XIII Pt.2

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Evelyn

Cerco di calmare la mia voce interiore, sembra che io stia per impazzire.

Ti stava per baciare. Cazzo! Evely, ti stava per baciare.

Ridacchio in modo isterico, e mi metto le mani nelle guance per calmare e nascondere il mio rossore, Jordan mi guarda con i suoi bellissimi occhi, ed io sospiro mentre cerco di non perdermi nuovamente in essi.

"Saliamo, principessa?"

Mi domanda, ed io rimango incatanta a guardarlo, dio, gli voglio cosi tanto bene, mi sembra di avere sempre bisogno di lui.

Mi prende di nuovo la mano, ed io sento mille brividi, delle piccole scosse partono dalle mie dita al mio cuore.

È-è normale?

"Si" mormoro "Pronto a farti le scale?"

Mugugna in dissenso, e io gli prendo la mano e inzio a salire, è dietro di me.

Mi giro per guardarlo e noto che mi sta guardando il sedere.

"Jordan!" arrossisco.

"Che c'è principessa?"

"Non guardarmi il sedere"

Arrossisco ancora di più, mi lancia un'occhiata maliziosa.

"Prima ti è piaciuto però, visto che te l'ho toccato"

Divento di nuovo rossa, tutta rossa. Evelyn-pomodoro è di nuovo presente tra i vivi.

"Ma cosa stai dicendo?" mormoro, e cerco di distrarlo da questo discorso.

"Solo la verità, piccola" mi tira una sberla nel sedere mentre continuamo a salire le scale.

Sorrido e sospiro deliziata. Il fatto è che io adoro quando mi fa sentire desiderara, amata, accarezzarmi così, come se fossi qualcuno che ha importanza, anche se non è vero.

Lo sanno tutti che io non ho valore, nessuno potrà mai amarmi.

Mi sembra di sentire il calore delle sue labbra sulle mie, se non fosse stato per l'ascensore...

Lui mi avrebbe baciato?

Avrebbe perso il controllo?

Ed io? Cosa avrei fatto?

Credo che io perderei il controllo, mi sarei lasciata andare come creta nelle sue mani.
Le sue mani che mi fanno sentire al sicuro e a casa.

Mi fermo al secondo piano, e osservo Jordan, che piagnucola. Sembra un bambino. Il mio piccolo bambino. Lui ha bisogno di me? Sente la mia mancanza? Stanotte vorrei dormire con lui, stare insieme a lui. Non voglio fare la maliziosa, ma vorrei solo stargli accanto, e guardarlo mentre dorme e immaginare i suoi sogni.

L'altra notte non riuscivo nemmeno a dormire, avevamo fatto la nostra solita passeggiata nel parco, abbiamo salutato la piccola Angy, e poi ci siamo seduti nella panchina.

Non ho chiuso occhio, e mi sono affacciata alla finestra.

L'ho cercato fra le stelle, poichè il suo sguardo mi è sembrato l'unica cosa, che di notte, m'illumina.

Pensare ai suoi occhi e al suo sorriso, dio è la migliore cura per i miei soliti incubi.

Sembra solo ieri, e invece sono passati due mesi.

Due mesi. Due soli mesi...

"Fatto, siamo arrivati" gli sorrido e lui mi stringe la mano, ricambiando mentre si appoggia alla mia schiena per riposare. Il suo respiro sul mio collo, chiudo gli occhi e mi rilasso al suo sospirare così dolcemente.

Accarezzo i suoi capelli neri con la mano libera e lui stacca le nostre unite, per poi abbracciarmi. Sto così bene, e mi lascio contro il suo petto e lui appoggia le sue labbra sul mio collo.

Dio, mi manca il respiro.

Mi lascia dei dolci baci, con le sue labbra calde, un po' umide, e si, divento creta tra le sue mani.

Una scia bagnata per tutti il collo, mi bacia lì, in quel punto debole che tutti abbiamo e lascio che un gemito mi esca dalla bocca. Ansimo e sento il suo sorriso mentre mi bacia il collo.

"Sei bellissima" mormora con voce roca.

Ed io, sento le gambe cedere.

Mi sostiene, e io mi stringo a lui. Non è la prima volta che ci facciamo le coccole, o almeno si è la prima volta che mi lascia dei piccoli baci.

Riprendo il controllo di me stessa e lui mi lascia un bacio sulla guancia per poi prendermi le chiavi dalle mani e aprire la porta.

"Non dovrebbe esserci nessuno a casa" mormoro a Jordan, che annuisce entrando, vado nella mia camera, e lascio che lui chiudi la porta e poi mi segue.

"Ti serve un costume?" gli chiedo.
Lui fa cenno di si, ed io vado in camera di Ben, e prendo un suo costume.

"Tieni" glielo porgo.

Poi vado nel mio armadio e prendo il mio costume preferito. È blu, e mi piace molto visto che risalta la ma carnagione e i miei capelli neri, e poi non è uno di quei costumi che ti scoprono.

"Vado in bagno, tu cambiati qui"

Sento il suo sguardo bruciare sulla pelle mentre vado nel mio bagno, dopodiche chiudo la porta e rilascio un lungo sospiro.
Stavo trattenendo il fiato? Non me n'ero davvero accorta.

Frastornata e deliziata dall'effette che lui mi fa, sorrido e continuo a cambiarmi. Mi sistemo il costume mi guardo allo specchio, non ho lividi, non ho nulla, forse sono un pò troppo grossa? Per questo nessuno mi vuole?

Mortificata per la visuale che ho davanti a me, mi copro, e vado di là, Jordan è senza maglietta, eh, che magnifici add... Ma quella è una cicatrice?

"Jordan, che cos'è quella?"

Mormoro preoccupata, mi avvicino e lo tocco di scatto per assicurarmi che stia bene. Prima che possa appoggiare la mia mano sul suo petto, lui prende il mio polso di scatto e lo toglie da sè.

"Nulla che t'intaressi"

Mormora freddo. Annuisco e lui rilascia la mia mano, ho appena detto che il mio colpo è illeso?

Mentivo, il mio corpo è di nuovo macchiato di viola, il mio cuore cade a pezzi, e la mia mente chiede pietà.

L'amore fa male, vero? Fa tanto male. Sia darlo che riceverlo, ma credo sia più doloroso quando hai tanto amore da offrire ma nessuno vuole riceverlo.

Si mette la maglietta ed io abbasso lo sguardo. I suoi occhi... Erano così freddi.

"Papà, ho fatto un brutto sogno"
"Vattene via, Evelyn. Non ho tempo per pensare alle tue cazzatte" Mi lancia un'occhiata gelida. "Papà, ma tu mi vuoi bene?" Ed ora, ora lo so molto bene, gli occhi sono lo specchio dell'anima.

"Scusa" mormoro a Jordan.

Scusa se mi preoccupo per te!

Vorrei urlargli contro. Ma ho paura di rimanere solo, di rimanere senza di lui.

M'ignora, e sento il cuore frantumarsi, perchè mi deve ignorare pure lui? Sa quanto fa male?

"Non c'è la faccio più" mormora ed io non capisco.

In un attimo sono sul letto, le sue labbra sulle mie. Ansimo al suo sapore e spalanco gli occhi. Mi sta baciando?

Mi rilasso, e chiudo gli occhi. Lasciandomi trasportare. Piccoli baci a stampo, dolci, umidi, buoni. Poi sento la sua lingua chiedermi accesso e arrossisco. Apro la bocca e gemo quando la sua lingua entra in contatto con la mia. Piego la testa di lato e lascio scorrere le mani tra i suoi capelli.

Sono così impegnata a baciarlo, siamo così immersi nel nostro mondo. Nel nostro sapore. Le sue mani mi ipnotizzano, che non sento nemmeno la voce di mio padre.

"Sono a casa"

Amore TatuatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora