ventotto (I)

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Breathe, Lauv

Matt cammina a qualche passo da noi: è davanti insieme ad Alex mentre io e Darlene siamo dietro di loro, entrambe con una sigaretta tra le dita.

Darlene mi ha chiesto se volessi un passaggio per tornare a casa; io ho accettato senza pensarci due volte perché queste scarpe iniziano a fare male e non so se riuscirei a prendere la metro per l'ennesima volta oggi. Solo che, quando l'ho fatto, non ho pensato alla possibilità che anche Darlene cerchi delle risposte e che le voglia da me.

«Non sapevo che tu e Harry vi foste lasciati» inizia lei, diretta e senza troppi giri di parole. Lasciarsi. Come puoi essere lasciato da qualcuno che non è neanche mai stato tuo?

Vorrei trovare la forza di sorridere, ma non ci riesco. «Non siamo neanche mai stati insieme.»

Darlene rilascia una nuvola di fumo e poi si volta verso di me. «Che succede, Mia?»

Io le rispondo velocemente, scrollando sia le spalle che la cenere dalla sigaretta. «Niente, Dar. Stai tranquilla, io sto bene.»

Non replica, continuiamo a camminare ed entrambe finiamo la sigaretta.

«Ho sentito di Eve.»

Spengo quello che ne è rimasto della mia sul piano di un contenitore e poi faccio cadere il mozzicone al suo interno. «Non ha ancora deciso.»

«Cosa pensi che farà?» continua, ripetendo i miei movimenti.

«Non lo so» dico soltanto, stanca che tutti oggi sembrino volere qualcosa da me.

In macchina sono sui sedili posteriori insieme ad Alex, ed è il silenzio a diffondersi nell'abitacolo dal primo momento. Ho lo sguardo rivolto verso l'esterno, la fronte quasi sfiora il vetro freddo del finestrino. È buio ormai e non presto molta attenzione alle strade, ma presto mi rendo conto che Matt sta accompagnando prima me. Si ferma davanti al piccolo viale, sul ciglio della strada. Prima che riesca ad uscire si volta verso di me.

«Tiene molto a te, Mia» dice, e non c'è bisogno che faccia nomi. Sento gli occhi riempirsi di lacrime, però non mi concedo di piangere; non adesso, non adesso, non davanti a loro. Annuisco soltanto, mentre lui mi sorride. Alex fa lo stesso e Darlene scende dall'auto insieme a me. Non parla, mi abbraccia solamente. Mi stringe forte per qualche secondo e mi rendo conto che potrei crollare qui, tra le sue braccia, e lasciarmi andare. Sarebbe tutto più semplice.

«Sono qui, lo sai» sussurra un attimo prima di allontanarsi e questa volta le sorrido, poi la ringrazio per il passaggio.

Mi volto e sento l'auto scivolare via sull'asfalto, tuttavia io sono già arrivata all'entrata del palazzo. Recupero le chiavi dalla borsa e spingo il cancello appoggiandomi su di esso; vado verso l'ascensore anche questa volta.

Il locale è affollato: io e George ci muoviamo veloci dividendoci tra i tavoli e il bancone mentre Matt rimane dietro quest'ultimo. È un venerdì sera come tanti, eppure io non riesco più a vederlo come tale. Il venerdì per me era il giorno di Harry, della penna sul taccuino e del pacchetto di sigarette che poggiava sul bancone assieme alle chiavi.

È da molti venerdì che Harry non viene, nonostante io sappia che qualche volta torna al Midnight quando non ci sono io. Non lo biasimo per farlo, per evitarmi, perché io probabilmente sto facendo lo stesso con lui. Vorrei poter ribaltare la situazione e cancellare le ultime settimane, le mie parole e le sue, partendo da quella sera in cui Froy è entrato da quella porta.

𝐔𝐓𝐎𝐏𝐈𝐀 [𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞𝐬]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora