'Silvia!'
Aprì gli occhi e frastornata, guardai l'orologio appeso al muro, erano le 7.15.'Silvia! È tardi!'
Mia madre continuava a picchiettare la porta, sbraitando come una pazza.
'È la terza volta questa settimana che fai tardi!'
'Calma! Sono in piedi'Non era assolutamente vero. Ero ancora sotto le coperte, dopo qualche secondo decisi di alzarmi e di dirigermi in bagno. Aprì l'acqua del rubinetto e velocemente mi lavai viso e denti. Piastrai i capelli, misi un filo di trucco e l'orologio avanzò fino a segnare le 7.40.
Scesi le scale e salutai tutti: mamma, papà, Alessio e Davide.'Anche stamattina bicicletta?'
'Eh si ..'
'Mi fai troppo pena! Stamattina vi porto io' disse Alessio rivolgendosi sia a me sia a Davide.
Prendemmo le nostre giacche, appese vicino la porta, e salutammo tutti uscendo.'Tra un po' sarà Natale' - 'Cosa faremo a mamma e papà?' ci domandò Alessio.
'Un viaggio almeno avremo casa libera'
'Ci può stare Davide.'
'Ogni tanto è intelligente anche lui' scherzò mio fratello
'Hai ragione'
'Guarda che vi sento.'Montati in macchina, Alessio accese la radio, che solo dopo poco abbassò per chiedermi il motivo per il quale andassi a scuola, a dicembre, in bicicletta. Aveva intuito che qualcosa non andava con Alice e Francesco.
Gli dissi la verità.
' Che stronzi, perché non le hai tirato i capelli ad Alice?'
'Davide, non dire cazzate, comunque si, sono degli stronzi e non ne voglio più sapere niente. In classe i primi tempi è stato difficile, ma poi Elisabetta e Majid, mi hanno detto di lasciare stare per adesso e di cercare di far sbollire la situazione.'
'Hanno detto bene.'
'Te invece? Sara?'
'Non ne ho voglia di parlarne.'
'Ma è stata di entrambi la decisione?'
'Quando ce la farò, te ne parlerò.'Il primo a scendere fu Davide, arrivati a scuola mia, salutai mio fratello e lo ringraziai per il passaggio.
Majid, che era nel piazzale della scuola, mi fece cenno di andare da lui.
'Come va stamattina?'
'Ho sonno come tutte le mattine' risposi stirandomi la schiena 'Te?'
'Frastornato. Ieri sera io ed Elisabetta siamo andati un pub, non abbiamo bevuto ne fumato, ma siamo andati a letto tardi.' - 'Qualche volta potresti uscire con noi.'
'Mi farebbe piacere' ed era vero, mi erano sempre rimasti simpatici, ed eravamo sempre andati d'accordo. Io ed Elisabetta avevamo molte cose in comune come ad esempio: la Disney.
Majid, invece lo avevo sempre considerato un ragazzo molto educato e intelligente.'Stasera, se vuoi, andiamo al' Rio Texas', lo hanno aperto da poco, ma dicono tutti che sia bello! Puoi venire con Gabriele, se ha voglia '
' Glielo proporrò sicuramente.'Una volta entrati in classe, mi accomodai accanto ad Elisabetta. Il mio posto, vicino ad Alice, era occupato, ormai da quasi due mesi: Rossana. Lei aveva preso il mio posto, era nuova in classe e a molti, compresa a me, non stava molto simpatica per il suo modo di porsi troppo saccente.
'Hai visto?' mi domandò Elisabetta, bisbigliandomi all'orecchio.
'Cosa avrei dovuto vedere?'
'Alice, ti fissa dalla prima ora'
'Beh, se calcoliamo che siamo alla terza, devo essere molto interessante'
'Secondo me vorrebbe fare pace con te'
'Deve farlo lei il primo passo.'Quei mesi furono duri, in fondo al mio cuore, sentivo la necessità di parlare, anche nelle situazioni più stupide, durante le lezioni di matematica, ad esempio o semplicemente durante la ricreazione.
Arrivò velocemente la quinta ora arrivò velocemente e la mia classe venne divisa in due; in base ai nostri indirizzi.
Per noi ragazze era ora di Disegno e storia del costume, mentre per i ragazzi era ora di elettronica.Salutai Majid che insieme agli altri maschi si diresse nel laboratorio 6, mentre io e l'altra parte della sezione salimmo le scale per raggiungere il nostro laboratorio.
'Oggi ragazze studieremo l' arte che si incontra con la moda. Ho deciso di affrontare alcuni pittori e correnti. '
Le lezioni di moda erano le mie preferite, di fatti si notavano anche dai risultati che portavo quotidianamente a casa. Ascoltare e apprendere dalla mia professoressa, era una cosa incantevole, per la mia sete di sapere. Non era solo moda, era tutto. Era arte, architettura, cucina, cinema, teatro, arredamento e tantissimo altro ancora. Ogni martedì ci assegnava dei compiti ed avevamo sette giorni di tempo per completarli. Ogni settimana cambiavamo argomento. Ricordo ancora 'Moda e Architettura', tra i vari architetti scelsi Renzo Piano, una ricerca incantevole, ad essa ovviamente allegai dodici tavole (dodici disegni ispirati alle sue opere).
'Allora a stasera! Ci conto!'
Majid mi salutò e sparì nella calca di studenti che si strattonavano per andare a prendere l'autubus.
Arrivata a casa, riscaldai il mio pranzo al microonde, sia per me sia per Davide che si era chiuso in camera sua.
Il pranzo era pronto, perciò salì le scale, giunta davanti alla sua porta l'aprì. Mi trovai ad assistere, a uno spettacolo, che sinceramente, avrei molto evitato.
'Cazzo fai? Bussa! Non si usa bussare?'
'Oh, mio Dio! Che cazzo ho appena visto!' mi portai entrambi le mani agli occhi ed iniziai a saltellare in cerchio, nel vano tentativo di dimenticare, ciò che avevo appena visto.'Il mio idiota!' mi urlò, mentre si copriva con le lenzuola.
'Oddio.. Oddio' chiusi la porta e tornai in cucina, dove lo aspettai.
'Perché non hai bussato?'
'Ti masturbi?' gli domandai, mentre gli passavo le posate 'Non riuscirò più a cancellare quest' immagine dalla testa'
'Chi è che non si masturba più tosto? Di sicuro anche Gabriele lo fa.' affermò, mentre tirava un morso ad un pezzo di pane.'Si, ok, ma te sei il mio fratellino, il mio piccolo innocente.'
'Ma per favore...'Il pomeriggio andai da Gabriele che era solo a casa.
Eravamo sul divano a guardare la Tv, quando mi girai verso di lui imbarazzata.
'Amore tutti si masturbano, no?'
'Si, tutti i ragazzi e anche voi ragazze anche se dite il contrario.'
'Giusto, ne parlai anche con Alice tempo fa, mentendo'
'Cioé?'
'Le dissi che era una cosa normale e un sacco di altre cose, ma la verità è che non mi sono mai masturbata.'
'Sei curiosa?'
'Forse...'
'Mi attizza la cosa.' spense la televisione e mi prese in braccio. Nascosi la testa, tra il suo collo e la sua spalla e iniziammo a ridere. Mi fece sdraiare sul suo letto e lui fece uguale, sistemandosi accanto a me. La sua mano calda, mi accarezzava tutto il corpo, soffermandosi sui miei punti preferiti, l'interno coscia e i seni. Alzò la mia maglietta e scostò un po' il reggiseno, giusto quel che bastava per baciarmi i capezzoli, in quel momento iniziò a sbottonarmi i jeans, per poi togliermi le mutandine piano piano, il mio colorito si fece ancora più roseo, quando con la sua mano, prese la mia, per portarla sopra la mia nudità.'Non c' è niente di male ' mi disse per poi baciarmi.
Iniziò a fare dei movimenti circolari, che era suo solito fare, ma ad un certo punto, la sua mano, non era più sulla mia, era sui miei capelli, ed io da sola, mi stavo stuzzicando. Fu la sensazione più bella, una sensazione che fino a quel giorno non avevo mai provato.
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Vivrà In Lui
Teen FictionSilvia a soli diciotto anni vedrà il suo mondo caderle addosso. Ogni giorno sarà una battaglia contro qualcosa di più forte,lei cercherà di essere indistruttibbile, anche quando l'unica cosa che vorrebbe fare, sarebbe sparire per poi non tornare ma...