Parte 11

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Alec osservava Magnus mentre parlava al telefono, non sapeva esattamente chi ci fosse dall'altra parte della linea, ma poteva chiaramente vedere la tristezza sul viso del più grande. Riusciva a vedere quella malinconia che tanto cercava di nascondere, ma che quella persona era riuscita a tirare fuori con solo una telefonata.

Avrebbe tanto voluto andare ad abbracciarlo e stringerlo tra le braccia, magari anche baciargli le labbra fino a che quel broncio non fosse scomparso. Consumargliele fino a farle gonfiare e diventare rosse. E lo avrebbe fatto, perché Dio solo sapeva quanto lui desiderasse vedere la felicità negli occhi di Magnus. E Alec sapeva che era la persona che se la meritava di più.

Magnus terminò la telefonata e si mise il cellulare nella tasca posteriore dei jeans.
Era evidentemente frustrato da quella conversazione e quando rientrò nella loro stanza -chiudendosi la porta che dava sul balcone alle spalle- sbuffò mentre tante, troppe, emozioni gli passavano sul viso.

"Tutto bene?" Chiese Alec preoccupato.
"Certo, va tutto bene." Magnus si stampò sul viso il suo più falso sorriso e si incamminò verso la porta pronto ad uscire per rimediare a quel disastro.
"No." Disse Alec afferrando il più grande per il polso. "Non va tutto bene. Sei triste e io ho intenzione di far ricomparire il sorriso sulle tue labbra."

Alec si avvicinò ancora un po' al corpo dell'altro -ancora girato di spalle- e fece aderire il suo petto con la schiena dell'altro. Iniziò lentamente a baciargli il collo facendo nascere piccoli brividi sulla schiena di Magnus.
Lo sentì sospirare e gemere un po' quando iniziò a mordere una piccola parte sotto il suo orecchio e quello sembrò essere tutto l'incoraggiamento di cui aveva bisogno.

Magnus finalmente si girò e avvolse il viso dell'altro con le mani facendo scontrare poi le loro labbra mentre Alec gli afferrava i passanti dei jeans e cancellava la distanza già inesistente tra loro.
Si sentì mancare il fiato quando il più grande lo sollevò da terra stringendogli le natiche ed obbligandolo ad allacciare le gambe dietro la sua schiena.
Magnus fece passare la sua lingua sul labbro inferiore dell'altro chiedendo silenziosamente l'accesso alla sua bocca. Il più grande iniziò ad esplorare la bocca di Alec volendo godersi quel bacio fino in fondo, perché, forse, non ce ne sarebbero più stati.

Il cuore del più piccolo iniziò a battere forte mentre Magnus lo faceva sdraiare sul suo letto stendendosi poi sopra di lui.
Pensò che, finalmente, sarebbe potuto essere di nuovo felice. Dopo due anni passati a pensare solo a lei.
Pensò che, infondo, quella felicità la voleva perché gli era davvero mancata.

Alec da solo stava bene.
Ma Alec con Magnus stava meglio.

~

Jonathan lo sapeva.
Non si era mai fidato di Magnus.
O meglio: non si era più fidato di Magnus dopo quello che gli aveva fatto.
E non voleva che facesse del male ad altri, perché lui aveva sperimentato cosa volesse dire avere il cuore spezzato è sicuramente non era una cosa piacevole.
Ecco perché decise di mettere fine a quella cosa che c'era tra Magnus ed Alec prima ancora che iniziasse e diventasse seria.

Quando però scoprì cosa c'era sotto si sentì quasi in imbarazzo, infondo, lui, Sebastian ed Alec avevano fatto la stessa precisa identica scommessa.
Però Alec si era fermato prima, aveva deciso di fare la sua penitenza per la perdita della scommessa e di andare avanti cercando di costruire qualcosa di serio con Magnus.
Quel pensiero gli fece stringere il cuore, non sapeva esattamente chi fosse questa 'lei' a cui Alec faceva spesso riferimento, però sapeva che gli aveva spezzato il cuore e gli faceva male sapere che sarebbe successo ancora.

Scattò una foto a Magnus, Raphael e Meliorn che erano seduti nell'aula di economia -che poi cosa ci facessero lì a quell'ora di sera non lo sapeva neanche lui visto che non ci mettevano piede neanche di giorno- e scrisse una breve didascalia.

Esitò un attimo mentre osservava l'avviso comparso sul suo schermo: "sicuro di voler mandare questo file ad L. ?"
Furono le successive parole di Magnus a convincerlo.

"Preparati a perdere Meliorn, il ragazzo è completamente cotto di me. Non sarà difficile portarmelo a letto e poi abbandonarlo, anzi non vedo l'ora che questa scommessa finisca, i suoi baci sono tremendi. Magari così deciderà anche di cambiare stanza e io riavrò finalmente la mia camera singola..."

