35. Paura

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In questo capitolo proverò a prevedere il futuro delle vostre possibili reazioni:
1) proverete ansia
2) ancora ansia
3) istinto omicida
4) scleri
5) disagio
6) awww
7) sarete morte.

Bene, ecco qui. Hahaha non ho potuto resistere e ho dovuto pubblicare!

A presto,
Charly

Tutti i diritti sono di
IreneToccaceli


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Louis si svegliò nudo e tremante sulle rive dell'oceano. La luce del sole gli feriva gli occhi e la testa gli doleva incredibilmente. Si portò una mano alla tempia e, quando la ritirò, vide che era sporca di sangue. Si guardò intorno frenetico e si rese conto di essere solo. Il posto vuoto di Harry era occupato da una macchia di sangue che tingeva la sabbia di rosso scuro, e i suoi vestiti erano spariti.

Se si era svegliato prima di lui e aveva avuto la forza di alzarsi stava bene, no? Forse era in camera a curarsi le ferite.

Louis sentì la paura farsi strada nel suo cuore mentre si vestiva in fretta e correva in casa. Girò per tutte le stanze, gridando il suo nome, ma Harry non era da nessuna parte. 

Forse è andato al pronto soccorso, pensò, mentre il terrore minacciava di bloccargli la mente. 

Corse fuori ma la moto era sempre lì, nera e lucente. Non poteva esserci arrivato a piedi. 

La testa minacciava di esplodergli mentre un piccolo rivoletto di sangue gli inzuppava la canottiera. Fece una doccia veloce per lavarsi bene la ferita e non perse neanche tempo ad asciugarsi i capelli. Non aveva idea di dove fosse Harry e non sapeva da dove iniziare a cercarlo. Le lezioni all'università erano già cominciate, ma lui ignorò il senso del dovere e andò a casa del ragazzo per vedere se fosse tornato lì.
Purtroppo non lo trovò. 

Andò al parco vicino casa sua, sperando di trovarlo lì, ma quando non lo vide iniziò a tremare appena, mentre un terribile pensiero si faceva strada nella sua mente. 

Harry è vivo, si disse. È vivo e sta bene. Ha ucciso quel ragno gigantesco e ora se ne sta tranquillo da qualche parte, mentre io mi preoccupo per lui. 

La verità era che la mente di Louis era invasa da immagini spezzate di Joe e Nadia. Mentre si dirigeva verso l'università, l'ultima tappa prima di lasciarsi definitivamente andare alla disperazione, cercò di non pensare ai loro corpi senza vita, agli occhi vuoti di Nadia, al petto immobile di Joe.
Qualcosa si frantumò dentro di lui, ma non pianse. 

L'unica cosa che lo faceva andare avanti era la speranza di vedere Harry ancora vivo, col suo sorriso divertito sulle labbra. 

Ti prego, fa' che sia vivo, sussurrò a nessuno in particolare. La giornata era calda e soleggiata, ma Louis sentiva freddo come mai prima d'ora. Prometto, pensò mentre l'ansia minacciava di fargli cedere le gambe, Prometto che la smetterò di comportarmi come un bambino viziato.

Varcò il cancello dell'università e corse per i corridoi vuoti. Non sapeva che lezione avesse ma, se necessario, avrebbe aperto ogni singola porta dell'edificio per cercarlo. 

La campana scelse proprio quel momento per scandire la fine dell'ora. File di studenti si riversarono nei corridoi e Louis vide le sue amiche uscire da un'aula e salutarlo sorridenti.

Non aveva tempo per loro. Non ora.  Fece per superarle ma Christine lo prese per un braccio. «Ehi, Lou, va tutto bene? Sembri stravolto...»

Katherine si avvicinò con occhi socchiusi e portò una mano alla sua tempia. «È una ferita, questa? Cavoli, non ha un bell'aspetto.»

L'Altra Metà del Mondo / L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora