Capitolo 16: il Reame Boscoso

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Evelyn si voltò a guardare il portone chiuso alle sue spalle e pensò, Adesso non si torna indietro! Cautamente riprese a seguire il gruppo che si inoltrò in un regno semisotterraneo attraversando una serie di ponti e scale sia in pietra sia in legno, ricavati dalle enormi radici degli alberi e dalla struttura rocciosa dell'antro, che collegavano i vari livelli del reame. Le ampie volte erano sorrette da una serie di colonne, con la forma simile a quella degli alberi, ed archi e la luce filtrava da alcune aperture nelle pareti dalle quali, in alcuni punti, scorrevano delle piccole cascate; invece, al di sotto dei vari ponti, fluiva un ruscello.

Arrivarono nella sala del trono dove ad attenderli vi era il re seduto sullo scranno situato in posizione rialzata; Evelyn osservò il trono e notò che si trattava in pratica di un albero incavato. Il re degli Elfi Silvani indossava una lunga tunica color argento e reggeva in mano uno scettro di quercia intagliato. Aveva i capelli lunghi e dello stesso colore di quelli di Legolas con il quale Evelyn notò una somiglianza; sul capo indossava una corona di bacche e foglie rosse.

Giunsero al cospetto del re che si degnò a mala pena di guardarli girando lievemente la testa verso di loro. "Bene! Chi si rivede?! Thorin!", esclamò con impassibilità. E io che mi lamento dell'atteggiamento presuntuoso di Thorin! Il re degli Elfi Silvani non è da meno!, pensò Evelyn infastidita.

Poi l'elfo posò il suo sguardo su Thorin e lo fissò con severità quando, all'improvviso, ordinò alle sue guardie di portare i nani nelle celle, tranne il loro re. I nani cercarono di ribellarsi mentre Thorin guardò i suoi amici con apprensione. Adesso che faccio? Seguo gli altri o sto qui a vedere cosa vuole il re degli elfi da Thorin?, rifletté Evelyn osservando prima Thorin e poi il gruppo che si allontanava. Ci pensò un attimo e dopodiché dichiarò, Oh, sono troppo curiosa! Scoprirò dopo dove stanno portando gli altri!

Quatta quatta Evelyn si andò a posizionare ai piedi della scalinata che conduceva al trono, sul lato destro, vicino al muretto che delimitava l'area della sala. Il re si alzò e posò lo scettro; assunse una postura altezzosa incrociando le braccia dietro la schiena, scese le scale e avanzò con passo lento verso Thorin. Poi gli passò oltre guardandolo con la coda dell'occhio.

"Qualcuno immaginerebbe che una nobile impresa sia imminente. Un'impresa per riavere una terra natia", esordì il re degli elfi mantenendo sempre un atteggiamento distaccato. "E annientare un drago", terminò voltandosi verso Thorin. Il re dei nani rimase calmo e non manifestò alcuna emozione. "Personalmente, sospetto un motivo molto più prosaico...tentativo di furto!", asserì il re degli elfi avanzando nuovamente verso Thorin. "O qualcosa di quel genere", affermò poi fermandosi a lato del re dei nani e fissandolo. Ma è un vizio quello di dare del ladro a Thorin?!, pensò Evelyn sdegnata.

"Hai trovato una via per entrare?!", continuò il re degli elfi facendo un passo davanti al nano e chinandosi per poterlo guardare dritto negli occhi. "Cerchi quello che farebbe convergere sopra di te il diritto di regnare. Il gioiello del re...l'Arkengemma!", dichiarò portandosi in posizione eretta e indietreggiando, senza mai distogliere lo sguardo da Thorin, fino a giungere in prossimità delle scale. L'Arkengemma?! E cosa sarebbe?, pensò Evelyn incuriosita. Il nano, a quelle parole, abbasso gli occhi e assunse un'espressione malinconica. Poi alzò nuovamente lo sguardo verso il re degli elfi che proseguì abbozzando un sorriso beffardo, "E' prezioso per te oltre ogni misura...lo capisco questo!". L'espressione del re cambiò da derisoria a severa. "Ci sono gemme nella montagna che anche io desidero...gemme bianche di pura luce stellare", affermò con tono quieto. Thorin guardò il re con perplessità. "Io ti offro il mio aiuto!", asserì il re degli elfi chinando la testa. Dopo alzò gli occhi sul nano e attese una sua risposta. Il re dei nani abbozzò un sorriso e replicò pacatamente, "Ti ascolto!". "Ti lascerò andare solamente se restituisci quello che è mio!", dichiarò il re degli elfi con fermezza.

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