Parte 13

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Alec aveva letto la notizia di L.
Gli faceva male vedere Magnus in quelle condizioni... Il suo Magnus, perché si. Era il suo Magnus, nonostante gli avesse fatto del male, rimaneva sempre il ragazzo che aveva fatto crollare il suo muro.

In quel momento avrebbe voluto abbracciarlo. Era tutta la notte che andava avanti a piangere -da quando aveva aperto la notifica di L.- ed era tutta la notte che Alec combatteva contro la voglia di abbracciarlo e consolarlo.

Anche quando i singhiozzi rumorosi erano cessati Alec sapeva per certo che era ancora sveglio e che stava piangendo, con lacrime silenziose e invisibili.
Alec capiva Magnus.
Anche a lui era successo. Aveva pianto talmente tanto che le lacrime erano finite, ma il dolore era rimasto, più forte di prima perché, per quanto lui volesse piangere, non ci riusciva e questo lo portava a tenersi tutto dentro, perché a parlare proprio non ci riusciva e quando anche le lacrime erano state esaurite lui non aveva più nulla con cui sfogarsi.

Quindi capiva Magnus, fin troppo bene.
Non capiva però perché non volesse rivelare a nessuno chi era prima di finire in quel college.
Tutti hanno delle ombre nel proprio passato, nessuno escluso, e Alec non riusciva a capire cosa ci fosse di diverso dal rivelare quello degli altri.
Certo anche lui non voleva parlare di lei, ma solo perché si sentiva male solo a sentire pronunciare il suo nome.

Ecco, forse era per questo. Forse Magnus voleva dimenticare un passato che gli aveva fatto male e che, magari, gli faceva male tutt'ora
Ad Alec venne una stretta al cuore a quel pensiero.

Scostò le coperte dal suo corpo e si alzò dal letto avanzando lentamente nella stanza buia.
Quando arrivò al letto del suo compagno di stanza rimase in piedi per un momento, incerto sul da farsi, ma poi decise di sedersi.

"Magnus" sussurro posando una mano sulla spalla del più grande che -girato di spalle- non si era ancora accorto della presenza dell'altro.
"Non voglio parlarne." Fece semplicemente lui con voce roca e spezzata.
Alec annuì al buio, consapevole del fatto che Magnus non potesse vederlo, e semplicemente si sdraiò accanto al corpo dell'altro ragazzo -infilandosi sotto le coperte- facendo aderire il suo petto con la schiena di Magnus.

"C-cosa fai?" Chiese il più grande quando Alec lo strinse a se iniziando ad accarezzargli il petto con una mano.
"Ti consolo."
"Perché?"

Già, perché? Ad Alec non importava nulla di lui. Non doveva importargli nulla.
Però non riusciva a vederlo soffrire così. Non riusciva a vederlo piangere. Non riusciva a non fare nulla lasciando Magnus solo.
Perché, per quanto volesse odiarlo, lui lo amava.
Però non doveva farsi vedere vulnerabile. Non doveva far capire a Magnus che quella scommessa lo aveva spezzato, perché le persone deboli non piacciono a nessuno.

"I tuoi singhiozzi mi tengono sveglio." Mentì "e poi sono in debito con te, quando stavo male per Jace mi hai consolato."
A Magnus quelle parole fecero male. Lui si aspettava di sentirsi dire che lo aveva perdonato. Che sarebbe rimasto con lui sempre, anche se gli aveva fatto male.
"Non voglio la tua pietà" disse stringendo i denti.
"E io non voglio essere in debito con te." Ribatté Alec fermando la mano sul petto dell'altro. "Ora dormi."

Però Magnus non riuscì a dormire.
Una parte di lui pensava ancora a quella che era stata la sua vita in passato, ma per il resto era ancora concentrato sul respiro caldo di Alec che andava ad infrangersi sul suo collo, sui battiti veloci del suo cuore e su quel calore che gli stava lentamente invadendo il petto.

Come promesso ecco a voi la seconda notizia.
A quanto pare nella pancia della madre non cresceva solo il nostro piccolo Magnus, ma c'era anche un altro bambino che sarebbe dovuto essere il suo gemello.
Quest'ultimo, però, è stato schiacciato e ucciso -nell'utero della madre- proprio dal nostro Magnus a causa di una mancanza di spazio.
Anche se la madre non lo incolpava affatto, Magnus, si è sempre sentito in colpa per la morte del fratellino ritenendosi responsabile.
Il padre, invece, ha sempre sostenuto che di buono nella sua vita ha fatto solo quello: uccidere uno dei "frutti" del mostro che aveva violentato la sua amata moglie.

Malec || SecretsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora