Capitolo 1 - Principiante/Amatore Parte 11

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...

Per qualche istante, Steph non riuscì a rendersi conto di quello che era appena successo, e rimase in piedi immobile.

Poi si ricordò che Sora era finito nel corridoio dopo che lei lo aveva colpito ...

" ... Ah! Sora?"

Mentre era in piedi in preda al panico, Steph aveva chiamato per la prima volta quel [Ragazzo] per nome.

Sentiva come se una morsa le stesse stringendo il cuore, mentre un senso di profondo disagio la stava invadendo.

Era giunta alla conclusione che con le sue azioni poteva aver fatto del male a qualcuno, perciò stava provando quel senso di totale agitazione.

Per non parlare del fatto che adesso qualcuno poteva avere un motivo per odiarla. Non sarebbe mai riuscita a sopportare l'ansia derivante da quella situazione.

Pensando tra sé quelle parole, Steph si precipitò in preda al panico ad aprire la porta che dava sul corridoio.

Fuori dalla porta, in un angolo del corridoio, Sora stava accucciato e tremante con la testa tra le mani.

"Ma come ... !"

Steph si ricordava con certezza di non aver spinto Sora con una forza tale da farlo finire laggiù.

E invece Sora si trovava proprio in fondo al corridoio in un angolino.

"So-Sora!? Va tutto bene?!"

Stava nascondendo la testa tra le ginocchia.

Steph pensò che la causa di quel comportamento non potesse essere in alcun modo la botta contro la porta, tuttavia iniziò ad impallidire, ma ...

"Scusa, scusa, scusa, mi dispiace, mi dispiace, ti prego perdonami!"

No, la causa non sembrava l'impatto contro la porta.

Sora se ne stava rannicchiato sul pavimento continuando a scusarsi in quel modo.

" ... Eh?"

"Scusa, scusa, pensavo che non avrei mai più avuto un'altra occasione per toccare un seno e in fondo sono un ragazzo, mi sarebbe piaciuto avere almeno una fidanzata, quindi mi sono distratto, ne sono consapevole, ti prego non guardarmi in quel modo, sì, sono spregevole, sì, sono un pervertito, lo so, scusa, scusa, scusa!"

Si trattava di certo di quell'arrogante di Sora, che poco prima aveva imbrogliato Steph, per poi molestarla sessualmente.

Ma adesso quel ragazzo se ne stava lì, tremante come un agnellino appena nato, continuando a scusarsi.

" ... C-Cosa sta succedendo?"

Steph non riusciva minimamente a capire quella situazione.

Di conseguenza decise di rivolgersi alla sorella, Shiro, per ottenere una risposta, ed entrò nella stanza.

" ... Nii ... Nii ... dove sei ... non ... lasciare Shiro... da sola ... "

Shiro era seduta sul letto, nelle stesse condizioni in cui si trovava il fratello.

Grandi lacrime rotonde le solcavano senza sosta il volto mentre stava rannicchiata con un'espressione vuota, tremando.

" ... Co-Cosa sta succedendo a questi due? Questi fratelli sono così strani."

Dimenticandosi che poco prima le era stato palpato il seno, Steph stava ferma a guardarli.

...

Sì, quello era proprio 『 』, Sora e Shiro.

Quel giocatore composto da due persone.

In quel caso non si trattava di essere forti o deboli in un gioco.

Dal momento in cui quei due erano stati separati, quindi trovandosi da soli, uno era tornato ad essere una persona androfobica che non riusciva a comunicare con gli altri e l'altra era diventata di nuovo un'inguaribile emarginata sociale.

" ... Nii ... Nii, dove sei ... "

"Scusa scusa scusa scusa scusa!"

Adesso era tutto chiaro.

Da una parte un NEET.

Dall'altra una hikikomori.

Quei fratelli, con sette anni di differenza, dovevano per forza trovarsi nello stesso posto, per sentirsi [al sicuro] ...

Era quella ... la verità dietro la [Leggenda Metropolitana] di 『 』.

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