Chapter 1|London

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Quando le parti saranno scritte così "E allora..." vorrà dire che la persona che parla sta parlando in italiano

"Aeroporto di Fiumicino" era scritto a caratteri cubitali davanti alla struttura.
Finalmente me ne andrò via da questo posto penso.
Chi non è di Roma pensa "Oddio è il posto più bello del mondo, perchè mai lasciarlo?". Io che ci vivo da ben 23 anni, so perchè lasciarlo.
Lì le persone ti giudicano per ogni azione. Se ti vesti diversamente, hai i capelli di un colore diverso, mangi cibo diverso, parli un'altra lingua, insomma se sei la pecora nera nel gregge di pecore bianche, ti giudicano senza nemmeno conoscerti.
Io lo so, ho provato ciò su pelle. Solo perchè avevo i capelli colorati da ragazza, avevo un piercing e vestivo sempre di nero, mi giudicavano. Pensavano fossi un'Emo. Non ho nulla contro di loro, mi piace il loro stile, ma non volevo che mi si desse un'etichetta.
E finalmente, dopo anni di risparmi, ho realizzato il mio sogno, anche se ci rimarrò per poco, finalmente potrò dire "Io sono andata a Londra"
Tra tutti questi stupidi pensieri, mi ritrovo al check-in, dove mia madre e mio fratello mi salutano, facendosi scappare anche qualche lacrima.
  
                         *    *    *    *
Dopo una mezz'ora circa sono sulle scalette che mi portano all'interno dell'aereo.
Trovo il mio posto, posiziono il bagaglio a mano sopra il sedile, mi sistemo e metto il telefono in modalità aereo.
Prendo le cuffie e sento la musica, mentre con gli occhi guardo ogni angolo di questo posto. La stoffa blu del mio sedile è un po' rovinata, come quelle vicino a me. Per terra c'è della moquette, sempre blu, con qualche lineetta nera. La maggior parte dei finestrini sono chiusi, tranne il mio, che tirai giù appena salita, per godere del panorama che mi offriva questo aggeggio. Ogni tanto passava un'hostess, per vedere se tutto andasse bene, e alla fine decisero di dirci che stavamo per decollare, facendo accendere il segnale di mettere le cinture. La misi subito e dato che non c'era nient'altro da guardare decisi di cambiare canzone, dato che quella che stavo ascoltando era troppo noiosa.
Decisi anche di prendere il quaderno di inglese, dove c'erano le cose più importanti da ricordare, per tenere una conversazione normale con un madrelingua, e per far si di non dire stupidaggini. Sì, perchè conoscendomi potrei fare qualche figura orribile e marcire nella vergogna.
Per fortuna il passeggero che aveva il posto affianco al mio non è venuto, altrimenti sarebbe stato un viaggio imbarazzante.
Dopo 10 minuti di ripasso, decido che quello è troppo noioso quindi prendo il kindle e leggo uno dei libri che ho comprato per il viaggio. "Noi siamo tutto", questo è il nome del romanzo. Avevo visto il trailer in televisione, la storia mi ha intrigato e alla fine ho deciso di comprarlo.
Meno male che ho il kindle, altrimenti non avrei potuto leggere per tutta la permanenza in Inghilterra, dato che lì vendono solo libri in inglese.

                        *    *    *    *
Credo di essermi addormentata mentre leggevo.
Non è possibile che il viaggio sia durato così poco. Due minuti fa mi ritrovavo a Roma, mentre ora sono all'aeroporto di Londra.
Mi sono addormentata, questa è l'unica spiegazione logica.
Appena questo coso tocca terra e ci danno il permesso di uscire, con un balzo vado via dal mio posto e in poco tempo ho raccolto tutta la mia roba.
Esco fuori per prima e con una corsa di pochi secondi mi ritrovo dentro. Vado al ritiro delle valigie dove mi aspetta la mia rossa. La riconosco subito e mi dirigo verso l'uscita dove mi aspettava una sorpresa.

Holaa
Questa è "31 days" se non si fosse capito dal titolo.
Non ho mai scritto un capitolo così lungo. Maiiii. Ma vorrei far si che questa storia abbia capitoli lunghi. Non vi prometto niente, ma ci proverò.
Nel prossimo capitolo ci sarà l'incontro fra i due personaggi principali.
E con questo io mi dileguo.
All the love xx C.

31 days | Harry Styles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora