Kill em with kindness (Acoustic) — Selena Gomez.
Sento il freddo attraversarmi e avvolgermi; non riesco a sentire nient'altro e non sono sicura sia un bene o un male. Sono sola in questa stanza che non conosco ma che ha qualcosa di familiare, qualcosa che non mi piace, qualcosa che odio. Le pareti sono completamente bianche e io ho soltanto un camice leggero addosso, le braccia sono scoperte e i miei piedi nudi mentre sfiorano il pavimento freddo fino alla porta. Mi avvicino per aprirla e uscire, ma improvvisamente scompare, si dissolve come se non fosse mai stata lì, come se l'avessi soltanto immaginata. I capelli mi ricadono sulle spalle e davanti al volto, li tocco e li percepisco umidi verso le punte. Mi guardo intorno cercando qualcosa che non conosco neanche, ma continuo a girare su me stessa come se il vortice in cui mi trovo fossi io stessa. Come se partisse tutto da me, come se fossi io il punto di fuga.
La testa è leggera e pesante allo stesso tempo, ho così tanti pensieri che non riesco a pensare a niente. Non riesco a fermare la mente su una singola cosa, su una singola persona, su un singolo dettaglio. Non ci riesco, e io non riesco a stare al passo. Sono nel centro della stanza e mi siedo come se mi stessi lasciando scivolare contro una parete immaginaria, fino a toccare terra. Piego le gambe e le porto al petto, poi i pensieri diventano voci e le voci diventano urla, e io non riesco neanche ad ascoltarle. Non riesco a fare niente. Mi prendo la testa tra le mani e la muovo, dondolandomi con il corpo avanti e indietro, lentamente e poi velocemente. Vorrei urlare anch'io, vorrei riuscire a rispondere a quelle voci, metterle a tacere.
Voglio uscire, voglio andare via, non capisco perché sono qui. Non capisco come ci sono arrivata, non so quando e non riesco a ricordare il momento in cui i miei occhi si sono aperti e io ero qui, da sola.
Poi sento una leggera presa intorno al polso, una stretta intorno alle dita che però non mi fa male, che è quasi gentile. Guardo la mia mano ma a stringerla non c'è nessuno. Non c'è nessuno a sfiorarmi, a tenermi. Solo che la stretta si intensifica e questa volta mi fa male, mi dà quasi fastidio, e una voce in particolare sembra isolarsi, perché riesco a distinguerla tra le altre. Me ne rendo conto lentamente, ma poi la riconosco. La riconosco e mi aggrappo a quella voce, all'unica che sono riuscita a trovare. Poi aspetto, non so cosa, non so chi, ma aspetto ancora.
«Ce la fai, Mia» dice, e non sono più in quella stanza. Quelle pareti bianche, spoglie e senza vita non sono più intorno a me. Io non sono più seduta in un angolo, o al centro di quella stanza. Non riesco a vedermi, ma so che non sono più lì.
«Ce la facciamo sempre, ricordi?» continua, e questa volta la sento bene, la sento vicina, come se fosse al mio fianco, e adesso so che la stretta intorno alle dita è la sua.
«L'hai promesso» dice ancora, e io vorrei solo rispondere che sono qui, che la sento, ma che non riesco a vederla. Non riesco ad aprire gli occhi, sono avvolta da un buio diverso, un buio che non conosco.
«Ti prego» la voce quasi si spezza, la presa si intensifica e la stretta intorno alle dita diventa disperata. È a quel punto che tento in un altro modo, che provo a muovere le dita con avvolte le sue intorno.
Gli occhi li apro lentamente, e a me sembra passare un'eternità fino al momento in cui riesco a mettere a fuoco la testa di Eve piegata accanto al mio braccio sul letto su cui sono distesa, la sua mano ancora a ricoprire e a sfiorare la mia. Sento la testa vorticare lievemente quando provo a muovere l'altro braccio, ma poi riesco a farlo, e sfioro i capelli di Eve con le dita — sul dorso della mia mano noto che c'è un ago da cui parte una cannula — fino ad accarezzarglieli. Lei solleva la testa quasi con timore, come se avesse paura che quello che vedrà possa essere soltanto frutto della sua immaginazione. I suoi occhi stanchi e cerchiati mi guardano, e una lacrima cade sul suo volto nello stesso momento in cui la sua mano raggiunge la bocca per coprirla.
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𝐔𝐓𝐎𝐏𝐈𝐀 [𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞𝐬]
Fanfiction«A volte siamo semplicemente insalvabili.» Cover / logaphile All rights deserved / september199six