"Pensavo di venire a salutarti, sono vicino casa tua."
"Adesso non posso." rispose scostante."Perché?"
"Scusa ho da fare. Ci sentiamo dopo se potrò."Era arrabbiato, perché non ero riuscita a stargli vicino in quei giorni così tanto importati. Doveva prendere una decisione che avrebbe riguardato il suo futuro, il nostro futuro.
Provai a chiamarlo altre tre volte, ma non rispondere alle chiamate.
Scoppiai in lacrime, il senso di colpa mi stava lacerando dentro, piangere non stava funzionando, qualcosa all'interno, stava cercando di soffocarmi. Decisi di andare a casa sua lo stesso, pensavo che vedendomi arrivare nonostante mi avesse rifiutato, lo avrebbe calmato. No fu così, quando arrivai a casa sua, davanti al cancello c'erano suo padre con sua sorella che giocavano con delle bambole, molto probabilmente nuove.
"Gabriele è a casa?"
"Si, te lo chiamo."Aspettai due minuti nel suo cortile con sua sorella ce mi mostrava tutti i vestiti che aveva per le sue bambole. L'aspettativa di vederlo si protrasse talmente tanto che mi sembrava quasi di essere lì da una vita.
"Te adesso vai lì e ci parli, non mi interessa cosa sia successi tra di voi' urlò suo padre con tono severo.
Lo vidi e come sempre il mio stomaco e il mio cervello presero il volo.
Si avvicinò a me e toccandomi la spalla mi fece cenno di seguirlo verso il cancello."Amore.."
"Forse non sono stato chiaro, adesso non posso ne parlare con te ne stare con te o altro da fare."Corsi a casa mia.
Nessuno c'era come al solito. Decisi di andare in cera mia e di sdraiarmi un po'. Le lacrime iniziarono ad annebbiarmi la vista, il fiato si faceva sempre più debole. Cercavo di pensare A cose belle, ma avevo un unico pensiero fisso, non voleva lasciarmi stare. Ero stata cattiva, una persona orribile. Non meritavo niente, solo dolore. Mi spostai nel mio bagno, dove tentati di lavarmi il viso. Osservandomi allo specchio, riuscivo solo a vedere una ragazza patetica.
Aprì il mobiletto, all'interno vi erano gli asciugamani che utilizzavo per il viso. Ne afferrai uno e distrattamente feci cadere, il pacchetto, con all'interno le lamette. Il mio sguardo si soffermò su di loro e la mente iniziò a litigare con se stessa."Avevi detto che non lo avresti più fatto."
"Stai zitta stupida! Ti meriti solo questo!"
"Non è vero sei una brava ragazza!"
"Magari anche una brava fidanzata,eh?""Basta!" mi urlai, non volevo più sentire quelle voci.
Stavano uccidendo la mia mente e il mio corpo. Piano, piano la mia pelle iniziò a bruciare e le mie gambe si bagnarono di rosso.Stavo bene,meglio.
Era giusto.
Sul pavimento iniziarono a piovere goccie di sangue, il mio corpo cedette e mi lasciai cadere a terra, con la testa che mi esplodeva.
Aspetta i un po', prima di rialzarmi e di sistemare tutto.Adesso penserete che fossi una stupida, una ragazzina scema, che voleva solo essere al centro delle attenzioni,ma non era così, non era vero.
Soffrivo,ma nessuno lo capiva,nessuno riusciva a sentire le mie grida.Man mano sparivo sempre di più..
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Vivrà In Lui
Novela JuvenilSilvia a soli diciotto anni vedrà il suo mondo caderle addosso. Ogni giorno sarà una battaglia contro qualcosa di più forte,lei cercherà di essere indistruttibbile, anche quando l'unica cosa che vorrebbe fare, sarebbe sparire per poi non tornare ma...