Capitolo 5

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Salt Lake City. Yuuri non ci era mai stato. Il primo evento a cui avrebbe preso parte sarebbe stato l'U.S. International Figure Skating Classic. Era piuttosto agitato. Voleva fare del proprio meglio. Si era prefissato di vincere entrambe la tappe dell'ISU Challenger Series a cui avrebbe partecipato, contando di raggiungere un punteggio complessivo finale che gli sarebbe valso l'oro nella competizione. Certo, non sarebbe stato come una medaglia al Gran Prix, ma poteva comunque essere un ottimo inizio. Un nuovo inizio, in verità.

Arrivato in hotel, Yuuri si distese sul letto. Era stremato. Il jet lag gli faceva sempre quell'effetto. Bernard invece non sembrava affatto stanco. Yuuri lo osservò con la coda dell'occhio, chiedendosi se fosse una buona idea dividere la stessa stanza. Non che ci fosse nulla di male, però... Sbuffò, cercando di frenare l'onda anomala dei suoi pensieri. Doveva riposare. Rilassarsi. Poi, ecco la voce del suo coach parlagli come la voce della sua coscienza:

"Se preferisci mi sposto in un'altra stanza.".

Maledizione! Come aveva fatto a capire?! Gli aveva letto nel pensiero?! Yuuri si portò un braccio sugli occhi, coprendosi il viso quel tanto che bastava per nascondere il rossore sulle sue guance.

"No, figurati! Non c'è problema." affermò, mostrandosi più tranquillo di quanto non fosse.

Poi la sua mente volò altrove. Ripassò nella testa le coreografie. Chissà se aveva fatto un buon lavoro... Bernard gli aveva detto che erano perfette. Ma ovviamente lui quella sicurezza non riusciva ad averla. Si girò su di un fianco. Dischiuse gli occhi. Si accorse di essere solo. Sentì lo scorrere dell'acqua in bagno. Evidentemente il suo allenatore era andato a farsi una doccia. In effetti, non era una cattiva idea...

Alla fine la stanchezza ebbe il sopravvento. E Yuuri crollò in un sonno profondo.

Quando Bernard uscì dal bagno, vide il ragazzo placidamente addormentato, disteso sul letto ancora completamente vestito, e si soffermò ad osservarlo. Non riusciva a definire cosa provasse per lui. In quel momento gli faceva una gran tenerezza. Quando pattinava invece riusciva a sedurlo come nessun altro, facendo vibrare ogni fibra del suo corpo. Alcune volte l'aveva fatto arrabbiare. Altre l'aveva sorpreso. Gli aveva fatto provare talmente tante emozioni che non avrebbe saputo elencarle. Sorrise, accarezzandogli piano i capelli. Gli tolse le scarpe ed i vestiti e lo coprì con una coperta. Poi si accomodò nel letto accanto, e rimase in attesa che si svegliasse.



Quando Yuuri mise piede per la prima volta sulla pista del Salt Lake City Sports Complex, provò un'emozione tale che quasi credette di svenire. Al termine dello scorso Gran Prix, aveva creduto che non avrebbe mai più vissuto nulla del genere. E invece, eccolo lì, di nuovo, con i pattini ai piedi. L'ultimo allenamento prima della gara. Degli altri partecipanti, ne conosceva di vista solo un paio. Ma non gliene importava un gran che in verità. Respirò a fondo, appoggiandosi ai pannelli che circondavano la pista. Si sentì osservato e voltandosi incontrò lo sguardo di Bernard. Lui gli fece segno con la mano di andare, e Yuuri annuì, per poi avviarsi finalmente sulla superficie ghiacciata. Si riscaldò eseguendo delle sequenze di passi. Quindi provò alcuni salti, che stranamente gli riuscirono. Ed a seguire altri passaggi delle sue coreografie. Si sentiva molto teso, ma non nervoso. Piuttosto avrebbe potuto definire quella sensazione come una sorta di eccitazione. Era impaziente che la gara iniziasse. Non vedeva l'ora di dimostrare quello che sapeva fare. Se solo Victor avesse potuto vederlo, sarebbe stato orgoglioso di lui. Questo si disse, prima di lasciare la pista. Mancavano poche ore ormai. Poche ore, e lo spettacolo sarebbe cominciato.



"E ora, il giapponese Katsuki Yuuri, medaglia d'argento nel singolo maschile dello scorso Gran Prix. Per il suo Short Program, pattinerà sulle note dell'Etude in D minor di Alexander Scriabin"

Yuri on Ice - Tutto quello che per noi si chiama amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora