scusa se ho reagito così" sussurra baciandomi il collo,l'acqua scende sui nostri corpi e le sue mani che stringono i miei seni mi fanno impazzire.
Appoggio le mani contro le mattonelle mentre si spinge dentro da dietro, ansimo sotto ai suoi colpi che mandano in paradiso.
"Sei bellissima" dice per poi mordermi una spalla.
"Mh, amore non fermarti" sono al limite e veniamo assieme, stanca mi giro e gli bacio il mento.
"Credo che andrò a letto" prendo un po' di bagnoschiuma e inizio a passarlo sul suo petto.

Il telefono prende a squillare e André esce dalla doccia imprecando, va' in salotto senza mettere nulla addosso lasciando impronte bagnate lungo il tragitto.
"Ti tocca pure pulire a terra ora" sospiro insaponandomi.
"Cosa? Arriviamo subito" sento urlare e mi precipito fuori dalla doccia per vestirmi.
"Che succede?"
"Jennifer si è sentita male, è in ospedale" dice entrando in bagno per rivestirsi.
"Una si è presentata a casa con una bambina dicendo che è figlia di Maicol e Jennifer è svenuta" spiega mentre ci vestiamo.

In meno di venti minuti entriamo in ospedale, ormai stiamo diventando visitatori fissi, André si ferma a parlare con Lukas e Isabella mentre io corro nella stanza di Jennifer.

La sento urlare contro Maicol e cacciarlo via, poi si porta le mani sotto la pancia e strilla.
"Maicol chiama un dottore" mi avvicino a lei e le prendo le mani e cerco di calmarla, si sono rotte le acque ma le esce anche del sangue, la seguo mentre i medici la portano nella sala operatoria.

Jennifer piange spaventata, stringe la mia mano come se potessi darle la forza necessaria.
"Hey, Jennifer guardami" le dico accarezzandole il viso.
"Ricordi cosa mi hai detto il giorno che ci siamo conosciute"
Le chiedo e lei annuisce.
"Andrà tutto bene" sussurriamo insieme con le fronti attaccate.

una verità rischiosa (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora