Capitolo 17

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Era una splendida mattina di primavera a New York. Avevano scelto quella città per compiere quell'importante passo, dal momento che nei rispettivi Paesi d'origine non potevano farlo. Erano arrivati un paio di giorni prima. Non c'erano molte persone insieme a loro. I due testimoni, Bernard e Yakov. Pochi amici: Phichit, Celestino, Christophe e, in rappresentanza degli atleti con cui da quasi due anni Yuuri si allenava a San Pietroburgo, Mila e Yurio, quest'ultimo accompagnato da Otabek. A dirla tutta, la faccia del biondino russo sembrava quella di uno trascinato a forza nell'ultimo posto al mondo in cui avrebbe voluto essere, ma la sua era soltanto una maschera, giusto per non sembrare troppo interessato alla cosa. Per concludere, ovviamente, erano presenti i familiari più stretti di entrambi. Per Yuuri dal Giappone erano arrivati mamma, papà e sorella, che avevano accolto con gioia la notizia appena il figlio gliel'aveva annunciata. Mentre dalla Russia erano giunti i genitori di Victor, e questo aveva del miracoloso, dal momento che il padre di lui, uomo caparbio e coriaceo tradizionalista, non era affatto intenzionato ad accettare quella situazione, e se aveva deciso di partecipare a quell'evento, quasi sicuramente era stato solo per non dover più sopportare le martellanti e lamentose preghiere della sua consorte, testarda quanto lui ma più aperta di vedute.

Yuuri e Victor non avevano voluto pubblicizzare la cosa. Non volevano che stampa e giornalisti guastassero quel giorno. Erano semmai dispiaciuti per gli amici che non potevano essere presenti, come Minako, Yuko, Takeshi... Ma si erano ripromessi che sarebbero andati presto a trovarli, ed avrebbero festeggiato anche con loro.

I due protagonisti della giornata si presentarono mano nella mano nella sala adibita all'evento. Victor portava con disinvoltura un elegante completo bianco, con camicia azzurra e cravatta in tinta. Mentre Yuuri indossava pantaloni neri, dal taglio classico, una giacca leggermente lunga sui fianchi, camicia bianca e cravatta color vinaccia. Salutarono col sorriso i presenti e poi si fermarono davanti all'autorità che avrebbe ufficiato la cerimonia. Entrambi sapevano che quello che stavano facendo ben poco contava in Russia, o in Giappone, così come un altri Paesi. Ma quella era un'altra promessa che si erano fatti e che volevano mantenere, nonostante i loro cuori fossero da tempo legati da un vincolo che andava ben oltre limitanti leggi e convenzioni.

Gli anelli che si scambiarono durante il rito civile, erano gli stessi che già si erano donati a Barcellona, ma su entrambi avevano fatto incidere i nomi l'uno dell'altro e la data del loro matrimonio.

A conclusione di tutto, Phichit partì con un entusiasta applauso, al quale si unirono tutti i presenti, tranne il serioso padre di Victor. Da lui di più non si poteva pretendere.

Pranzarono insieme in un ristorante scelto appositamente dai novelli sposi. Dopodichè, chi doveva partire, partì, e quando giunse la sera nella grande metropoli americana erano rimasti soltanto Yuuri e Victor, che si erano presi qualche giorno di vacanza dagli impegni quotidiani per festeggiare. In pratica, una breve luna di miele.

Rientrarono in hotel quando ormai era già buio. Non avevano fame, così non si fermarono nemmeno al ristorante interno e salirono direttamente in camera. Yuuri si tolse giacca e cravatta, si avvicinò alla finestra e si perse con lo sguardo nel dispiegarsi di luci della città.

"Vuoi uscire?" gli chiese Victor, abbracciandolo da dietro e posandogli il viso su una spalla.

"No. Andremo in giro domani." rispose lui "Adesso voglio stare da solo con te.".

"Dimmi Yuuri, sei felice?"

Domanda strana, in quel momento... Sì, strana, ma non se a farla era Victor.

Yuuri sorrise.

"E tu, Victor, sei felice?" replicò in un carezzevole sussurro.

"Non si risponde a una domanda con un'altra domanda."

"E allora tu evita di farmi queste domande... la risposta la sai già..."

Yuuri si girò tra le braccia del compagno, fino a trovarsi con il petto contro quello di lui. Prese il suo viso tra le mani, lo accostò al proprio e poi lo baciò. Si assaporarono. Lentamente. Senza fretta. Conquistando l'uno la bocca dell'altro. E intanto si avventuravano in ardite carezze, oltrepassando l'inconsistente ostacolo dei vestiti per giungere sulla pelle nuda. Yuuri si lasciò sfuggire un gemito quando sentì la mano di Victor addentrarsi nella biancheria fino ad impossessarsi del suo sesso. Continuò a baciarlo, mentre le dita di lui alimentavano sapientemente la sua eccitazione. Poi inaspettatamente si scostò dalla sua bocca.

"Aspetta..." gli bisbigliò con voce languida, inginocchiandosi ai suoi piedi. Gli abbassò i pantaloni e i boxer e baciò la sua erezione, per poi percorrerla con la lingua fino a prenderla tra le labbra. Gli afferrò i glutei con entrambe le mani e sentì i suoi muscoli tendersi e vibrare di piacere. Yuuri giocò così per un po', ben sapendo quanto fosse eccitante per Victor. Ma non voleva far finire tutto troppo in fretta. Perciò si rialzò in piedi, notando una smorfia di delusione sul volto del compagno. Gli si spogliò davanti, sentendo i suoi occhi accarezzarlo con lo sguardo. Anche Victor si liberò dei vestiti, e si distese sul letto. Yuuri si portò su di lui. Lo baciò sul basso ventre, e scese lentamente. Si fermò sfiorando con le labbra il suo sesso fremente. Si mise a cavalcioni su di lui, stringendo i suoi fianchi tra le gambe. Lo guardò negli occhi mentre lo faceva entrare dentro di sé, scendendo piano, e poi risollevandosi un po', in un movimento lento e continuo che eccitava entrambi. Si morse il labbro inferiore nel sentire Victor spingere con in bacino per penetrarlo completamente, e lo lasciò fare, trattenendo i gemiti e tramutandoli in profondi respiri. Victor sollevò la schiena mettendosi seduto, e Yuuri accompagnò i suoi movimenti tenendolo dentro di sé. Ricominciarono a baciarsi mentre i loro corpi si muovevano all'unisono, ondeggiando in un moto che continuava a cambiare ritmo. Victor spense un grido tra le labbra del compagno quando raggiunse l'orgasmo. Posò la fronte sulla sua spalla, respirando affannosamente. Prese fiato e lo baciò ancora, impossessandosi avidamente della sua bocca. Strinse le dita intorno alla sua erezione. Sentì le sue mani sulla schiena, le sue unghie graffiargli la pelle, mentre indugiava dentro di lui, nel suo calore. Poi lo fece stendere al proprio fianco, lasciando a malincuore che i loro corpi si separassero. Si chinò su di lui, baciò il suo sesso teso, lo accarezzò con la lingua, ed infine lo cinse con le labbra. Mentre i languidi mugolii di Yuuri si tramutavano in trattenuti gemiti, Victor scostò la bocca dalla sua erezione e con la mano lo portò all'apice del piacere. Poi si sdraiò accanto a lui, posando la testa sul suo petto ed avvolgendolo con un braccio.

"Victor..." Yuuri lo chiamò piano.

"Dimmi." gli rispose lui, senza muoversi dalla comoda posizione che aveva trovato.

"Ascolta... prima che ci addormentiamo... io vorrei..."

Yuuri voleva semplicemente chiedergli di spostarsi per poter andare un attimo in bagno, ma Victor non gli lasciò finire la frase.

"Dormire?" si stupì il russo, portandosi sopra il compagno e guardandolo dritto negli occhi.

"Sì... insomma... io..."

"Questa è la nostra prima notte di nozze, non vorrai dormire?!"

Le guance di Yuuri presero colore.

"E cosa vorresti... fare?" azzardò, rendendosi subito conto di aver fatto una domanda idiota. Victor aveva scritto in faccia che cosa gli stava passando per la testa.

Si scambiarono una complice occhiata e si sorrisero, per poi riprendere a baciarsi, ed a toccarsi, con passione, con desiderio, come se quella fosse l'ultima notte della loro vita, o semplicemente la prima di tante altre che sarebbero venute... Perchè l'amore è fatto anche di questo. Di corpi che si cercano e si uniscono, donandosi reciproco piacere. Di cuori che battono all'unisono, ed a volte spezzano il ritmo, conciliando le singole diversità. Di anime sole destinate ad incontrarsi per riempire di calore il vuoto delle loro solitudini. Di promesse da mantenere e sogni da realizzare. L'amore ha mille volti, mille nomi, mille sfumature. Per amore si può dire addio a qualcuno. Per amore si torna. Per amore si resta. Esistono l'amore fisico, eros, e l'amore incondizionato, agape. Amore è anche il calore della famiglia. Amore è ciò che si riversa nelle proprie passioni. Amore sono due braccia che ti stringono quando ne hai bisogno. Amore sono due occhi che ti guardano per indicarti la via quando ti senti smarrito. Amore è un porto sicuro in cui rifugiarsi, oppure un mare in tempesta in cui perdersi. Amore è questo e molto di più. E più di ogni altra cosa, amore è tutto ciò che ogni giorno ci fa sentire vivi.

Yuri on Ice - Tutto quello che per noi si chiama amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora