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  La porta dietro di lei sbatté forte indignando l'uomo che, fino a pochi istanti prima, la scrutava lascivo facendola rabbrividire.
L'espressione del viso di Haward cambiò in un attimo stupendo Hermione che curiosa, si voltò a osservare chi fosse l'individuo che riscuoteva così tanta sottomissione nel capo del personale .
Impallidì e il cuore iniziò a battere frenetico, le mani le tremarono leggermente e si pentì di non essersi portata dietro quel legnetto che ancora la legava al vecchio Mondo Magico.
Il mondo che l'aveva ammaliata, cambiata e distrutta.
Niente fu più traumatico del ritrovarsi di fronte la sua nemesi , il ragazzino spocchioso, presuntuoso, irriverente, figlio di un becero Mangiamorte che per anni l'aveva fatta sentire inadeguata per quel mondo.
Lo stesso che era rimasto zitto in un angolo, impaurito, mentre quella bestia della zia la torturava nella sala da tè di Malfoy Manor.
Lo detestava e con lui ogni componente della sua famiglia ma ,nonostante questo, fu lei stessa a deporre in suo favore. Draco non aveva ucciso nessuno, era egli stesso una vittima, ma lei, per anni, quando la guerra era ancora solo un miraggio , era stata vittima delle sue angherie e ora, proprio ora, se lo ritrovava di fronte.
Erano passati molti anni da quando i loro occhi si erano incrociati per l'ultima volta: il tribunale era colmo fino su alle tribune , nessuno volle perdersi il processo ai Malfoy. Ricordava ogni istante di quel giorno di fine Agosto, la faccia di Lucius Malfoy avevano perso la spavalderia di un tempo, gli abiti non erano più perfetti e immacolati; Azkaban aveva provato il fisico e lo spirito di chi un tempo tramava per conquistare il potere con il suo signore; Narcissa Black un tempo donna invidiata e ammirata per grazia, potere ed eleganza, aveva perso ogni charme, il viso era ora magro e pallido, i capelli non più perfettamente acconciati presentavano alcuni ciuffi bianchi , gli abiti seppur sempre eleganti e di buona fattura le cadevano larghi sul corpo ormai deperito in quei mesi di incertezza che avevano portato suo marito e l'amato figlio uno in carcere e l'altro davanti ai giudici del Wizengamot. Draco , ricordò Hermione, non era mai stato così abbattuto, impaurito come quel giorno ma ora i suoi occhi erano furenti e sembravano anni luce lontani da quel loro ultimo incontro.
- Signor - disse Haward riportandola alla realtà.
- Esci - la voce ferma, fredda e irritante di Draco Malfoy non era cambiata nemmeno nel tempo, constatò Hermione. Non si stupì nel vedere il capo del personale uscire con la testa bassa dalla stanza sollevandola un solo istante per incrociare gli occhi con il ragazzo avvenente dietro Malfoy.
I due uomini non avevano simpatia uno per l'altro carpì Hermione vedendo il moro storcere il naso non appena Haward lo superò.
Hermione deglutì sonoramente non appena riconobbe Blaise Zabini, l'ex componete della squadra di Quiddich di Serpeverde, non immaginava fossero amici, non ricordava di averli mai visti insieme se non durante le lezioni di Pozioni e Trasfigurazione.
Erano amici? Si domandò mentre la porta sbatté ancora una volta, chiudendo fuori perfino un incredulo Zabini.
Il tempo sembrò fermarsi, i due rimasero fermi a scrutarsi, cercando entrambi di non offrire il fianco al nemico.
Parlarono insieme :-Malfoy- disse Hermione-Che cazzo vuoi?- rispose Draco.
Stettero zitti nuovamente guardandosi male come se il tempo non fosse mai trascorso, come se ancora si trovassero a Hogwarts e lottassero per primeggiare una nelle file dei Grifondoro e l'altro nei Serpeverde.
- Ti ho chiesto:che cosa cazzo sei venuta a fare qui, Mezzosangue?! -
Hermione strinse le mani in due pugni stretti, la rabbia si impadronì di lei come non le capitava da tempo. La guerra non l'aveva cambiato, Malfoy non poteva cambiare: era sempre un deficiente senza cervello e cuore e lei lo odiava con tutta se stessa .
Draco era furioso, come osava quella dannata presentarsi lì in quello che considerava la sua creatura ,con la presunzione di poter fare come le pareva. Come osava guardarlo dritto negli occhi con supponenza. Detestava i suoi occhi che analizzavano le sue mosse, quel cipiglio da studentessa perfetta e diligente, quell'aria da santa che non l'aveva abbandonata nemmeno ora che la scuola era finita e la guerra dimenticata.
No, era impossibile dimenticare quello schifo gli ricordò la sua coscienza e ora c'era la Granger a ricordarlo , se le avesse sollevato la manica del vestito avrebbe letto quello che sua zia le aveva marcato sulla pelle con la bacchetta. La maledizione che l'aveva fatta urlare e dimenarsi : ancora aveva gli incubi di quel giorno.
Si riprese immediatamente, non poteva pensare a quello non ora, soprattutto con lei davanti.
- Un colloquio - rispose acida serrando le labbra, i capelli voluminosi le ricaddero sulle spalle , i viso si assottiglio : Hermione Granger era pronta a dare battaglia.
Draco storse il naso ancora e avanzò senza paura la guardò dall'alto in basso poiché gli dava ben dieci centimetri : eccola la cocca della McGranitt, l'amica dello sfregiato , la fidanzata dello straccione, stracciona lei stessa visto come era vestita.
Rise di gusto senza mai smettere di guardarla, la dive assottigliare lo sguardo furiosa e si compiacque nel fargli quell'effetto.
- Ridicolo - sibilò ora a un palmo dal viso della donna, la guardò dritta negli occhi senza mai abbassare lo sguardo, così per farle capire chi era che comandava lì dentro - Non potrai mai ottenere ciò che vuoi - aggiunse irridendola.
- Come osi! Io, posso ottenere questo impiego, sono preparata . Ho una laurea, cosa che tu ,non potrai mai avere se non pagando -
Draco era furioso, l'avrebbe schiacciata, schiaffeggiata ma non era da lui picchiare una donna, così decise che annientarla, rivelandole chi fosse, sarebbe stata la sua rivincita.
- Peccato che sia io il capo qui e una come te- disse guardandola schifato – non mi serve ...-
Hermione aprì la bocca e la richiuse come se non riuscisse a emettere fiato, sconvolta nell'apprendere che, il potente proprietario della B&M, colui che nessuno aveva mai visto e che in poco tempo aveva guadagnato un posto di rilievo nella finanza Inglese, il motivo per cui si era recata a quel colloquio, altro non era che il nemico di sempre: Draco Malfoy.
Non riusciva a crederci: era assurdo. Come aveva fatto a tenere anonimato? Come era possibile che un baluardo del sangue puro, colui che detestava i babbani, avviasse una società nel loro mondo?
Perché aveva deciso di mischiarsi con quelli che reputava esseri inferiori, quale era il suo fine?
Hermione si domandò tutte queste cose facendo lavorare febbrilmente il suo cervello come non gli accadeva da tempo, come non gli accadeva dalla guerra e stranamente si sentì finalmente lei, quella che da anni non era più, quella che era scomparsa non appena aveva capito che nessuna magia poteva restituire la memoria ai suoi genitori.
Constatò che il suo compito era già stato assolto, che aveva scoperto l'identità del proprietario della B&M, ora poteva ritornare soddisfatta al giornale e sbattere in faccia a quell'odiosa di Kimberly il nome di Malfoy .
Certo poteva, ma sarebbe cambiato qualcosa?
Cosa c'era dietro quel damerino che ora la sovrastava, cosa nascondeva?
- Che ci fai qui tra i babbani?- gli domandò rabbiosa e vedere gli occhi di Malfoy diventare tempesta fu per lei una vera soddisfazione: era furioso e lei, ne era l'artefice. Per un 'istante le sembrò che niente era cambiato, che tutto era come prima: lei era la Sanguesporco che lui insultava negli anditi del vecchio e magico castello di Hogwarts e lui, era il ragazzino viziato e borioso che era solita annientare con l'aiuto dei suoi amici del cuore.
Il ricordi del passato le riscaldarono il cuore per un attimo, uno solo, sentì la nostalgia avvolgerla ma questa durò un attimo e presto il ricordo di cosa la magia le aveva tolto la annientò e il sorriso trionfante che un attimo prima mostrava il suo viso si spense.
Draco rise di gusto , la sua risata echeggiò nella stanza vuota era roboante e piena; Hermione rimase sorpresa, non ricordava di averlo mai sentito ridere in vita sua. Indietreggiò di un passo per poterlo guardare meglio; la figura slanciata di Malfoy vibrò , le sue labbra sottili si spalancarono, gli occhi brillarono : era uno spettacolo vederlo così ,se solo l'avesse raccontato ai suoi ex compagni di scuola che Malfoy, quel ragazzino sempre con il broncio e il ghigno stampato sul viso, sapeva ridere l'avrebbero presa per pazza. Le ci volle un secondo per intuire che Malfoy in realtà, non stava semplicemente ridendo, ma la stava letteralmente irridendo e questo la mandò su tutte le furie. La rabbia si impossessò di lei e gli fu addosso in un istante sollevò il braccio riducendo le distanze e sferrò un pugno.
Strinse gli occhi, serrò la bocca, tutti i tendini del braccio si tesero, l'adrenalina corse per tutto il corpo. Stava per esultare perché ancora una volta era riuscita a zittirlo, ma il sorriso le si spense sul viso quando lui le afferrò il polso girandole il braccio.
Un dolore acuto la fece bruciare , l'ira negli occhi grigi di Draco Malfoy le fecero intuire che questa volta non era riuscita a zittirlo, questa volta, il suo sinistro non aveva cancellato la boria dal viso di quell'odioso: Aveva fallito.
Draco strinse ancora e le fece male, voleva farlo si disse perché era sicura che per lui una come lei doveva scomparire.
- Lasciami - urlo e Malfoy la mollò subito schifato per averla toccata o forse ...
No! Impossibile lui voleva farle del male e non aveva scrupoli, nemmeno per il fatto che era una donna.
- Vattene - la voce di Malfoy era fredda e ora distante, lo vide allontanasi da lei prima che Hermione potesse ritornare alla carica. – non voglio più vederti finché campo -
- Nemmeno io Malfoy, se avessi saputo non sarei mai venuta qui, tu sei l'ultima persona al mondo che vorrei avere come capo -
Draco sentì una scossa percuoterlo : negli anni niente era cambiato, quella ragazzina che aveva detestato non appena aveva saputo che era nata babbana continuava a irritarlo come nessuna al mondo, ma ora trovarsela di fronte, percepire che la sua forza, la supponenza, l'orgoglio non era mai scemati e lo mandavano su tutte le furie.
In quell'istante capì che averla alle sue dipendenze, sottomessa a lui sarebbe stata la cosa più bella che avrebbe potuto ottenere, la soddisfazione massima dopo l'amaro che negli anni aveva dovuto inghiottire a causa sua e dei suoi amici.
La vide agguantare la borsa e uscire senza nemmeno voltarsi a guardarlo, senza nemmeno salutarlo, non si stupì avrebbe fatto così anche lui non erano amici e mai lo sarebbero diventati, però... sì poteva.
Un sorriso beffardo si dipinse in viso e si girò di scatto trovandosi di fronte gli occhi scuri del suo amico.
- Che cosa è successo, perché era qui?-
- Il lavoro- rispose semplicemente Draco.
- La Granger cerca lavoro, ma non è...-
- Sì Blaise è l'eroina del Mondo Magico, ma lei come me del resto non vive più in quel mondo -
- Perché? -
Già perché? Sarebbe bello saperlo si disse Draco.
- Non lo so amico, ma credo che dovremmo scoprirlo-
Blaise rimase sorpreso per questa idea dell'amico –allora pensi che potrebbe essere utile -
- Sì, forse potrebbe, ma vorrei scoprire prima perché cerca un lavoro come giornalista e per quale motivo, sta tra i babbani -
-Beh Draco lei c'è nata magari... che ne so, le mancavano?-
Draco storse il naso:anche lui viveva tra i babbani, si era trovato bene tra loro , aveva iniziato a capirli, studiarli e alcuni gli piacevano ma mai avrebbe cambiato il Mondo della Magia con quello dei babbani.
- Ne dubito- rispose – c'è qualcosa sotto- aggiunse, c'è sempre qualcosa sotto quando si parla della Granger, la fantomatica mente del trio, quella che i giornali dell'epoca dipinsero come la strega più dotata degli ultimi vent'anni , la sola donna al mondo che riuscisse a detestare quanto sua zia Bella.
Un brivido scese lungo la schiena ricordando l'orrore e la disperazione negli occhi di sua madre quando sua zia, quella pazza di sua zia, viveva con loro al Manor, quando li spiava per conto dell'oscuro quando suo padre era rinchiuso nella prigione di massima sicurezza di Azkaban .
No! nessuna mai poteva essere come Bellatrix Black in Lestrange, lei era un mostro senza scrupoli capaci di uccidere anche la propria sorella, seviziare il nipote se solo il suo padrone le avesse chiesto di farlo, la Granger invece era solo una supponente "So tutto Io".
Antipatica, presuntuosa, odiosa ma non un mostro.
- Come vuoi muoverti?- chiese ancora Blaise mentre Draco afferrò il fascicolo che Haward aveva lasciato sulla scrivania in cristallo, esaminò attentamente quello che era scritto su quei fogli per più di due minuti nessuno dei due uomini disse nulla poi Draco sollevò lo sguardo verso uno dei pochi amici che gli erano rimasti e ghignò come da tanto non faceva.
- Ha lasciato il mondo magico dopo la guerra - affermò
- Come fai a saperlo?- domandò Blaise ma Draco non rispose , porse semplicemente il curriculum della Granger a Zabini e rise.
-è scritto qui, nero su bianco, subito dopo essersi diplomata con noi a Hogwarts ha conseguito il diploma trai babbani. Sono certo si sia presentata come privatista in questo liceo e poi ha frequentato l'università babbana- concluse Draco guardando ora fuori dalla finestra dello studio. Dal quindicesimo piano la città era più vicina potevano distinguersi le persone, le auto , ma anche da lì la visuale era magnifica, Draco guardò quel puntino camminare veloce raggiungere la fermata della metrò, riconobbe la camminata, il colore degli abiti, il cespuglio che aveva per capelli e sogghignò perché presto avrebbe scoperto cosa nascondesse Hermione Granger e per quale motivo si era messa nella sua strada.
Blaise annuì mentre i suoi occhi leggevano attentamente i fogli che l'amico gli aveva passato.
- Dobbiamo scoprire perché lo ha fatto, perché ha lasciato Potter , Weasley e il nostro mondo- perché nonostante abbia ricevuto ogni sorta di onore e devozione alla fine della guerra abbia lasciato il mondo magico per rifugiarsi tra i babbani.
- Hai un'idea al riguardo?- domandò Blaise poggiando i fogli sulla scrivania e osservando la schiena dell'amico che continuava a guardare lo skyline di Londra.
- No, ma lo scoprirò come è vero che mi chiamo Draco Lucius Malfoy-
-da cosa vuoi iniziare?- Domandò Blaise.
-Dalla famiglia- rispose Draco girandosi per poter guardare ancora una volta l'amico mentre con la mano sinistra accarezzava i suoi lisci capelli biondi.
-I babbani-
-Certo, credo non abbia altra famiglia, non è sposata... -
-Immaginavo che ... beh Weasley le era abbastanza attaccato l'ultima volta che li ho visti insime- ricordò Blaise e draco distolse lo sguardo ricordando la scena mielosa il giorno della grande battaglia.
- Evidentemente anche lei nella sua stupidità ha pensato che non valeva la pena mischiarsi con un traditore del suo sangue - sentenziò Malfoy.
- Perfetto, informo chi di dovere - disse Zabini
- No, Blaise non voglio casini e pretendo discrezione, non è una sprovveduta- aggiunse –occupatene tu -
Blaise aprì la bocca stranito, ma non obbiettò – ok- disse e in un attimo girò le spalle ed uscì pronto a scoprire cosa nascondesse la ex prefetto dei Grifondoro.
La Granger non gli era mai stata antipatica veramente, in realtà non ci aveva mai parlato da che ricordasse, però sapeva bene che poteva essere un'arma preziosa per gli intenti di Draco, doveva solo capire se poteva essere pericolosa, ma ne dubitava... il suo sesto senso non si era mai sbagliato.

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