Capitolo 2

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"No, così non va! Ti vuoi concentrare? Dove hai la testa?!"

Yuuri si voltò di scatto verso Bernard e lo trafisse con uno sguardo ostile e diffidente. Erano ormai tre settimane che si allenava insieme a lui, ma non aveva intenzione di dargli confidenza ed aveva eretto un muro tra loro. Aveva accettato di ospitarlo a casa sua, come era stato in precedenza con Victor. Si sentì morire quando lo dovette accompagnare in quella che era stata la sua stanza, e giurò a se stesso che non avrebbe mai permesso a nessun altro di toccare il suo cuore come aveva fatto lui.

"Non sono un tuo nemico." rimarcò secco Bernard "Se non vuoi fidarti di me, faccio le valigie oggi stesso e me ne vado.".

"Scusami." rispose Yuuri, in tono monocorde, dando le spalle al suo interlocutore.

Erano entrambi in mezzo alla pista dell'Ice Castle. Pochi passi li separavano. Eppure erano distanti anni luce l'uno dall'altro. Yuuri fece per allontanarsi, ma in un attimo Bernard fu dietro di lui e lo costrinse a voltarsi, afferrandolo per le spalle.

"Non mi faccio prendere in giro da uno che si comporta come un ragazzino immaturo." inveì il francese a denti stretti "Non ho intenzione di perdere il mio tempo. Se non mi vuoi qui, me ne torno da dove sono venuto.".

"Non ho mai detto questo." dichiarò Yuuri, spento il suo sguardo come la sua voce.

Bernard lo lasciò andare e proseguì in tono più pacato:

"Anche se non mi chiamo Victor Nikiforov, potresti provare a darmi un po' di fiducia, non credi?".

I suoi occhi erano sinceri, e per un attimo Yuuri trovò conforto in essi. Decise di fidarsi di quello sguardo. Annuì e si preparò per provare la sequenza di passi che aveva pensato di inserire nel libero. Il tema del suo programma sarebbe stata la solitudine. Aveva già scelto le musiche ed aveva deciso di ideare da solo le coreografie. Voleva dimostrare a se stesso di essere cresciuto, maturato. Voleva mettersi alla prova, raggiungere i propri limiti per superarli. Aveva tanti buoni propositi... ma francamente non sapeva se avrebbe avuto la forza per realizzarli.

Bernad si spostò a bordo pista e lo osservò con attenzione. Quel ragazzo era un osso duro, testardo e diffidente, ma aveva un gran talento, la capacità di calamitare gli sguardi su di sé. Non era difficile da credere che il grande Victor Nikiforov si fosse preso un anno di pausa per allenarlo. Ci aveva visto giusto. Aveva visto il campione dietro quella facciata insicura e irrequieta.

"Che ne dici?" chiese Yuuri non appena ebbe finito la sequenza.

"Ottimo direi." rispose Bernard "E ai salti, ci hai pensato? Quali vuoi inserire?"

Si misero a parlare con una confidenza che fino a quel momento parevano non poter raggiungere. Si confrontarono su quale fosse la strada migliore per ottenere un punteggio di base elevato. Un programma libero con quattro quadrupli era pur sempre un rischio, ma Yuuri non intendeva rinunciarvi, e Bernard non aveva alcuna intenzione di frenarlo. Non era lì per arrestare le sue ambizioni, quanto piuttosto per alimentarle.

Dal canto suo, Morou aveva già stabilito un preciso piano di marcia. Dopo aver saltato a piè pari le Nazionali in Giappone e tutte le altre gare successive, Yuuri doveva rimettersi in gioco, ed un buon modo per farlo era prendere parte all'ISU Challenger Series di pattinaggio di figura, all'interno del quale avrebbe partecipato a due degli eventi in programma: l'U.S. International Figure Skating Classic a Salt Lake City e il Nebelhorn Trophy a Oberstdorf, entrambi previsti per il mese di settembre. Tra l'altro, se avesse vinto almeno una delle due gare, sarebbe stato inserito nella "Alternate list" e ciò gli avrebbe permesso di accedere alle tappe del Gran Prix nel caso ci fosse stato qualche posto vacante. Successivamente, si sarebbero concentranti sul Campionato Nazionale e sui Mondiali.

Yuri on Ice - Tutto quello che per noi si chiama amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora