Capitolo 8: giganti di pietra

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Evelyn, prima di rientrare in camera, fece una passeggiata per rilassarsi; l'atmosfera incantata che aleggiava su Gran Burrone aveva su di lei un effetto calmante e rigenerante. Però non poté fare a meno di pensare a quello che era accaduto poco prima, Cosa gli avrò mai fatto di male? Sarà perché non concorda sul fatto che una donna si unisca al suo gruppo?! Ma io non sono una donna qualsiasi! Sono una strega e la mia magia potrebbe essergli d'aiuto! Possibile che non lo capisca?!

Ad un tratto, ebbe la sensazione che qualcuno la stesse seguendo e pensò di trattasse di Fili o di Thorin; si girò e, invece, vide un uomo alto, con barba e capelli lunghi e bianchi, che indossava una lunga tunica bianca e reggeva in mano un bastone nero alla cui estremità vi era una pietra bianca. Ci mise poco a capire che si trattava di Saruman il Bianco.

"Ma non mi dire...Evelyn!", esordì lo stregone avvicinandosi lentamente. Evelyn, presa alla sprovvista, esitò un momento e poi fece un inchino. "Sei cresciuta dall'ultima volta che ti ho vista e sei anche diventata molto bella. Aveva proprio ragione mio nipote!", disse Saruman abbozzando un sorriso. Evelyn guardò lo stregone stupita e domandò, "Ma perché, Jago vi ha parlato di me?". "Oh, sì! Mi parla spesso di te!", replicò Saruman sorridendo maliziosamente. Evelyn abbozzò un sorriso per cercare di nascondere l'imbarazzo. "Mi aveva detto che saresti venuta nella Terra di Mezzo", dichiarò lo stregone. Ma farsi gli affari suoi?!, pensò stizzita Evelyn, però mantenendo esternamente un'espressione quieta. "Sai, alla fine ha deciso di venire anche lui qui!", asserì Saruman con tono malizioso. Alla rivelazione dello stregone, Evelyn rimase sconcertata e chiese subito con apprensione, "Jago è qui a Gran Burrone?". "Oh no! Lui è rimasto a Isengard", rispose Saruman. Ah, per fortuna!, pensò Evelyn sollevata. "Ma Jago mi aveva anche detto che saresti venuta con la tua amica! E dov'è?", affermò lo stregone con un tono malandrino. "Oh...beh...lei...lei ha preferito fermarsi un po' di più a Minas Tirith. Mi raggiungerà in seguito", dichiarò Evelyn esitante. Saruman annuì con poca convinzione. "Magari le farebbe piacere sapere che Odhran ha accompagnato mio nipote", disse lo stregone con un sorriso beffardo. Oh no! Anche lui è qui!, protestò Evelyn sconfortata. "Beh, se nel vostro viaggio vi capiterà di passare nei pressi di Isengard, potreste venire a trovarci!", propose Saruman. "Ma certo! Non mancheremo!", replicò Evelyn abbozzando un finto sorriso. Ma neanche morta! Non ho alcuna intenzione di vedere Jago e Kaytria non saprà mai che Odhran è qui!, questionò tra sé Evelyn. "Adesso vogliate scusarmi, ma sono un po' stanca e vorrei ritirarmi nella mia camera", asserì Evelyn con calma, nonostante dentro di sé ci fosse un vulcano in eruzione. "Certamente! Ti auguro una buona notte!", rispose cordialmente lo stregone. "Grazie! Anche a voi!", replicò Evelyn facendo un inchino.

Evelyn si incamminò e, non appena fu fuori dalla visuale di Saruman, si mise a correre; giunta davanti alla sua camera, vi entrò con impeto e chiuse velocemente la porta alla quale rimase appoggiata intanto che cercò di riprendere fiato. "Non ci posso credere! Quell'impertinente mi ha seguita fino a qui!", protestò con rabbia annaspando. Poi si voltò e avanzò lentamente all'interno della stanza. Scorse la lettera di Kaytria che giaceva sul pavimento dove l'aveva lasciata cadere poco prima che arrivasse a chiamarla suo zio. La raccolse e la posò sul tavolo. Dopo prese un altro foglio e scrisse:

Kaytria,

ho incontrato lo zio di Jago e mi ha detto che lui si trova nella Terra di Mezzo.

Per mia fortuna non è a Gran Burrone, ma è rimasto a Isengard.

Dopodiché inviò il messaggio alla sua amica. Poi si avvicinò alla finestra, la aprì e ammirò il paesaggio notturno di Gran Burrone. Sospirò e mormorò, "Comunque, adesso è inutile che me la prenda. Sarà meglio dormirci su!". Detto ciò, chiuse la finestra, si svestì, indossò la camicia da notte e andò a dormire.

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