Capitolo 17: Pontelagolungo

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Il gruppo salì sulla chiatta dell'uomo che si mise al timone a poppa mentre i nani, Evelyn e Bilbo andarono a prua; discesero il fiume che sfociava nel lago inghiottito da una cupa e fitta nebbia. Evelyn si appoggiò alla balaustra e guardò l'acqua nella quale galleggiavano delle piccole e sottili lastre di ghiaccio a testimonianza del fatto che la temperatura era notevolmente bassa. In effetti, Evelyn iniziò a sentire freddo anche perché non si era ancora completamente asciutta dopo la folle corsa sulle rapide del fiume. Allora, tirò fuori dalla sua bisaccia la mantella che fortunatamente non si era bagnata in modo eccessivo, se la mise addosso e si sedette. Thorin le si avvicinò, appoggiò la mano sulla sua spalla e le disse dolcemente sorridendo, "Tra un po' sarà tutto finito e poi potrai rilassarti!". Evelyn annuì ricambiando il sorriso.

All'improvviso apparve ciò che restava della vecchia città di Pontelagolungo distrutta da Smaug, cioè un gruppo di enormi colonne, alcune delle quali erano ancora provviste di volte. "Attenzione!", urlò con timore Bofur. Guardarono tutti con apprensione le colonne tra le quali l'uomo condusse la chiatta con maestria. Thorin si girò verso l'uomo e domandò con severità, "Che stai cercando di fare, affogarci?". "Sono nato e cresciuto in queste acque, Mastro Nano! Se volessi affogarvi, non lo farei qui", rispose l'uomo con fermezza. "E basta con questo sfrontato uomo di lago! Gettiamolo dalla barca e facciamola finita!", dichiarò Dwalin irritato. "Oh, Bard! Il suo nome è Bard!", replicò Bilbo con tono risoluto. "Come lo sai?", chiese Bofur con curiosità. "Ah...gliel'ho chiesto!", esclamò lo hobbit. "Non mi interessa come si chiama! Quello non mi piace!", affermò Dwalin con inflessibilità. "Non ci deve piacere per forza. Dobbiamo solo pagarlo", asserì con posatezza Balin mentre stava contando i soldi che ogni componente della compagnia aveva dato per raggiungere la somma da corrispondere a Bard. "Su forza ragazzi, svuotate le tasche!", disse Balin dopo aver finito di contare il denaro. A quell'affermazione, i nani sospirarono e si guardarono tra di loro contrariati. "Come sappiamo che non ci tradirà?", domandò Dwalin sottovoce. "Non lo sappiamo!", rispose Thorin con apprensione. "C'è solo un piccolo problema...ci mancano dieci monete", dichiarò Balin mentre stava nuovamente contando i soldi. Thorin passò avanti a Dwalin, si appoggiò alla balaustra, incrociò le braccia al petto e assunse un'espressione seria. "Gloin!", esclamò poi voltandosi verso il nano. "Avanti! Dacci quello che hai!", intimò fermamente Thorin. Gloin fissò il re con aria allibita e replicò con risolutezza, "Non guardate me! Io sono stato dissssanguato da questa avventura! Che ho ottenuto del mio investimento? Nient'altro che miseria e dolore...". Intanto che Gloin si lamentava, ad un certo punto, l'attenzione di Thorin e di tutti i nani fu attirata da qualcosa. Evelyn guardò verso il punto dove stavano guardando tutti e vide comparire tra la nebbia la Montagna Solitaria; la osservarono tutti ammutoliti. Ad un tratto Gloin esclamò, "Per la mia barba!". Poi porgendo a Balin un sacchetto con dentro il denaro dichiarò commosso, "Prendi! Prendi tutto quanto!".

All'improvviso, Bilbo si schiarì la voce e fece un cenno con la testa verso Bard; si voltarono tutti in quella direzione e videro che l'uomo si stava avvicinando. "Il denaro, presto, datemelo!", intimò Bard con premura. "Ti pagheremo quando avremo le nostre provviste, non prima!", rispose Thorin con decisione. "Se apprezzate la libertà, farete come vi dico! Ci sono guardie più avanti!", affermò l'uomo con risolutezza. Allora tutti controllarono per verificare la situazione e intravidero i pontili all'ingresso della città sui quali stavano effettivamente transitando delle guardie.

Thorin osservò Balin e gli fece un cenno; a quel punto il nano prese i soldi e li diede a Bard che disse, "Entrate tutti nei barili!". I nani fecero come ordinato dall'uomo e anche Evelyn stava per fare ciò che richiesto, quando Bard dichiarò, "No! Voi no! Potete rimanere fuori. La presenza di una donna di solito non desta troppi timori e sospetti". Evelyn fissò l'uomo poco convinta e poi guardò Thorin la cui espressione infastidita fece intendere che non fosse molto d'accordo con la decisione di Bard. "Ah, basta che non usiate né la magia né le vostre armi che vi converrà nascondere!", aggiunse poi l'uomo abbozzando un sorriso beffardo. Evelyn avanzò verso il nano e asserì con tono quieto sorridendo, "Non ti preoccupare! Sono comunque qui. Non vado di certo da nessuna parte". Allora Thorin, seppur controvoglia, acconsentì ed entrò nella botte e, dopodiché, Evelyn gli passò le sue armi.

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