Capitolo due.

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'Come è andata oggi ragazzi?' domandò mio padre a cena.

'Bene' risposero in coro Alessio e Davide, mentre litigavano per l'ultima fetta di dolce.

La mia famiglia è sempre stata tranquilla, mi sono sempre divertita con i miei due fratelli e sono stata anche protetta, forse perché l'unica femmina in casa oltre mia madre. Ho una sorella più grande, ventisei anni, di nome Giulia, mora con capelli mossi e occhi marroni, ricordano quasi il caffè.
In quel momento si trovava in America, era riuscita a vincere una borsa di studio per un college americano, mi diceva sempre per telefono che era diverso da come ci immaginiamo le scuole americane,ma nell'insieme si trovava bene.

In casa, eravamo rimasti noi tre, io, Alessio e Davide.
Alessio era il più grande, in casa, aveva 23 anni ed era il più alto, capelli lisci, ha avuto la fortuna di prendere i capelli da parte di nostra madre, a differenza mia che li ho presi da mio padre. Frequenta l'università, giurisprudenza, non mi ricordo mai a che anno sia o quanto gli manchi a prendere la laurea, da quanto ho capito io, non si è fermato alla triennale, ma a continuato con la magistrale. Era fidanzato da quattro anni con Sara, che frequenta la facoltà di medicina ed ha la stessa età di mio fratello, ventitre. Si sono conosciuti duranti una festa liceale. Da noi, nel nostro paesino e nei paesini vicini, c'è questa specie di tradizione, ogni anno i capi di istituto di ogni scuola organizzano delle serate in discoteca, dove ogni ragazzo è invitato a partecipare e a differenza delle altre serate, il prezzo di entrata è dimezzato, per far si che la gente sia invogliata di più. Proprio durante uno di questi eventi loro due si sono conosciuti, me la descrisse come una tipa alta, con dei capelli grigio topo, poi ho scoperto, conoscendola,che è semplicemente bionda cenere e con degli occhi verdi, bellissimi.
Davide, l'ultimo arrivato, sono stata gelosa di lui fino a otto anni, quando ho capito che ero solo una scema e che mamma e papà ci volevano bene a tutti nello stesso identico modo. Aveva quattordici anni ed era al primo anno di scienze umane, su di lui ho poco da dire, a parte che la sua mente si è fermata a sei anni, a volte mi fa perdere la pazienza e finisco per litigarci.

I miei genitori? Mio padre si chiama Marco, moro, con un bel cespuglio di riccioli, che mia madre cerca sempre di riordinargli senza mai riuscirci. Lavora in banca, affianco a persone importanti.
Mia madre invece, si chiama Emma ed è riuscita ad aprirsi un negozio di parrucchieri.

durante la cena, nonostante cercassi di non darlo a vedere, il pensiero volava sempre a Gabriele, che quel giorno mi aveva fatta spaventare e in quel momento la ma testa voleva solo esplodere per le troppe domande a cui mi sottoponevo, senza riuscire a darmi delle risposte.

Perché era stato così strano Gabriele?
Ho tentato in tutti modi di chiederlo, ma non c'è stato verso.

Stavo giocando con il cibo, distrattamente quando entrambi i miei genitori richiamarono la mia attenzione.

'Dicevate?'

'Cos'hai stasera? Solitamente lo divori questo dolce.' mi disse mia madre.

'Oggi era strano Gabriele.' - 'Aveva una brutta tosse e si toccava spesso il petto.'

I miei genitori si scambiarono uno sguardo strano prima di rispondermi in modo confuso e veloce. Non gli diedi importanza e salì in camera per fare una videochiamata con lui.

' Davvero voglio sapere cosa ti è preso oggi.'

'Amore, ti ho già detto che non lo so, adesso basta.'

'Scusa se mi preoccupo per te! Tolgo il disturbo.'

Attaccai la chiamata senza dargli il tempo di rispondere e inserì la modalità aerea per non ricevere ne messaggi ne chiamate da nessuno. Volevo staccarmi una sera dai social, quindi decisi di andare dai miei fratelli che si trovavano in salotto a guardare un film. Non sapevo nemmeno di che si trattasse e molto probabilmente, non lo avrei nemmeno capito del tutto dato che era già iniziato da quarantacinque minuti.

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