30 dicembre 2016

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30 dicembre 2016
Caro diario, devo ammettere di non essere stata del tutto sincera con te. Anzi, sincera sì, ma seguendo #ilpuntodivista mio: mi spiego subito.
Ho sempre detto di non conoscerlo, perché io di lui non so nulla. Sì, è vero, so il nome, la classe, l'età... Ma per me questo non vuol dire conoscersi. Sapere il suo colore di capelli, la sua stazza, il suono della sua voce, l'odore del suo profumo, la sua abitudine di indossare cuffie la mattina o le sue amicizie  non vuol dire conoscere una persona.
La prova di tutto ciò  è che io ho potuto raccontarti come ho visto tanti piccoli dettagli in modo soggettivo, attraverso le mie emozioni, ma avrebbe potuto farlo chiunque.
Conoscere una persona vuol dire riuscire a raccontare i suoi dettagli in modo unico ed è questo il mio desiderio.
Parlare è fondamentale, e non lo dico solo perché io non potrei mai farne a meno, ma perché è vero: una buona comunicazione è alla base di tutto.
Però, quando inaspettatamente lo vedo per strada, le parole mi mancano... E allora ho paura, perché un ragazzo non può farmi perdere la mia arma più potente, quella sulla quale pensavo di poter contare sempre.

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