Mi sveglio di soprassalto, con il cuore a mille. Ho di nuovo fatto quel sogno.
Cerco di rilassarmi, sentendo il peso del braccio di Susan posato sul mio petto. In questi giorni ci addormentiamo sempre insieme, questo finora era stato sufficiente a non farmi fare quell'incubo. Merda. Sono troppo nervoso, troppo agitato per rimettermi a dormire. Controllo che lei stia dormendo sodo, poi delicatamente le sposto il braccio e la copro, in modo che non abbia freddo, senza di me. Mi alzo e mi infilo la felpa blu che ho buttato per terra prima di vestirmi per la cena dai suoi. Scendo le scale senza accendere la luce, tanto il luccichìo delle luci dell'albero di Natale enorme che ha comprato illumina abbastanza bene da non rischiare di cadere. Forse non avrei acceso la luce comunque.
Una volta di sotto me ne vado in cucina, cercando qualcosa da mangiare, ma quando apro il frigo mi rendo conto che è talmente pieno di roba che non so cosa prendere. Alla fine decido di tirare fuori il piatto con gli avanzi dell'arrosto che Susan ha cucinato ieri. Infilo le fette sottili tra due fette di pane in cassetta e mi apro una birra. So benissimo che abbiamo mangiato tanto a cena, ma in questo momento ho bisogno di tenere la testa impegnata. E concentrarmi per preparare qualcosa da mettere sotto i denti mi è parsa un'ottima soluzione.
Vado a sedermi sul divano, poi stendo le gambe coprendomi con il panno che lei ha dimenticato qui e mentre bevo un sorso di birra ripenso a quello che abbiamo fatto qui sopra poche ore fa. Quella ragazza mi sorprende ogni giorno, cazzo. E chi se lo immaginava, quando ci siamo conosciuti la prima volta? Avessi saputo che bomba di ragazza era, forse sarei stato meno stronzo. Lei non se lo merita proprio uno così. Ma io lo sono stato, e per molto tempo anche. Ciò nonostante, Susan sembra stendere un velo leggero su ciò che ero, su come mi sono comportato in passato, e si concentra su ciò che sono diventato. Su ciò che abbiamo. Vorrei avere la sua stessa capacità. Invece me ne sto qui, mezzo coricato sul divano, alle cinque di mattina, bevendo birra e rimuginando sulle parole che mi ha scritto un tizio che non conosco ma che dice di essere mio padre. Forse ha ragione lei, dovrei parlarne col dottor Brooks quando torniamo dalle vacanze. Devo anche dirgli che l'incubo è tornato.
Devo trattenermi dal buttare per terra la bottiglia ormai vuota di birra, in un moto di stizza. Sarebbe una pessima idea. Farei prendere un colpo alla splendidi mora che dorme beata al piano di sopra, e poi farei un macello qui di sotto che sicuramente non vorrei pulire. Cazzo sono ancora troppo nervoso e il sonno se n'è definitivamente andato.Quando alle sette e un quarto Susan scende le scale, io sono ancora sul divano, che guardo Netflix.
"Buongiorno" mi dice assonnata. La guardo mentre scende gli ultimi gradini, nel suo pigiama con gli unicorni per il quale la prendo in giro da giorni. Ma a lei piace da morire, quindi non posso fare altro che farglielo togliere, ogni sera, e scaldarla in altro modo. Sorrido al pensiero e lei mi sorride mentre dice: "Ti sei svegliato presto?"
"Uh. Sì mi sono svegliato un'ora fa" mento. Ho dato una rapidissima occhiata mentre rispondevo, per fortuna ho tolto di messo la bottiglia vuota e il piatto, una volta finito di mangiare. Mi alzo dal divano, per andare ad abbracciarla. Ha un'aria selvaggia, con i capelli scompigliati e le labbra ancora gonfie per il sonno, che mi attira come una calamita.
"Buongiorno" mormoro poi, sulle sue labbra, prima di baciarla. Quando mi ritiro lei mi guarda stranita, poi abbassa lo sguardo e mi chiede: "Ma sei sceso in mutande?"
"Eh già" dico. "Non volevo mettere i pantaloni per non svegliarti, dato che erano sotto la tua borsa. Adesso mi vesto" le dico e imbocco le scale. "Io intanto metto su il caffè allora" la sento dire.
Torno di sotto dopo cinque minuti, durante i quali sono anche andato in bagno a lavarmi i denti. Mi sono accorto di sapere leggermente di birra e spero proprio che invece Susan non se ne si accorta. Lei mi guarda, poi mi abbraccia velocemente mentre mi oltrepassa per andare a vestirsi.
Quando ritorna, si siede al bancone della cucina, nel posto di fianco al mio, aspettando con la tazza tra le mani che sia pronto il caffè. Ecco una cosa che apprezzo di lei, non è molto loquace prima del caffè, proprio come me. Mi osserva mentre finisco di mettere le cose per la colazione sul tavolo. Porto in tavola anche un pò dei biscotti che ha cucinato l'altra sera, anche se ne sono rimasti solo sette, poi prendo il bricco del caffè e mi giro per versarne una generosa dose nella sua tazza, prima di fare altrettanto con la mia.
"Hai dormito bene?" le chiedo, così per fare conversazione. Mi sento un pò in colpa perché non le dico dei miei incubi, ma lei si sta davvero spendendo molto per me, per farmi stare bene in questo periodo di merda, e non voglio caricarla anche di questo peso.
"Sì, grazie" dice annuendo. Tiene ancora la testa bassa, come se ci fosse qualcosa che non mi dice, ma non capisco cosa potrebbe essere. "Mi sei mancato stamattina" le esce alla fine.
"Mmmm avevi voglia di un risveglio come si deve?" le chiedo alzando le sopracciglia.
Lei arrossisce, poi tira su la testa e mi fa una smorfia. "No, scemo! Volevo solo un pò di coccole" dice a voce bassa. Sembra vergognarsi di volere quelle cose. Sicuramente è per come sono fatto io. Rifuggo le coccole e tutte le smancerie romantiche, gliel'ho detto fin dal principio. Comprendo però che per come è lei, non possa fare a meno di sperarci. Forse se mi soffermassi un pò di più su quelli che sono i suoi di desideri, sarei un fidanzato migliore. Invece sono sempre sommerso dai miei casini personali e familiari, talmente incasinato che non riesco il più delle volte a decidermi a dirle cosa mi succede in questo periodo.
"Ehi" le dico invece "avevamo un patto. Niente coccole romantiche ma tanto sesso, durante queste vacanze, non è così?"
Lei mi guarda intensamente per un momento, poi si lecca il labbro superiore, sporco di caffè e mi dice: "Posso almeno lavarmi i denti?" e solo per questo la prenderei seduta stante.
Mi stupisce ancora, ogni dannata volta, questo suo donarmi tutta sé stessa, senza remore, senza esitazione. Alle volte sono ancora uno stronzo, ma dopo mi sento talmente in colpa che in qualche modo mi faccio sempre perdonare. Davide a volte mi dice che se lui si comportasse così con Stella, lei lo appenderebbe per le dita dei piedi, ma non so comportarmi diversamente.
Mia madre è sempre stata troppo disinteressata a me, quando crescevo, per indirizzarmi verso un comportamento educato e rispettoso degli altri. Non sono abituato ai complimenti che non siano strettamente legati al mio aspetto o a quello che le ragazze vorrebbero fare con me. Non che adesso vada con le altre, Susan è tutto ciò di cui ho bisogno al momento. Ma alle volte mi sento come se non fosse sufficiente quello che faccio per lei, quello che sento per lei.
Il mio cervello rischia di andare in tilt quando mi addentro in questi discorsi, così scuoto la testa, riportando i miei pensieri verso terreni meno impervi. La guardo con un ghigno, e lei si alza di scatto dallo sgabello, per poi correre su per le scale. La rincorro ridendo, pensando solo a quanto sia bella e calda quando è tra le mie braccia.
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Occhi color cioccolato 2
RomanceSeconda parte della storia di Susan e Michael. Finalmente stanno insieme, ma l'entrata in scena del padre di Michael, che lui non ha mai conosciuto, rompe l'equilibrio tra loro. Mike si chiude in se stesso per non soffrire e mettere ordine nella sua...