Capitolo sedici.

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'Amore mi passi il telecomando?'
'Ti va di uscire?'
'Si,certo. Divertente, adesso passami il telecomando.'
'È da tanto che non si fa qualcosa di diverso!'
'No,amore,no.'
'Mmh..'
'È inutile che ci pensi,non andremo da nessuna parte.'

Illuminazione. Si ebbi un'illuminazione,ma prima avrei dovuto aver l'approvazione dei genitori di Gabriele o meglio dea madre, l'unica presente in casa, perciò andai in cucina dove ero sicura di trovarla.
Dopo una discussione di dieci minuti sui i pro e i contro, dopo varie ricerche su internet e dopo aver chiamato il dottore che seguiva il caso di Gabriel ottenni il 'si' che tanto desideravo.

Tornata in camera da letto, mi lanciai vicino a lui, atterrando su una soffice coperta bianca.

'Ho l'approvazione di tutti e quando dico tutti, intendo dire tutti.'

'Non farò niente oggi.'

'Vedremo. Lo sai le sfide mi piacciono.'

La mattinata passò tranquilla tra una risata e un' altra. Sua madre ci chiamò per pranzare e mentre consumavano il pasto, da sotto il tavolo mi allungò un postit con su scritto tutti i neri da chiamare in caso di problema.  Per la mia gita fuori porta chiamai mio fratello Alessio e la sua ragazza Sara. Volevo fare un'uscita a quattro, ma li chiamai anche perché erano gli unici che potessero guidare una macchina.
Al termine Gabriele andò in bagno a lavarsi e io ne approfitti per chiamare mio fratello. Mi disse subito di sì e dall'altra parte del cellulare sentì la voce di Sara entusiasta all'idea di andare in quel luogo. Fissai con loro alle tre in modo tale da poter arrivare lì per le sei.

Sistemai le ultime cose e preparai lo zaino di Gabriele con il permesso di sua madre che mi diede una mano a trovare le cose che mi sarebbero servite nell'armadio.

'Questo è il suo preferito!'
'Già, ricordo quello giallo fluo.' dissi trattenendo una risata per non farmi sentire da lui, che si trovava nel bagno accanto alla sua camera.
Sua madre era tenera e simpatica, dal primo momento in cui mi presentò alla sua famiglia me ne innamorai. Mi ha sempre trattato come se fossi sua figlia.

Quel giorno ne ebbi la riprova.

'Mamma!'
'Dimmi!'
'Dov'è il mio accappatoio?'
'Secondo te?'
'Forse è appeso vicino alla doccia, te che dici?'
'...'
'Uomini Silvia, uomini. Loro forse credono di essere più bravi a guidare,ma per tutto il resto, mi dispiace,ma sono delle frane.' mi disse ridendo.

Entrò in camera avvolto dal suo accappatoio blu e si sedette sul bordo del letto, facendo cenno a sua madre di uscire, la quale spostò velocemente lo zaino fuori dalla porta senza far capire nulla.

'Che stavate facendo entrambe in camera mia?'
'Nulla amore'
'Oioi..'
'Cosa?'
'Quando voi donne dite 'nulla' in realtà dietro si nasconde un mondo. Quindi credo che dovrò preoccuparmi..'
'Sei tutto scemo.'
'Io, eh..'
'Non lamentarti e vestiti velocemente signorinello.'
'Ai suoi ordini signora'

Gli diedi una mano passandogli ogni capo d'abbigliamento. Partendo dai calzini fino ad arrivare al cappello che utilizzava per nascondere la testa.

'Quindi potrei sapere la meta?'
'No,ancora no.'
'Come sei antipatica..'
'lo so..lo so..'

Il campanello suonò e diedi per scontato che fossero mio fratello e mia cognata e infatti fu così. Entrarono in casa e salutarono la mamma di Gabriele rassicurandolo su tutto.
Qualche minuto dopo si scende le scale e si raggiunsero in salotto, dove stavano finendo di bere del caffè offerto dalla padrona di casa.
Con gran fretta si uscì di casa per salire in macchina. Mentalmente ripensai se tutto quello che era stato messo in macchina all'insaputa del mio ragazzo, fosse tutto o se mancasse qualcosa, ma Sara chiuse il portabagagli e Alessio partì, fortunatamente non dimenticai nulla.
Imboccata l'autostrada, si passarono due ore tranquille e divertenti. Noi due che eravamo seduti nei posti dietro, non potevamo decidere le canzoni, dato che a quelle ci pensava sempre Sara e finivamo sempre per discutere, in modo scherzoso.

'È la strada per il mare?'
'Si o no. Chi lo sa?!'
'Non posso..'
'Zitto. Te non puoi solo parlare.'
'Ho paura..'

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