Mi ritrovo distesa su un prato morbido e asciutto in un fitto bosco: gli alberi non lasciano passare i raggi solari, a causa della loro folte chiome. Il prato è colmo di fiori e di animali ed al mio arrivo non sembrano minimamente disturbati. Il paesaggio intorno a me ha qualcosa di magico: è tetro, buio, ma bellissimo e misterioso, mi ricorda una cosa che non ho mai avuto. Ad un tratto un forte soffio di vento si fa spazio tra gli alberi che spostandosi mostrano il cielo, azzurrissimo e il sole che brilla quanto una lucciola in una notte speciale. Una voce molto lontana mi ha distolto da quel paradiso e io mi giro per vedere chi fosse e dirgli tutto quello che avevo formulato nella mente e lasciargli un senso di colpa per avermi distratta. Notando chi fosse, ricordai tutto quello che è accaduto da quando l'ho incontrato per la prima volta in quel stra maledettissimo bus. Alexander vedendomi ancora sopra le nuvole mi urla nell' orecchio, io in risposta lo guardo malissimo, mi ha quasi rotto un timpano. Lui si gira per camminare e io lo seguo osservando ogni suo passo e dopo 10 minuti di cammino inizio a notare le alte mura della città. Sembra di essere in un film medievale, andando davanti arriviamo dinanzi al portone aperto nel quale tante persone entrano ed escono con ogni tipo di merce che dovevano passare i controlli di alcune guardie. Noi ci avviciniamo e Alexander tira fuori una tessera e gliela mostra. Lui la controlla e fa spazio per farci entrare. Dietro le mura le strade sono piene di mercatini e negozi molto accoglienti. La mattinata è stupenda, l'aria è piena di allegria e il cielo è azzurro quanto... no aspetta, ma non deve essere notte fonda? Me lo farò spiegare da "lui".
Dopo aver curiosato tra le bancarelle siamo arrivati davanti ad un istituto di una bellezza mai vista prima. È immenso costruito con uno stile molto moderno rispetto alle città, faccio un passo avanti, mi avvicino sempre di più e quando sono completamente davanti all'ingresso sento una mano stringermi il polso e bloccarmi << dove vai? Non puoi entrare. >>
<< Perché? >> dico io << Tu non sei iscritta e qui possono entrare solo gli scolari >>. << Ma, posso entrare con te? >> << No >> afferma Alexander e mi invita ad allontanarmi.
<< Non capisco perché ti comporti così !! >> dico io arrabbiata. Lui non mi ascolta e continua a camminare ed io lo seguo senza capire niente, poi si ferma, si gira e si avvicina a me e quando la distanza è pari a 1 cm, forse anche di meno dice: << Lo faccio per te, appena posso ti farò entrare lì, adesso ti accompagno da tuo nonno >> finisce e se ne va. Come prima rimango dietro di lui, il suo passo è troppo lungo e veloce per me << Aspetta >> urlo e lui si ferma e io gli do una gomitata << Ah che carattere >> dice divertito.
Siamo arrivati davanti al passaggio e Alexander entra e io lo seguo. È molto buio c'è solo un filo di luce, lui pronuncia una frase molto strana direi e lentamente inizia ad illuminarsi tutto. Rimango a bocca aperta per qualche secondo e lui incomincia a correre ed io lo seguo . È da più di 5 minuti che corro e non riesco a raggiungerlo allora decido di allungare il passo e senza accorgermene cado su un gran sasso e mi ferisco.
Lui si accorge che non lo seguivo più e quando mi trova per terra chiede: << Stai bene? Ti sta uscendo sangue >> si avvicina velocemente a me e mi aiuta.
Mi risveglio e mi trovo sul mio letto, nella mia casa e lui è seduto accanto a me su una poltrona e a quanto pare sta dormendo.
Senza volerlo tossisco e lui si sveglia. << Ma cos è successo? >> dico guardando le mie gambe, le quali mi fanno molto male. << Stai tranquilla, sei solo caduta, non è successo niente >>.
<< Ma perché mi hai portata qui ? >> dico senza capire << tua mamma prima ha chiamato e domani mattina sarà qui assieme a tuo papà >>.
<< ah ecco! >>. << Io me ne devo andare, ti serve qualcosa? >>
<< no grazie >>. In realtà desidero che lui rimanga però è meglio di no, se la mamma lo vede chissà cosa penserà.
<< ok, guarisci presto! >>.
Sono rimasta a casa due giorni, ma oggi non posso, è l'ultimo giorno di scuola e lo concludiamo in palestra. Per fortuna non mi fanno più male le ginocchia, ma c'è un problema: non so che vestito mettere!! Non ci avevo pensato e non mi ricordavo.
<< Tesoro tieni, questo ti piacerà >> esclama la mamma con un abito in mano. << È bellissimo mamma sei un miracolo >> esclamo esclamò e vado subito a provarlo.
Ho una faccia molto gioiosa, sembra quasi che sia arrivato un uragano di felicità nella mia casa. Il vestito è nero, mi arriva sotto le ginocchia, senza spalline, la parte superiore è piena di brillantini e sotto si apre in una gonna molto bella tutta nera con il pizzo. L'abito esalta tutta la mia corporatura e il colore si intona molto con la mia pelle color cadavere. Mancano solo le scarpe, penso subito a quelle che ero stata costretta a comperare per colpa di Isabel. Le trovo nell'armadio, in un angolo dove metto tutte le cose che non ho mai usato. Le tiro fuori e le fisso, il tacco è alto 7 cm " già, troppo per me " ed è color nero con un po' di brillantini.
<< Perfetto >> esclamo mettendole e fissandomi allo specchio. Mi trucco leggermente e sciolgo i capelli. Una volta finito scendo giù nel salotto e sento dire: << sei bellissima >> da parte di mamma e papà e subito dopo qualcuna bussa e mentre io apro la porta dice: << Ciao Sarah, sei splendida >>
<< Ciao Isabel, anche tu >> e mi butto tra le sue braccia.
Saluto i miei genitori e ci incamminiamo verso la macchina della mamma di Isabel Lucia. Isabel è più alta di me, ha i capelli marroni e gli occhi azzurri, è molto carina rispetto a me che sono magra come un grissino. Per tutto il tragitto non abbiamo parlato di cose " nuove" non le volevo dire niente di Alexander e non so quando lo farò. Quando siamo arrivati saluto Lucia e subito dopo Isabel si gira verso di me e dice: << Allora, chissà chi ci capiterà quest'anno come cavaliere, spero un gran figo >>. << Già, lo spero anch'io >>. Appena entrate in palestra ci danno un numero che servirà per formare le coppie. La palestra della scuola si è trasformata in un meraviglioso party, ci sono tante luci che riflettono per terra e la pista da ballo è vuota. Noto un cameriere passare e Isabel lo ferma e prende due bicchieri di gassosa. La bevo tutta in un sorso e la appoggio sul tavolo di fronte a me. Una voce al microfono proveniente da un punto ben preciso mi riporta nella realtà.
<< Buonasera ragazzi, come sapete oggi è l'ultimo giorno di scuola e come tutti gli anni, la concludiamo con un ballo a coppie per finire in bellezza. Ora pescheremo i biglietti che formeranno le coppie! Iniziamo con il numero 7 e 51, 10 e 98, 16 e 62, 48 e 77, 89 e 120. Prima di cominciare la festa rimettete i numeri nella scatola e ovviamente ragazzi non fate scompiglio e venite in ordine>>.
Tutti i ragazzi compresa io svolgiamo tutto quello che ci è stato detto dal preside. Il numero 51 cioè il ragazzo con cui devo ballare accorgendosi di me si avvicina, quando finalmente riesce ad attirare la mia attenzione mi rendo conto che è un bellissimo tipo ( però in confronto ad Alexander... non riesco a capire perché penso sempre a lui ).
La musica rimbomba nella mia testa e dappertutto, sto ballando e già sono stanca e per colpa di qualcuno che mi ha spinta vado tra le braccia del ragazzo e noto Alexander, seduto su uno sgabello ,mi sta fissando intensamente e dopo qualche secondo si alza e si dirige verso l'uscita. << Scusa, devo andare >> e cammino velocemente cercando di raggiungerlo. Quando lo vedo urlo ben 3 volte: << Alexander fermati >> ma lui non si è girato e non mi ha neanche risposto.
Mi fermo e chiamo la mamma, ma lei non risponde allora decido di ritornare a casa a piedi da sola sotto la pioggia.

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Due mondi uniti
FantascienzaUna ragazza da conoscere. Una vita da scoprire e da vivere. Un mondo nuovo mai conosciuto. Un ragazzo misterioso. Riusciranno a sorprenderci?