Jonathan non esitò più.
Cliccò velocemente su 'si' e si rimise il cellulare in tasca allontanandosi poi dall'aula di economia.

~

Ahia... Sembra che qualcuno stesse solo giocando eh?
A quanto pare le vecchie abitudini non si cancellano molto facilmente.
Ieri sera Una fonte mi ha detto di aver origliato una piccola conversazione tra tre dei nostri giovani più gettonati.
Cosa ha scoperto?
Beh, devo ammettere che è stata una delusione questa notizia.
Da quanto è stato dichiarato sembra che Magnus abbia iniziato quesa "relazione" -o qualsiasi cosa sia- solo per una scommessa fatta con Meliorn.
Quest'ultimo lo aveva sfidato a portarsi a letto il nostro giovane Alexander entro la fine dell'anno scolastico e Magnus, nel mezzo di una sbronza, aveva accettato. E sappiamo tutti che lui non si tira mai indietro dopo aver preso un impegno.
"Non sarà difficile portarmelo a letto e poi abbandonarlo." La mia fonte dichiara di aver stenti pronunciare queste parole proprio dal nostro Magnus.
Come la prenderà ora Alexander?

XOXO L.


NO! No non poteva essere vero.
Ad Alec bruciavano gli occhi, sentiva le lacrime arrivare, ma non voleva farle uscire. Non doveva farle uscire. Non doveva mostrarsi debole. Non davanti a tutti quegli occhi che lo stavano fissando.
La notifica era arrivata a tutti contemporaneamente durante il pranzo e -dopo una veloce lettura- gli occhi degli studenti si erano posati su di lui.
E lui era lì, incapace quasi di respirare mentre tutti lo osservavano senza fare niente.
Ora se lo ricordò. Si ricordò il motivo per il quale aveva deciso di non innamorarsi più.
Perché si, era inutile negarlo ormai, lui non aveva solo una cotta per quell'imbecille.
Lui era innamorato di quell'imbecille.
E quell'imbecille gli aveva spezzato il cuore.
Come già era successo.

Voleva scappare, nascondersi, perché in quel momento bastavano le voci nella sua testa -che gli dicevano che era stato un idiota a fidarsi- e tutti i borbottii intorno a lui lo facevano sentire solo peggio.
Le lacrime però furono bloccate da un'esplosione di rabbia quando vide entrare in mensa un Magnus completamente ignaro di tutto.

Si alzò e si diresse a grandi passi verso l'altro ragazzo. Voleva urlargli contro perché lo aveva umiliato davanti a tutti. Perché lo stava facendo soffrire più di quanto avrebbe potuto reggere in quel momento, senza Izzy, senza Jace.

"Ehi tesoro!" Disse Magnus allungando il viso per baciare l'altro. Al posto del bacio però sentì arrivare un ceffone.
"NON CHIAMARMI COSÌ BASTARDO!" Gli urlò in faccia iniziando a tirare pugni a caso sul suo petto senza però spostare il più grande di un centimetro.
Sapeva che -se avesse voluto- sarebbe stato in grado di stenderlo in un colpo solo, ma non voleva, era questo il problema.

"Ehi calmati!" Disse Magnus afferrandogli i polsi. "Cosa è successo?"
"NON FINGERE DI NON SAPERLO STRONZO!" Alec sentiva gli occhi di tutti bruciargli sulla schiena, ma non gli importava. In quel momento voleva solo urlare contro Magnus. Voleva rinfacciargli tutto il dolore che stava provando.
"TI SEI DIVERTITO? TI SEI DIVERTITO A FARE QUELLA SCOMMESSA?" Urlò ancora il più piccolo sentendo, ora, le lacrime scendergli lungo le guance.
"COSA AVRESTI FATTO POI? MI AVRESTI LASCIATO SOLO COME UN CANE IN UNA SCUOLA DOVE GIÀ NON HO NESSUNO? MI AVRESTI LASCIATO DA SOLO A CURARE DELLE FERITE CAUSATE DA TE?"

Alec lo spinse via, lontano da se. Non riusciva a sopportare quella situazione. Magnus non provava neanche a negare, se ne stava lì, a fissare la punta dei suoi piedi senza dire una parola.

"FOTTITI! VORREI PICCHIARTI!"

Ma non era vero.

"VORREI FARTI SENTIRE TUTTO IL MALE CHE SENTO IO!"

Ma non era vero.

"TI ODIO!"

Ma non era vero.

Alec scappò dalla mensa e poi dal college, anche se non aveva il permesso.
Prese il primo bus che passava e si sedette su uno dei numerosi sedili, aspettando di arrivare nel centro di Londra. Aveva intenzione di dimenticare e c'era un solo modo per farlo.

Alec da solo stava bene.
Alec si sarebbe dovuto abituare a vivere senza Magnus.

Malec || SecretsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora