capitolo due

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"Johanna, porta queste fotocopie al signorino Evans!" "Subito Rebecca!"Cammino lungo il corridoio, incontrando persone che mi osservano curiose

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"Johanna, porta queste fotocopie al signorino Evans!"
"Subito Rebecca!"
Cammino lungo il corridoio, incontrando persone che mi osservano curiose.
"Toc toc"
"Avanti" entro in un ufficio molto grande, e arredato di buon gusto.
"Mi scusi, ma Rebecca mi ha detto di darle queste" dico porgendo i fogli e attirando l'attenzione del signor Evans.
Due occhi color miele mi scrutano attentamente, ha un leggero strato di barba e i capelli castani sono pettinati all'indietro in un voluminoso ciuffo.
"Lei è?"
"Prince, Johanna Prince. Sarò la nuova segretaria di Jennifer"
"Hai molta confidenza con la signora Rudolf, per chiamarla col nome"
Sputa acido, lasciandomi perplessa.
"Veramente, la conosco da poco, e mi scuso signor Evans, ma sono nuova in questo ambiente, starò attenta a non commettere più un simile errore!"
-idiota riccone del cavolo- avrei voluto aggiungere.

"Prince, nel mio ufficio" Jennifer mi chiama vedendomi passare e entra in ufficio.
Indossa una giacca e gonna, i tacchi alti la slanciano e gli occhiali da lettura la fanno sembrare anche più bella e terrificante del solito.
"Mi dica signora Rudolf"
Jennifer mi guarda sorpresa, per poi fare un breve sorriso.
"Non c'è bisogno di essere così formali" dice in tono scherzoso.
"Preferisco mantenere un comportamento professionale"
"Bene, allora dopo leggi e firma il contratto che ti ho fatto preparare!"
Risponde secca, senza neanche guardarmi.
"Va bene, quindi posso andare?"
"Vorrei un caffè, dietro a quella porta c'è un piccolo cucinino, fai un paio di caffè, li berremo mantenendo un tono professionale" mi deride indicandomi una porta.

Entro nella piccola stanza, imbarazzata per l'accaduto inizio a preparare il caffè, dalla porta socchiusa inizio a sentire un piccolo battibecco.
"Se scopro che hai portato una poco di buono nella mia azienda te la faccio pagare" urla Evans, ignaro che io stia ascoltato.
"Da quando Maicol è partito, stai divertendo ogni giorno più fastidioso"
Risponde secca Jennifer.
Non posso vederli, ma li ascolto attentamente.
"Non voglio quella gentaglia nella mia azienda!"
"Hai visto Johanna?"
"Certo, altrimenti pensi che avrei parlato per niente!"
"Pensi veramente che quella ragazza faccia parte di quel modo? Avanti André sei abbastanza intelligente da capire che non c'entra niente"
Sento un lungo sospiro da parte di Evans, poi prosegue con un tono più calmo.
"Ti prego Jennifer, esci da quel mondo. Maicol è partito perché non riusciva a pensarti con quella gente, e poi avanti quel coso con cui te la fai.
Per l'amor di dio, torna in te!"
"Maicol ha deciso di andare via, perché evidentemente non sono così importante per lui! È solo un codardo, ha preferito andare all'estero, al posto di rimanere accanto a voi! Ti ricordo che ha lasciato anche te e sua sorella!.
Per la mia vita privata, non devo spiegazioni a nessuno tanto meno a te"

"Lui tornerà, e sapere che dopo appena un anno che sei vedova già ti consoli con quello gli farà capire solamente che alla fine sei una qualunque!" Rimango impietrita per queste parole dette con tanta cattiveria.
Il suono di uno schiaffo risuona con uno strano eco nella stanza.
Dopo una risata cattiva Evans esce dall'ufficio sbattendo la porta.

L'odore del caffè mi fa ricordare cosa stavo facendo, esco con le tazze e un misto di vergogna e imbarazzo mi invade. Jennifer è girata di spalle e guarda la città attraverso la grande vetrata.
"È solo amareggiato, lui non c'è l'ha con te. È un bravo ragazzo André, abbi pazienza con lui" è tutto quello che mi dice.

"Non volevo ascoltare mi dispiace"
Jennifer si gira e mi sorride tranquilla.
"Ti ho preso un' appartamento, che ne pensi se durante la pausa pranzo andiamo a vederlo?"
"Perché lo fai?" Le chiedo, sapendo che probabilmente mi darà la stessa risposta di sempre.
"Al locale ho visto una ragazza smarrita, e mi sono rivista nei tuoi occhi. Non so esattamente cosa ti sia capitato nella vita. Ma se posso aiutare in qualche modo lo voglio fare, purtroppo le mie scelte hanno conseguenze su molte vite. Ho bisogno di credere che posso ancora fare bene, altrimenti mi rimane solo il dolore che causo e che mi faccio. Perciò ti prego Johanna, non rifiutare le mie attenzioni ne ho bisogno"

Le parole di Jennifer risuonano ancora nella mia testa, sembrava così addolorata, cosa mai avrà fatto?
E perché questo Maicol è andato via da lei.
La guardo parlare nella sala riunione con vari pezzi grossi della società.
Si muove sinuosa e parla tranquilla, tutti in quella stanza ne sono rapiti, la sua sicurezza, la sua bellezza hanno il potere di ammaliare chiunque le stia accanto.

Ma i suoi occhi, sono tristi e spenti, anche con Vincent, ha sempre un atteggiamento distaccato quasi come se stesse recitando un copione.
Una mano entra nella mia visuale con un bicchiere di caffè.
"Le porgo le mie scuse per questa mattina, sa a volte gli affari andati a male mi innervosiscono"
André mi porge il bicchiere con un sorriso e fa segno di accettarlo.
"La ringrazio" prendo il bicchiere con le mani tremanti, e sono sicura di essere rossa per l'imbarazzo.
È pensare che lavoravo in un night club, anche se lì diventavo rossa per il disgusto o la rabbia, oppure per le risate della mia dolce Andreea.
Lascio andare un sospiro malinconico mentre André si siede alla mia scrivania.
"Và tutto bene?" Chiede guardandomi curioso.
Quasi mi perdo dentro i suoi occhi, hanno dei riflessi ambrati.
"Si, sono solo stanca"
"È il primo giorno di lavoro in questo abbiente?"
"Si, ma le assicuro che sarò in grado di svolgere un ottimo lavoro signore. Ho studiato nelle migliori scuole inglesi e conosco bene il francese, il tedesco, l'italiano e anche un po' di Rumeno."
Dico tutto d'un fiato.
"Non lo metto in dubbio" dice con una leggera risata per il mio fare impacciato.
"Il Rumeno hai detto? Conosco poche persone che studiano questa lingua interessante"
"Veramente la mia migliore amica è rumena e ho dovuto impare per forza qualche frase, così almeno so se mi prende in giro." Dico ridendo ripensando a tutte le volte che la mia Andreea mi diceva qualcosa in rumeno per non farsi capire da chi ci circondava.
"Beh complimenti, non è facile trovare una segretaria così istruita"
Dice alzandosi, mi fa un leggero occhiolino per poi sparire lungo il corridoio, lasciandomi con la faccia in fiamme a fissare il vuoto come un ebete.

"Bella addormentata, che ne dici di andare a vedere la tua nuova dimora?"
"Mh, si" rispondo senza sapere cosa mi hanno detto, una valanga di pensieri mi invadono il cervello, Williams, il matrimonio, la chiesa addobbata. Il vestito ridotto a brandelli e lei, la donna che mi ha rovinato la vita, colei che doveva pensare al mio bene.
"Johanna, ehy ma mi ascolti"
La mano di Jennifer mi sventola davanti facendomi riprendere da quei pensieri tormentati.
"Stai bene?" Chiede preoccupata.
"Sei pallida, ti senti male?"
"No tranquilla, ero solo sopra pensiero, scusami"
"Ora che vedrai la casa starai meglio"
Esclama contenta per poi invitarmi a seguirla.

L'autista ci accompagna in un palazzo poco distante dal centro, entra con la macchina in un garage che scopro essere il mio.
"Tranquilla non ti prenderò una macchina, ma te ne darò una dell'azienda se la vorrai" esclama lei soddisfatta.
Un ascensore ci porta dal garage dirette nella casa.
"Jennifer ma è troppo, anche l'ascensore privato no dai" esclamo imbarazzata, non amo il lusso!

"Wow" esclamo entrando nella casa.
Un piccolo salotto accogliente con un camino invade la mia visuale, non è lussuoso ne in qualche modo ostenta vanità. È piccolo e arredato con comode poltrone e un divano.
Tutto in avorio e colori vivaci, come il bellissimo tappeto marrone con rifiniture oro.
La camera da letto non è da meno, un grande letto e mobili in arte povera, i mobili sono marroni e molto belli.
La cucina non è grandissima ma è splendida, in legno di ciliegia con penisola, una stanza degli ospiti arredata in modo confortevole con semplici mobili e un bagno con idromassaggio e mattonelle color acqua marina.

"Allora ti piace?" Chiede Jennifer.
"Dio è stupenda, confortevole e per niente lussuosa. È proprio quello che mi piace" esclamo contenta.
"Bene mi fa piacere, ho notato che ami la semplicità, e che sei molto riservata. Quindi non potevo non prenderti un artico, da qui potrai avere una vista panoramica sulla città senza avere nessun occhio addosso."

Buona sera lettori, allora cosa ne pensate? Chi di voi ha letto inganno letale pensa che questo capitolo rispecchia il carattere dei personaggi???
Spero che nonostante tutto vi sia piaciuto. A presto kiss❤❤❤❤

una verità rischiosa (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora