Capitolo uno.

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*un anno prima*

Era una bellissima giornata quando la sveglia decise di interrompere il mio sonno.

Sembravano essere solo pochi secondi, in realtà erano state otto ore profonde,  decisi di prendere coraggio e di scoprirmi dal caldo delle coperte, per catapultarmi in un altro lunedì gelido.

Scostai le tende ed aprii le persiane per far entrare la luce in camera.
Legai i capelli in una coda lente e mi avviai verso il bagno, dove feci la pipì e mi lavai il viso.
Nel fra tempo, come ogni giorno, mi arrivò il buongiorno da parte del mio ragazzo, dove imprecava contro il lunedì mattina.

Gabriele era il mio fidanzato, biondo e occhi marroni, il mio prototipo di ragazzo.

Scesi le scale,dove trovai mio fratello Davide che urlava come un pazzo contro i miei genitori.

"Che cazzo urli scemo?" domandai con voce scocciata.

"Non voglio andare a scuola stamani e loro mi vogliono mandare lo stesso." rispose imbronciato.

"Fai forca." ribattei con tono ovvio e scontato.

"Non mettere strane idee in testa a tuo fratello, è ancora troppo piccolo." intervenne mia madre dalla cucina.

"Blah,blah, come sei mamma. Quanti anni hai Davide?"

"Sei seria Silvia? Non sai quanti anni ho?" domandò perplesso mio fratello.

"Ok! Basta non parlo più!"
Andai in cucina dove trovai mio padre e mio fratello Alessio divorare la colazione, perché in ritardo.

-Tra venti minuti sono sotto casa tua.

- Va bene Francesco.

- Puntuale, mi raccomando.

Puntuale? Ok. Quella mattina ero tutto fuorché puntuale. Erano già passati cinque minuti da quando avevo iniziato a far colazione e ancora non avevo finito la prima fetta di pane tostato, perché troppo impegnata a urlare con la mia famiglia.

Mi velocizzai e tornai in bagno per lavarmi e vestirmi.

Francesco era il mio migliore amico, cresciuti insieme nello stesso quartiere,lui all'inizio della via ed io nella parte finale. Fortuna ha voluto che andassimo a giocare, da bambini, nello stesso giardino, situato nella zona nuova del nostro paesino.
All'inizio non ci sopportavamo,ma il primo giorno delle elementari, le nostre maestre decisero di metterci accanto di banco, infondo alla classe, perché più alti tra i nostri compagni.
Moro e con gli occhi verdi, un bellissimo ragazzo, che non aveva mai avuto una relazione. La cosa mi ha sempre destabilizzata, non riuscendo a capire il perché di nessuna ragazza, fin quando un giorno si aprì un portone davanti a me: a lui non interessavano affatto le ragazze, ma i ragazzi.

"Eccomi." dissi mentre aprivo la portiera.

"Buongiorno!" - " Certo che hai delle belle occhiaie stamani mattina."

" Grazie, ti voglio bene anche io!"
Io e Francesco non andavamo nello stesso istituto, ma erano uno di fronte l'altro. Frequentavo una scuola di moda e lui il liceo scientifico, eravamo al penultimo anno entrambi.

Suonò la campanella ed entrai subito dopo averlo salutato, augurandogli una buona mattinata.

La mia classe era formata da due sezioni, la quarta CD e la quarta DE, perché il mio istituto era piccolo e le aule a disposizioni erano poche, visto che vi erano molti laboratori. Eravamo in 24, di cui 11 femmine e 13 maschi, noi eravamo del corso di moda e i ragazzi elettromeccanica. In classe avevo fatto amicizia un po' con tutti, ma soprattutto con Alice,Elisabetta e Majid, un ragazzo d origini africane.

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