Sono al seminario del professor James Burton, ordinario di filosofia classica. Quando sono arrivata, mi sono guardata nervosamente intorno, in preda all'ansia all'idea che potessi trovarci Michael. Tutte stupidaggini, ovviamente. Non ha ancora deciso se contattare suo padre oppure no, quindi non ci sarà.
Devo dire che ascoltarlo parlare è fantastico. Ha carisma, e gesticola proprio come suo figlio. I capelli sono della stessa tonalità di biondo, anche se i suoi sono più chiari, dato che inizia ad essere brizzolato. Gli occhi mi sembrano chiari, da dove sono, ma non so dirlo con certezza. L'aula è piena di ragazze, un pò me lo aspettavo, dato che è la facoltà di filosofia, ma nel guardarle tutte così incantate, sospetto che il motivo di tanta affluenza sia soprattutto l'uomo al centro della scena. Sta illustrando quale sarà il programma del corso e io mi rendo conto che non potrò seguirlo. Non credo che arriverei fino a sostenere l'esame con il padre del mio ex, soprattutto non dopo che ci avrò parlato e gli avrò detto perché sono qui. Pazienza, sospiro, cercherò di fermarlo al termine dell'ora e mi presenterò. In base alla risposta, vedrò come procedere.
Dopo circa un'ora e un quarto, finalmente l'aula inizia a svuotarsi. Aspetto di vedere se il professore se ne va subito e noto con piacere che resta a rispondere alle domande degli studenti che lo fermano. Decido così di aspettare che il grosso della gente se ne vada, seduta al posto che mi sono scelta. Dopo alcuni minuti, il professore si gira per rispondere ad un aspirante studente e mi vede. Resta un attimo sorpreso, nel vedere una studentessa ancora seduta, mentre ormai quasi tutti se ne sono andati. Decido di alzarmi e avvicinarmi alla cattedra, allora, mentre lui consegna una pila di coupon a un tipo occhialuto che immagino sia il suo assistente.
"Buon pomeriggio, professor Burton" inizio. Lui congeda il ragazzo di poco fa, poi mi dedica tutta la sua attenzione. E' più alto di me, anche se non di molto, e i suoi occhi somigliano tantissimo a quelli di suo figlio. Solo le rughe indicano che ha passato i cinquanta. "Buon pomeriggio, signorina" risponde "allora, mi dica, l'ho convinta a frequentare il mio corso?" chiede con un sorriso, come se fosse certo del risultato. In questo somiglia davvero tanto a Michael. "Ehm, in realtà, no, mi spiace. Non frequento questa facoltà, quindi non seguirò il suo corso" concludo, impacciata. Lui aggrotta le sopracciglia, sorpreso. Ormai si starà chiedendo cosa ci faccio qui. "Sono la ragazza che le ha scritto nei giorni scorsi per chiederle informazioni, Susan, piacere" dico allungando una mano. Lui la stringe, ancora confuso. Sicuramente non capisce il motivo della mia presenza qui.
"So che si starà chiedendo perché sono qui, e sarei felice di spiegarglielo, magari fuori da qui" propongo. Non è un argomento di cui vorrei discutere in pubblico. Vedo che lui è titubante, così soffio fuori la verità: "Sono un'amica di ... Michael".
Lui sbatte le palpebre un paio di volte, cercando di mettere a fuoco l'informazione. Quando comprende mi chiede se posso fermarmi qualche minuto, mentre lui termina di sistemare le cose del corso. "Certo" rispondo.
Quindici minuti dopo, ci stiamo incamminando verso un piccolo bar non lontano dal plesso universitario. Aspetta che ci sediamo, prima di sospirare. "Quindi lei è un'amica di mio figlio?" chiede. Annuisco, cercando di capire come ha preso quest'informazione. "Capisco. E mio figlio dov'è? Non è venuto con lei?" "Mi dia del tu, la prego" dico. "Michael non è venuto perché... perché non gli ho detto che l'avrei incontrata". "Non capisco" dice. "Lo so. Senta, non voglio disturbarla, volevo solo conoscerla. Ricevere la sua lettera, poco prima di Natale, ha gettato scompiglio nella vita di Michael, più di quanto non fosse già dopo la perdita di sua madre. Ancora non ha deciso se vuole incontrarla oppure no" confesso. "Quindi tu ti sei fatta avanti per cosa? Per controllare in sua vece se sono una persona rispettabile? Se sono il padre ideale? Mi spiace, Susan, ma non so se sia stata una buona idea".
Non sta andando come pensavo. Provo con un'altra tattica. "Se lei volesse conoscere qualcosa di suo figlio, sarei disposta a parlarle di lui. Non escludo che magari tra un pò anche lui possa decidere di contattarla" dico, sperando che mi creda. Lui piega la testa di lato, osservandomi in silenzio, mentre la cameriera arriva a chiedere cosa prendiamo. Dopo aver ordinato due caffè, appoggia le mani sul tavolo, raddrizzandosi sulla sedia. "Tu non sei solo un'amica di Michael, mi sbaglio?" Arrossisco all'istante, confermandogli i miei sentimenti, anche se non li voglio ammettere. "Ero con lui quando è venuta a mancare la madre" dico invece. Lui inspira, pensieroso, mentre la ragazza torna con le nostre bevande.
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Occhi color cioccolato 2
RomanceSeconda parte della storia di Susan e Michael. Finalmente stanno insieme, ma l'entrata in scena del padre di Michael, che lui non ha mai conosciuto, rompe l'equilibrio tra loro. Mike si chiude in se stesso per non soffrire e mettere ordine nella sua...