Capitolo 7

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Yuuri si svegliò di soprassalto. Avvertiva una forte tensione all'altezza dell'inguine e qualcosa di umido sulla pelle. Non appena realizzò cosa stesse succedendo, sollevò il lenzuolo e si guardò. La stoffa tesa dei boxer ed una piccola macchia... proprio lì. Ecco, stava capitando di nuovo. Non era la prima volta. E c'entrava sempre Victor. L'aveva sognato, ed il sogno gli era apparso così reale che quello era il risultato. Il giovane entrò nel panico ricordando che non era a casa sua, ma in hotel, a Oberstdorf, in Germania, per il Nebelhorn Trophy. Si voltò verso Bernard, che fortunatamente stava ancora dormendo nel letto accanto. Controllò le lenzuola. Grazie al cielo se ne era accorto in tempo e non c'era alcuna traccia. Si alzò di fretta e a piedi scalzi corse in bagno, chiudendo delicatamente la porta per non far rumore. Si spogliò e si guardò allo specchio. Non poteva continuare così. Quella per Victor stava diventando un'ossessione. Era sbagliato. Non andava affatto bene. Yuuri si passò una mano tra i capelli e li strinse forte tra le dita quasi volesse strapparseli. Per l'ennesima volta si ripeté che era stato lui a voler chiudere, e l'aveva fatto per Victor, per lasciarlo libero. Libero di tornare a pattinare. Libero di tornare al suo mondo. E per quanto gli costasse, doveva decidersi a lasciarlo andare anche dentro di sé. Altrimenti sarebbe impazzito, rovinando i bei ricordi che aveva di lui, e con lui. E' vero, entrambi indossavano ancora gli anelli che si erano scambiati a Barcellona, ma questo non era abbastanza. Non poteva bastare una cosa del genere per tener vivo un legame tra due persone. Anche quegli anelli, in fondo, era un ricordo, un bellissimo ricordo. Yuuri fissò lo Yuuri allo specchio. Lo trafisse con i propri occhi e si lasciò trafiggere dai suoi. Si rimproverò per la propria debolezza. Era stato lui a mettere la parola fine con Victor, e ora non poteva pensare di tornare nella sua vita e stravolgerla di nuovo. No, adesso basta. Dovevano andare avanti, entrambi. Victor di sicuro era quello che tra i due se la stava cavando meglio. Ma Yuuri si convinse che anche lui ce l'avrebbe fatta. Doveva accettare che i ricordi fossero tali. Doveva accettare che le cose fossero cambiate e non sarebbero mai tornate come prima. Perchè così lui stesso aveva deciso... Sospirò profondamente. Poi si infilò sotto la doccia. Ci rimase diverso tempo, senza nemmeno rendersene conto, finchè non fu distratto da una voce.

"Ehi, Yuuri, tutto bene? Sei lì sotto da un po'."

Bernard si era svegliato. Attraverso il vetro smerigliato, Yuuri intravide la sua sagoma ferma sulla soglia del bagno.

"Tutto bene. Stavo solo cercando di rilassarmi." gli rispose, arrestando il getto d'acqua.

"Finirai per consumarti se non esci di lì." scherzò l'altro, socchiudendo la porta scorrevole del box e porgendo un asciugamano al ragazzo.

"Sei nervoso per il libero di oggi?" gli chiese quando se lo vide davanti come un pulcino bagnato.

"Un po'... forse..."

"Lo Short Program è andato bene. Facilmente ti piazzerai al primo posto anche stavolta."

"Almeno uno dei due ne è convinto."

Bernard scosse le testa, poi prese Yuuri per le spalle e lo guardò dritto negli occhi.

"Quando la smetterai di dubitare delle tue capacità?" gli domandò severo, aggiungendo in tono più pacato:

"Quando sei sulla pista, diventi un altro. Me ne sono accorto da un po'. Dimostri una grinta, una forza, una fascino incredibili. Perchè non tiri fuori tutto questo anche quando non sei sul ghiaccio? E' come se la tua sicurezza nascesse quando ti metti i pattini ai piedi. Magari non è sempre stato così, però è questo che vedo ora.".

Yuuri deglutì a vuoto. Si perse negli occhi verdi che lo stavano fissando intensamente, e le mani che gli stringevano le spalle gli davano una sensazione così piacevole...

Yuri on Ice - Tutto quello che per noi si chiama amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora