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_=Ho viaggiato troppo e visto troppo per ignorare la disperazione della galassia.=_
Lor San Tekka (Il risveglio della Forza)

Appoggiò lentamente i piedi a terra, la superficie fredda era quasi piacevole rispetto al caldo soffocante delle coperte.
Scostò il tessuto pesante e si alzò senza far rumore e andò a passi sicuri verso la porta...non era mai stata in questa parte della base, non che non si fosse mai fatta male in qualche modo, ma era stata solo in infermeria. Fece ingresso nel corridoio, non c'erano molte porte che si affacciavano su di esso, le superò di fretta, ma quando passò vicino all'ultima si bloccò.
La mano sfiorò quasi con volontà propria la maniglia e prima che potesse rendersene conto era già all'interno della stanza scura.
Con il fiato stranamente pesante si chiuse la porta alle spalle e avanzò incerta, forse si era sbagliata...o forse non aveva mai provato una cosa del genere. Quando si era alzata era stato come ritrovarsi in mezzo ad una tempesta, la sensazione era quella di un vento forte che cercava di buttarla giù; poi gli occhi avevano messo a fuoco l'ambiente che la circondava: il paesaggio freddo, il cielo chiazzato dalla neve che non smetteva di scendere...cosa le era successo?
Aveva un gran mal di testa e solo ora si accorse dei vari tagli presenti sulle braccia e del dolore che solo ora sembrava essersi svegliato, esattamente da quando aveva messo piede in quella stanza.
La luce fioca non permetteva di vedere molto, ma ormai gli occhi si erano abituati all'oscurità, perciò riuscì a distinguere qualcosa poco distante da lei.
Non era molto stabile nel camminare, sembrava quasi che fosse talmente fragile da poter cadere ad ogni passo, ma non era così, si sentiva sì dolorante, ma era viva, nonostante tutto era lì..e anche lui.
Rey fece salire lentamente lo sguardo fino al viso. Non credeva di poterlo guardare, come se per lei fosse qualcosa di proibito, di talmente pericoloso da doverne stare lontana. Sì, per lei era pericoloso stargli vicino, aveva paura delle scosse che le dava ad ogni sguardo, era talmente spaventata da sé stessa e da cosa stava provando ora che era ferma, lì, vicino alla causa delle sue paure. Contemporaneamente sapeva che più poteva vederlo più si sentiva tirata giù da una forza sconosciuta, un energia strana che la faceva sprofondare.
Voleva allontanarsi, correre, perdersi nella tempesta che si vedeva dalla finestra, scappare, fuggire da...tutto. Voleva solo far smettere l'emergere di risposte che le stavano occupando la mente, smettere di pensare, l'attesa di una soluzione la stava consumando e l'unico sollievo sembrava fare ancora un passo, ancora uno, un'altro più incerto verso di lui, anche se le sembrava di dover trattenere il fiato nel mentre.
Si sedette al suo fianco, attenta a non toccarlo, sapeva che sarebbe stata la fine del controllo, e lo guardò di nuovo.
Non riconosceva quelle ferite, ma d'altronde anche lei aveva nuove cicatrici. Le cadde l'occhio su una più vecchia, più in evidenza, lei gliel'aveva procurata, non lo poteva dimenticare quel giorno. Percorse piano la scia che aveva lasciato la lama della spada laser, ma, come se si fosse scottata, si affrettò ad allontanare la mano. Improvvisamente non riuscì a tirare indietro il braccio, sussultò alla sensazione del polso chiuso nella sua presa, la debolezza che provava mentre velocemente lui si era sollevato e aveva afferrato la sua mano prima che fosse troppo lontana e quegli occhi, scuri e in cui poteva precipitare, ora fissi nei suoi.
Rimasero l'uno di fronte all'altra, a poca distanza, il respiro che si sfiorava.
Ora la scossa era più forte, come se le corde che la stavano sorreggendo fino a quel momento si fossero tese.
-Rey- disse solo questo, un sussurro, un brivido nel sentire il proprio nome pronunciato in quel modo, con un qualcosa di diverso, di più intenso, di più elettrizzante di prima. Ben lasciò andare il suo polso che piano ricadde sul tessuto delle coperte, riempiendo il vuoto con un leggero tonfo su di esse, e portò la mano a sfiorarle il contorno del viso, una guancia, il mento, la osservò bene, rimanendo quasi sorpreso nel vedere lo stesso sguardo che doveva avere lui in quell'istante, vale a dire bramoso di quel contatto, desiderioso di far smettere quella tortura che rappresentava la distanza.
Fece scivolare le dita dietro la sua testa e la attirò a sé come se non potesse più sopportare oltre, ma decise di assaporare quei brividi, di torturarsi ancora due secondi. I respiri si mescolarono, gli occhi cercavano in ogni modo di mantenere il contatto visivo, anche se l'istinto li spingeva a chiudersi e di smetterla con questo prolungare, così, in preda ad un incontrollata impazienza, entrambi decisero di smettere. Le labbra si scontrarono in modo lieve, ma bastò ad annullare ogni cosa attorno a loro, come se non importasse nulla il luogo, il tempo o il freddo di quella notte.
Il bacio divenne più profondo, non bastava il semplice contatto. Ben si spinse in avanti e sentì lei far risalire le mani lungo le sue spalle, percorrergli il collo, passare tra i capelli e andare a stringerli lievemente tra le dita.
Istintivamente lui le portò un braccio dietro la schiena, ciò fece rabbrividire Rey, che avvertì le sue dita attraverso il tessuto sottile della veste che aveva addosso, e tracciò una linea lungo la spina dorsale, mentre con l'altra le stringeva delicatamente la nuca. Lei strinse le ciocche nere e le tirò leggermente e, quasi necessitando di avvicinarsi ancora, cercò un qualche appiglio per cercare di non soffocare.
Una lacrima scappò dal suo controllo e si mescolò a quel turbine di emozioni che stava provando, Ben sembrò accorgersene e, con grande difficoltà, si scostò di poco da lei.
-A che cosa stai pensando?-
Rey sembrò infastidita dell'interruzione, ma fu grata per poter respirare di nuovo...anche se soffocare non le dava poi così fastidio.
-Io...sono solo...non lo so...-
-Lo senti anche tu?- la interruppe prima che iniziasse a pensare a cosa dover dire e lei gli rivolse uno sguardo confuso. Moriva dal desiderio di poter sapere cosa gli stesse passando per la testa, anche lui si sentiva come lei?
-Puoi farlo, non te lo impedirò.- lei passò qualche istante a riflettere, il problema non era poter sentire i suoi pensieri, sentire le sue sensazioni....era solo spaventata da cosa avrebbe visto.
-No, non voglio.- rispose, forse un po' insicura. Ben la fissò, come se non riuscisse a distogliere lo sguardo Rey rimase incatenata dai suoi occhi per la seconda volta.
Passarono attimi silenziosi, ma che in realtà esprimevano ogni parola.
Gli occhi di lui sembrarono troppo lucidi, forse erano stanchi di tutto, pensò Rey...

Era stato come toccare qualcosa di invisibile, ma era lì, di fronte a lui, più la guardava e più sentiva il bisogno di attrarla a sé. Ben fece scivolare una mano vicino alla sua tempia, prese una ciocca e gliela portò dietro l'orecchio.
Ora i suoi occhi erano diversi, non erano pieni d'odio o di paura, erano bui, profondi, ma lei la vedeva, vedeva la luce che riflettevano.

-A cosa stai pensando?- chiese Rey ripetendo la stessa domanda che le aveva rivolto lui prima.
-A te.-
-Anch'io.- disse senza pensare, le parole le erano sfuggite.

- disse senza pensare, le parole le erano sfuggite

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"Tic"..."tic"..."tic"....era un suono incessante, si ripeteva ogni due secondi e quando ti sembrava di non sentirlo più iniziava a ripetersi ancora più forte, o almeno era questa l'impressione che dava.
Non rilevavano nulla da giorni ed era surreale che la calma che ci sarebbe dovuta essere si fosse trasformata in poco tempo in tensione.
Hux rivolse un ultimo sguardo alla console e si voltò, prese a camminare con passo veloce e in poco tempo si ritrovò di fronte a quelle porte. Fece un respiro e avanzò. Come al solito tutto era buio, poi la luce fredda comparve dal nulla, Snoke stava immobile e guardava dall'alto il generale.
-Attendo ordini, mio signore.-
-Ordini.-Hux sollevò lo sguardo e il Leader Supremo riprese a parlare - vede, generale, noi non ci basiamo sugli ordini, ma sugli obbiettivi. Qual è il suo?-
-Eliminare la Resistenza.-
Gli occhi di Hux riflettevano l'immagine dell'ologramma, Snoke non poteva non essere deluso, ma riconobbe che la colpa del loro fallimento non era da attribuire solo alla non poca sottovalutazione che il generale aveva avuto del nemico.
-Dia ordine di far rotta verso l'Orlo Esterno, una nave vi sta aspettando, riceverete presto nuovi comandi.-

Don't be afraid  _=Reylo=_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora