Erano le 20:00, finalmente la giornata lavorativa era finita. Claudio sciolse i lacci del grembiule legato intorno alla vita e lo lanciò sul bancone. Prima di chiudere il locale guardò l'orologio per accorgersi di avere giusto il tempo di una doccia veloce prima di tuffarsi in uno scontro all'ultimo sangue con Rosita, la sua bellissima quanto testarda amica. La stessa amica che si era incaponita ed alla fine aveva inviato quella dannata e-mail a sua insaputa fregandosene del perentorio NO che lui le aveva detto. Adesso doveva andare a fare il provino per diventare il primo tronista gay della storia del programma di Uomini e Donne.
"Ci mancava anche questa adesso. Ero già con la testa a Formentera, sole, mare, gente che conta, pelle ad abbronzarsi di giorno e sesso sfrenato di notte." Sbuffò mentre si passava una mano tra i capelli bagnati dalla doccia. Cercava di guardarsi nello specchio appannato dal vapore dell'acqua calda sotto cui era stato per più di venti minuti in cerca di chiarezza. Prese un asciugamano e pulì lo specchio che subito gli restituì l'immagine di un ragazzo di 29 anni decisamente bello, il viso già leggermente abbronzato coperto da poca barba che sembrava poco curata, labbra carnose e rosse che chiunque avrebbe voluto baciare e che nascondevano un sorriso perfetto e bianchissimo; occhi verdi di un'intensità tale che non tutti erano in grado di sostenerne lo sguardo. Le braccia muscolose erano quasi interamente ricoperte da tatuaggi di diverso genere. I tatuaggi, coloratissimi, impreziosivano anche l'addome definito.
"Che ci faccio io in un programma come quello?" chiese al suo riflesso.
Il suono del citofono lo riportò alla realtà, ancora con i capelli bagnati ed un asciugamano intorno alla vita andò ad aprire a Rosita e Paolo. Aprì anche la porta lasciandola socchiusa così che potessero entrare da soli mentre lui poteva indossare i vestiti da casa.
"Arrivo subito, chiamate la pizzeria, per me la solita romana con parecchie acciughe grazie." urlò ai suoi amici che si guardarono senza ancora capire il motivo per cui si trovavano lì, o forse era solo Paolo a non capirlo. Ci mise un'eternità ad indossare il pantalone di una vecchia tuta ed una maglietta dalla fantasia vivace forse solo con l'intento di far spazientire Rosita, come per punirla,: sapeva che la sua amica era impaziente. Quando fu pronto la pizzeria aveva già consegnato le 3 pizze e Rosita e Paolo stavano già addentando la loro.
"Ti fai attendere Sona..." ringhiò Rosita in direzione di Claudio che per tutta risposta sistemò il ciuffo ed afferrò il cartone di pizza rimasto sul tavolo prima di lanciarsi sul divano vicino a Paolo.
"Ringrazia che ancora trovi la voglia di parlarti!" fu la risposta concisa prima di portare alla bocca la prima fetta di pizza, si rese conto solo in quel momento di aver saltato il pranzo.
"Oh quindi ce l'hai con lei. Bene; quindi io che ci faccio qui?" domandò Paolo alternando lo sguardo tra i suoi due amici seduti uno alla sua destra ed una alla sua sinistra.
"Le salvi la vita" rispose Claudio alzando impercettibilmente il mento in direzione della donna "o mi fai da alibi, devo ancora deciderlo.".
"Va bene Sona abbiamo capito. Ti ho fatto incazzare; si può anche sapere perché o continuiamo così fino a domani?" l'impazienza di litigare nella voce della donna. Sapeva perché era lì, o almeno lo immaginava a questo punto, e non intendeva abbandonare il ring senza averlo fatto ragionare e spronato a darsi una possibilità migliore di quel Juan o Jiulian o Juangallo o come si chiamava.
"Come ti è venuto in mente di decider per me ed inviare quella e-mail a Uomini e Donne? Quali delle mie parole non erano chiare?" Domanda scocciato alzandosi e lanciando il cartone della pizza ormai vuoto sul tavolo e afferrando il pacchetto delle sigarette portandone una alla bocca ed aspirando lentamente. Lanciò quindi il pacchetto e l'accendino a Paolo che fece lo stesso mentre alternava lo sguardo tra i due che battibeccavano.
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Ti guardavo
FanfictionEra iniziato come una FF per ripercorrere il trono di Mario e Claudio. Poi il disastro, non so come andrà avanti.