45. Luce (FINE)

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LO AMMETTO. HO CERCATO DI PUBBLICARE IL PIÙ TARDI POSSIBILE.

UGH.

Ma ormai non posso tirarmi indietro, oppure venite a cercarmi con i forconi.

Oltre questo... MA HARRY? RAGA MA HARRY SONO-IN-UNA-VASCA-DA-BAGNO-ROSA-E-PIENA-DI-FIORI-NUDO-E-BAGNATO STYLES? Io non reggo, aiutatemi. Mi impicco prima di riuscire ad ascoltare Kiwi (che poi... me lo aspettavo, sinceramente: Kiwi è proprio un nome da Harry sonostrano Styles per intitolare una canzone).

C O M U N Q U E

È finita qui, ragazzi. Godetevela fino all'ultimo. Ovviamente, neanche qui l'autrice ha voluto darvi tregua e si chiuderà in bellezza!

Commentate su ciò che vi aspettavate e cosa avete provato! Voglio vedere ogni vista emozione (aiuto, sono una maniaca).

Buon ultimo capitolo,
da una Charly che piange

Un bacio enorme a IreneToccaceli per avermi permesso di pubblicare questa storia in versione Larry.




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Louis si svegliò tra le lenzuola bianche del letto d'ospedale, con i suoi genitori accanto. Dormivano entrambi ai due lati del suo letto, con la testa appoggiata sul materasso. Sua madre gli stringeva ancora la mano.

Sembravano così stanchi...

Louis sentì una fitta di dolore al pensiero che avrebbe dovuto lasciarli. Non voleva abbandonare Harry, ma anche i suoi genitori erano altrettanto importanti.

Il dottore scelse quel momento per entrare, con una cartellina in mano.

«Bene, vedo che sei sveglio. Come ti senti?» chiese, con calma.

«Piuttosto bene, per essere appena uscito da un coma.»

Il dottore sorrise appena e si mise a scrivere sulla cartellina. «Avrò bisogno di farti altri esami, oggi. Dovrai avere un po' di pazienza, ma stasera i tuoi genitori e i tuoi amici potranno venire a trovarti.» Louis annuì, ma sentì la gola chiudersi. Il dottore uscì dalla stanza e poco dopo suo padre si svegliò.

Quando lo vide, s'illuminò. «Ehi, piccolo. Come stai?»

Il ragazzo fece per rispondere ma qualcosa lo bloccò.

Non era ancora sicuro di cosa avrebbe dovuto dire. Non c'era davvero niente che potesse fare per rimanere là? Forse se si fosse rifiutato di raggiungere la Valle della Luce avrebbe continuato a svegliarsi nel mondo reale.

Anche sua madre si svegliò. Entrambi cominciarono a riempirlo di attenzioni, a domandargli come si sentisse, a fare progetti per quando fosse uscito di lì. A sentirli parlare, Louis cominciò a convincersi di non dover necessariamente andarsene. Non doveva lasciarli per forza.

Quella poteva essere una vita falsa e vuota, ma era pur sempre l'unica che aveva, e ci si sarebbe aggrappato con i denti e con le unghie.

Quando il dottore lo venne a prendere per fare gli esami, lasciò i genitori con un sorriso, dicendo loro che sarebbe tornato presto.

Lo portarono via con una carrozzella e gli spiegarono che si trattava solo di fare degli accertamenti. Se tutto fosse andato bene, nel giro di poco tempo avrebbero potuto dimetterlo. Louis si sentì speranzoso.

L'Altra Metà del Mondo / L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora