_=35=_

1.5K 110 23
                                    

Trattenne il fiato in attesa di qualcosa, un segno, anche che le dicesse che fosse stato tutto un grande errore sarebbe andato bene. Ma la sua era una mente troppo attaccata alle regole e troppo ragionevole a volte, per questo il rispetto che aveva nei suoi confronti era d'obbligo, per lei lo era.
Luke sapeva benissimo cosa le stesse passando per la testa, l'insicurezza era cosa naturale, ma quella paura, non sapeva dire se fosse un bene o un male. In fondo è la sensazione più facile da provare, ti prende all'improvviso e tu non sai cosa sia, perché hai quel brivido costante? Il problema è appunto quando si sa il motivo, è molto più pericoloso quando sai cosa ti spaventa, quando la mente non dà ascolto alla logica e le emozioni più pericolose vengono a galla e spesso c'è il rischio che ti portino ad una loro sopraffazione e perdi il controllo. D'altra parte è anche giusto conoscere le proprie paure, per sapere come combatterle e controllarle.

Probabilmente Rey si trovava in quella situazione di stallo in cui non sai se accettare o meno quella parte di te che prova tali emozioni. Ciò che non capiva era che non poteva né accettarla né respingerla, ormai si era già fatta strada nella sua mente e scacciarla, Luke lo sapeva, avrebbe portato solo dolore.

Forse per la frustrazione Rey si alzò di scatto e, volendo dimostrare più controllo di quello che aveva in quel momento, assunse un'espressione calma.
-Non sono pronta per parlare.-

La porta cigolò di nuovo e Rey si diresse a passo veloce all'esterno dell'edificio. Ogni passo era dolore, non doveva muoversi più di tanto con le ferite che aveva riportato, ma lei sembrava cercare di ignorare ciò.
Uscì e appena mise piede fuori prese un grande respiro, ormai la sensazione di soffocamento era diventata troppo costante.
Il vento era forte, i fiocchi gelati non la smettevano di fare vortici attorno a lei e di abbattersi contro il suo viso. Le nubi oscuravano in parte l'alba, che appariva come una luce sfocata in lontananza.
Rivolse lo sguardo avanti, la neve oscurava il paesaggio, affondò i piedi nello strato bianco che ricopriva il suolo. Avvertiva il freddo anche attraverso i capi pesanti che indossava. Voleva camminare, andare avanti, ma c'era qualcosa che la bloccava, che la stava consumando.
Quell'ombra non l'aveva ancora lasciata, si era aggrappata con tutte le sue forze a lei e la stava divorando a poco a poco. Si sentiva distrutta, come se il peso di tutto ciò che aveva vissuto le fosse crollato addosso all'improvviso. Abbassò lo sguardo sulle proprie mani, notando solo ora qualcosa sul dorso di quella destra, arrossata e percorsa da una scia rossa in rilievo, segno di una ferita recente.
Vide ancora la nave precipitare, l'ultimo sguardo al rivolo di sangue che macchiava la superficie bianca e fredda della neve, le luci provenienti da qualcosa che bruciava, sfocate attorno alla figura che si stava avvicinando a lei.
Sentì il respiro farsi pesante, le mani erano diventate rosse per il gelo, gli occhi faticavano a restare aperti.
L'incessante sensazione di parole che volevano uscire, ma che rimanevano bloccate e rendevano la gola secca, il mal di testa che aumentava.
La porta dalla quale era uscita fece un suono metallico e si chiuse, il rumore arrivò come un sibilo metallico e distorto dal vento, la fece rabbrividire. In quel momento cadde a terra, il contatto violento con il freddo la costrinse a chiudere gli occhi mentre iniziava a tremare.
Improvvisamente, prima che le forze le venissero completamente a mancare, qualcosa le circondò le spalle e le fece riacquistare un po' di equilibrio.
Rey cercò di allontanarsi, di fare forza con i palmi e respingere ogni aiuto, così si ritrovò ancora più imprigionata tra le sue braccia, troppo stanca per opporre un minimo di resistenza.

Tremava, a tratti sembrava che cercasse di fare respiri più profondi per mascherare l'agitazione e i singhiozzi, le mani erano strette, aggrappate, alla giacca di Ben, a volte allentavano la presa sul tessuto, ma dopo poco ritornavano a tenerlo più forte di prima.
Ben trovò che la cosa più naturale fosse il semplice gesto con cui la stava stringendo, come se potesse in qualche modo proteggerla, anche se in realtà sapeva che non poteva, il gelo e il vento stavano attaccando entrambi e si stava facendo strada attraverso la pelle, ricoperta ormai dai fiocchi taglienti che il vento scagliava su di loro.
Presa da un bisogno disperato di allontanarlo, ma anche di farlo avvicinare, Rey si aggrappò ancora più a lui, facendo vincere la parte di lei che ne sentiva il disperato bisogno. Emise un singhiozzo troppo forte, non molto udibile per il rumore del vento, ma percepibile come una scossa che fece tremare anche Ben. Non si sarebbe alzata, lo sapeva e non poteva lasciarla lì...non aveva mai provato qualcosa del genere, tali emozioni erano anche troppo da provare, era tutto un miscuglio di paura, di insicurezza, di brividi, ma anche di quella strana sensazione di forza, quella che si prova quando sei talmente terrorizzato che inizi a sentirti più resistente a ciò che ti spaventa.
Sapeva cosa la spaventava, sapeva cosa provava e sapeva che, per quanto cercasse di respingerlo, non ce l'avrebbe fatta, perché nemmeno lui ci sarebbe riuscito.

Non sarebbe riuscita ad alzarsi e lui, preso da uno strano desiderio di non spezzare il loro contatto, la sollevò e si diresse verso l'entrata della base.

Ripercorse la strada fino al l'infermiera e quando la lasciò appoggiare i piedi a terra, non la vide molto stabile, per questo, prima che cadesse, la prese per le spalle e, in qualche maniera, Rey si ritrovò ad essere imprigionata tra le sue braccia.
Il respiro di lei iniziò a sembrare più controllato e Ben passò una mano sul suo viso, togliendo i fiocchi che si erano impigliati tra le ciocche di capelli che stavano a coprirle parte della fronte e ricadevano sugli occhi. Lei si scostò di poco e nascose il volto appoggiandolo contro la sua spalla, sfiorando con il naso il suo collo. Ben espirò l'aria che aveva trattenuto e cercò, sapendo anche che probabilmente lei non avrebbe voluto, un modo per guardarla negli occhi, voleva vederli, ne aveva bisogno. Le sollevò piano la testa e la costrinse a non muoversi appoggiando le mani ai lati del suo viso.
Tremava ancora leggermente, la neve aveva iniziato a sciogliersi e ora stava creando scie umide sulle sue guance, mescolandosi alle lacrime e in parte cammuffandole.
Rey, non avendo scelta, alzò lo sguardo e fissò gli occhi di Ben, la guardavano, la osservavano e quasi le impedirono di riuscire a respirare da quanto si sentiva in soggezione.
Cercando di mantenere un tono calmo provò a parlare -Come...- Ben la interruppe prima che finisse.
-Non c'eri, ti ho cercato e quando sono passato per un corridoio ho sentito il rumore della porta d'uscita che si chiudeva, non ti avevo vista, ma sapevo che eri tu.- ci fu un momento di pausa, poi riprese a parlare.
-La sento anch'io, la stessa sensazione. Lo so cosa stai provando, sai che c'è ancora qualcosa in attesa, che aspetta di attaccare. Sei combattuta e hai una tale confusione in testa che stai rischiando di crollare. Non farlo.-
Una lacrima sfuggì al controllo di Rey e le colò lungo il viso, percorse la sua guancia e si fermò a contatto con la mano di Ben, che non smetteva di scavare dentro di lei con gli occhi, come se tutto ciò che volesse dire lo stesse esprimendo anche attraverso lo sguardo. Ma persino lui, per quanto si sforzasse, tradiva il suo apparente controllo con il respiro troppo irregolare.
-Dillo.-
Ben assunse un'espressione spaventata, quasi non avesse realmente udito la voce di Rey.
-Dimmelo, ti prego. Ne ho bisogno.-
Non c'era nulla che lo bloccasse, niente che potesse anche solo cercare di fermarlo, era così facile e così difficile contemporaneamente e anche così giusto e sbagliato da far provare una punta di terrore, oscurato però dall'energia che stava percorrendo entrambi, dando scosse costanti e improvvise, tanto da renderli impossibilitati dal mantenere il controllo o dal cercare di staccarsi.
Ben si sporse in avanti e avvicinò il volto a quello di Rey, le sfiorò con il respiro le labbra, inspirò a fatica e parlò -Ti amo.- appoggiò le proprie sulle sue, si staccò e lo ripeté -Ti amo.- era bello da dire, come se fosse naturale, come se la sua voce non stesse aspettando altro, ma che purtroppo era stata repressa troppe volte dal non poterlo dire e smettere di ripeterlo. La sua mano destra scivolò lungo il collo di Rey e piano percorse con le labbra la strada che avevano percorso le sue dita dal mento alla spalla. Risalì con la testa all'altezza di quella di lei, appoggiò la fronte contro la sua e lo disse un'ultima volta, anche se voleva dirlo e ridirlo fino a ridurlo ad essere le uniche due parole che fosse in grado di pronunciare -Ti amo.-
Aveva gli occhi socchiusi, ma riuscì a cogliere l'esatto momento in cui lei si lasciò sfuggire un sorriso e ciò gli provocò piacere, si sentì bene, felice di aver visto quella piccola dimostrazione di gioia da parte sua e di esserne stato la causa.
Lei sorrise ancora mentre ripeteva ciò che aveva desiderato di sentire. -Ti amo.- A quel sussurro Ben si sentì cadere e soffocare per poi riprendere fiato quando lei si sporse in avanti, a diretto contatto con le sue labbra. Anche lui sorrise, le prese i lati della testa e la spinse verso di sé, fu diverso, più elettrizzante, più potenzialmente distruttiva come sensazione.

Don't be afraid  _=Reylo=_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora