Capitolo 10

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Yuuri doveva esibirsi per primo nello Short Program. Non gli piaceva essere il primo. Ma almeno così si sarebbe tolto subito il pensiero. Un respiro profondo. Le mani appoggiate ai pannelli che circondavano la pista. Testa bassa. Occhi chiusi. Bernard si accostò al suo orecchio:

"Conquistali tutti, Yuuri. Puoi farlo.".

Il giovane annuì. Una stretta di mano con il suo coach. Poi finalmente il pattinatore nipponico raggiunse il centro della pista, sotto una pioggia di applausi. Non si sarebbe aspettato una simile accoglienza. Raccolse su di sé il calore del pubblico. Sapeva che anche dal suo Paese lo stavano guardando. I suoi genitori, Mari, Minako, Yuko, e gli altri. E non solo. Due occhi del colore del ghiaccio erano puntati su di lui. Li sentiva addosso. E li avrebbe calamitati su di sé, come quelli di ogni singolo individuo che avrebbe assistito alla sua esibizione.

La musica partì, l'Etude in D minor di Alexander Scriabin. Yuuri si fuse con essa, il suo corpo sembrò diventarne l'origine. Danzò sulle note di quella melodia come se ne fosse parte, in un variegato equilibrio di forza ed eleganza, dolcezza e tristezza. Qualche incertezza nei salti. Lo sapeva, erano sempre stati il suo punto debole. Una mano sul ghiaccio. Maledizione! Avrebbe abbassato il suo punteggio. Nonostante l'errore Yuuri non si deconcentrò e portò a termine la coreografia. Un boato lo investì non appena la musica cessò. Ce l'aveva fatta. Aveva conquistato il pubblico. Anche Bernard lo stava applaudendo. Mentre tornava a bordo pista, in un gesto quasi involontario Yuuri guardò in direzione di Victor. L'aveva visto battergli la mani, ma era come se attendesse una conferma da lui, nonostante non fosse più il suo coach. Il russo gli sorrise e mosse la testa in segno di approvazione. Bernard evitò di interferire e si limitò ad attirare l'attenzione di Yuuri mettendogli una mano sulla spalla.

"Andiamo." lo esortò, scortandolo al kiss and cry.

Il punteggio tardava ad arrivare. Yuuri stava sudando freddo. Deglutì rumorosamente. Bernard gli portò un braccio intorno alle spalle e provò a rassicurarlo:

"Tranquillo. Avrai un buon punteggio.".

E così fu. Con la sua esibizione Yuuri sfiorò i 100 punti. Se non avesse appoggiato la mano sul ghiaccio, li avrebbe di certo superati. Si rimproverò per quello stupido errore. Ma se non altro poteva tirare un sospiro di sollievo. Si spostò nell'interno della struttura. Dagli schermi osservò le esibizioni degli altri atleti in gara. Otabek si piazzò subito sotto di lui in classifica, e Phichit terzo. Quando arrivò il momento di Yurio, Yuuri decise di guardarlo direttamente dagli spalti, ed insieme a Bernard prese posto tra il pubblico.

"Ed ora scenderà in pista il russo Yuri Plisetsky, medaglia d'oro nel singolo maschile dello scorso Gran Prix. Pattinerà sulle note di un brano tratto da "Il lago dei cigni" di Tchaikovsky"

Il giovane pattinatore russo aveva raccolto i capelli ed indossava un costume che, nella parte superiore, ricordava realmente il piumaggio di un cigno, per via del disegno della leggera stoffa. I colori dominanti erano il bianco e il nero, come a voler rappresentare morte e vita intrecciate insieme. Gli bastò portarsi al centro della pista per aver tutti gli occhi puntati su di sè. La sua esile figura iniziò a muoversi non appena la musica prese il via. C'era una tale eleganza nei suoi gesti che era impossibile non venirne rapiti. Era sicuro di sè. Possedeva la determinazione di chi sa cosa vuole ed è disposto a tutto per averlo. Nei salti aveva un'elevazione incredibile. Quel corpo sottile come un giunco, emanava allo stesso tempo forza e grazia. Yuuri, per l'ennesima volta, si ritrovò a guardarlo estasiato. E tra sè pensò che non sarebbe stato facile batterlo.

Non fu tuttavia un'esibizione impeccabile quella di Yurio, ma gli valse comunque un punteggio di poco superiore al 100, proiettandolo in prima posizione.

Yuri on Ice - Tutto quello che per noi si chiama amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora