18

33 2 0
                                    

  Non aveva chiuso occhio quella notte, frustrato si era concesso una doccia gelata per cancellare dalla mente il suo profumo, l'eccitazione. Tutto fu vano : la Granger era entrata, penetrata sotto la pelle, nelle viscere: era il suo cancro.
Vergine.
Come era possibile che nessuno avesse notato le sue grazie? Le nascondeva sotto strati di stoffa, si rispose.
Hermione, come al solito, si era buttata nello studio, per fortuna, pensò.
- No – urlò non doveva pensarci, non poteva ancora rimanere in quel limbo.
Invece, non passava istante che non pensasse al suo colpo caldo, a lei ansimante, al suo seno ...
Merda! doveva farsi un'altra doccia, l'ennesima.
Si alzò dal letto ormai sfatto e si buttò sotto l'acqua , presto l'avrebbe rivista e sperò con tutto se stesso che avesse capito ogni cosa, che avesse capito che dovevano stare lontani, per il suo bene e per quello della sua mente. Non avrebbe retto al suo sguardo sdegnato quando avrebbe saputo per cosa le serviva.
*
Draco decise che sarebbe passato prima in ufficio così fece, prese alcune carte dalla scrivania e si rilesse la relazione che la mattina prima la Granger gli aveva consegnato.
Era pressoché perfetta nemmeno la vecchia segretaria avrebbe fatto di meglio e lei, aveva un'esperienza decennale, Hermione invece era una giornalista e per la strega quella era una prima volta.
Chiuse il fascicolo portando indietro il capo , nemmeno lì nel suo ufficio riusciva a rilassarsi: era un incubo.
- Sembri disperato -
Blaise e la sua voce irriverente si palesarono a poca distanza dal biondo.
Draco aprì gli occhi e guardò l'amico; gli bastò un'occhiata per intuire le sue turbe.
- Oh- disse Blaise chiudendo la porta – mi sono perso qualcosa?-
- Sei un cretino -
- No, non ci siamo Malfoy, dimmi cosa voglio sapere – disse continuando a sorridere divertito.
- Non c'è nulla che tu debba sapere- ribadì il biondo portando le mani dietro la nuca senza smettere di guardare l'amico.
- Ti ha mangiato la lingua? – domandò Blaise a stento trattenne una risata, Draco lo fulminò.
- Allora dai Draco , non farti pregare racconta tutto allo zio Blaise, com'è la Granger?-
- è vergine - Blaise rise – dai non fare il coglione? Ci sei riuscito?-
Blaise guardò Draco e il viso dell'amico era sconvolto.
- Stai scherzando?!-
- Ti sembra che potrei scherzare su una cosa simile - ribadì
Blaise lo guardò attentamente – l'hai baciata -
Draco lo fulminò – gradirei smettessi di girarle intorno come un calabrone-
- Oddio, sei geloso!-
- Dovresti smetterla di inventare cazzate Blaise, é una cosa così-
- Certo e da quando di sbatti, ops, vorresti sbatterti la tua segretaria-
- Pensa ai cazzi tuoi, ad Astoria ad esempio. -
Blaise lo guardò male – a proposito, non mi va che trami con la mia donna alle mie spalle-
- Se non tramavo, lei non sarebbe stata la tua donna – gli ricordò.
Blaise storse il naso.
- Le hai almeno detto perché l'hai assunta?- domandò Blaise.
Draco impallidì all'istante e Blaise sgranò gli occhi incredulo – parlale, capirà-
- No -
- Non appena avrò ridato la memoria ai suoi genitori e chiederò la mia ricompensa, tra noi finirà tutto- tra noi in realtà non è mai iniziata. Blaise lo guardò ancora, il suo amico non sarebbe mai cambiato. Era convinto che nessuno potesse amarlo, lui, invece era convinto che la Granger ci sarebbe riuscita a scongelare quel cuore.
**
Hermione arrivò alla B&M di buon mattino, sperò che non ci fosse nessuno alla reception meno persone la vedevano e meglio sarebbe stata; Aveva una brutta cera: era più bianca come un cencio, le occhiaie sotto gli occhi e un mal di testa assurdo. Non aveva dormito quella notte, era impossibile farlo, se solo chiudeva gli occhi sentiva il suoi rifiuto.
Vergine
Ora sembrava una cosa sgradevole essere illibata, lui ne era schifato.
Strinse i denti mentre si posizionava meglio gli occhiali scuri, le mani tremarono leggermente ma non vacillò. Continuò nervosa a giocare con la sua collana e sperò di vederlo il meno possibile.
Doveva essere forte o lui l'avrebbe spezzata ancora.
**
Blaise li guardò attentamente e non ebbe alcun dubbio: quei due erano cotti uno dell'altra, era facile capirlo lui la guardava con la coda dell'occhio solo quando lei si voltava, lei era un libro aperto. Le emozioni della Granger erano talmente palesi che sembrava gridasse il suo tormento, poi cosa che lasciò basito Blaise era il fatto che evitavano di toccarsi, anche gli sguardi erano stati banditi. Sarebbe stato divertente osservarli negli Emirati. Isolati in quella splendida residenza, senza occhi indiscreti, soli, visto che Mohamed non sarebbe stato sempre presente debilitato com'era dalla vecchiaia e dal suo nuovo compito: ridare la memoria ai Granger. Chissà che spasso sarebbe stato osservarli, peccato che Draco avesse preteso che lui rimanesse lì a Londra.
- Siete pronti - la voce di Blaise ridestò dal torpore Draco e fece letteralmente saltare come una molla la Granger. L'amico ritrovò la proverbiale calma e la solita maschera che continuava a mettersi sopra il viso per celare al mondo le sue emozioni, la Granger no, si vedeva lontano che era offesa con lui.
- Sì - rispose la donna avvicinandosi a Zabini , dando le spalle a Malfoy.
Draco finalmente si concesse di osservarla senza preoccuparsi di essere visto, dato che, ora, la donna gli dava le spalle. Hermione indossava una bella giacca leggera color salmone, aveva notato che sotto si intravedeva una camicetta bianca con piccoli pois rosa per fortuna non trasparente, indossava un paio di jeans e delle ballerine, era perfetta anche se casual e ancora una volta rimpianse il giorno di averle concesso quel lavoro. Averla lì tutti i giorni, lavorarci insieme, sentire quel maledetto odor vaniglia non era una cosa buona; sapere che le avrebbe concesso la sua virtù lo destabilizzava. La voleva e non riusciva a capire perché?
Quella notte si era più volte chiesto se fosse perché era lei, la Granger, la ragazzina che ai tempi della scuola detestava; Sottometterla, farla sua, sentirla gridare il suo nome avrebbe confermato la sua forza.
La sua superiorità; aveva concluso che forse non era quello il motivo.
La Granger gli piaceva. Gli piaceva la sua testa, diversa dalle donne che era solito frequentare, quelle da una notte e via, quelle che non baciava, quelle che non gli interessavano. La Granger era intelligente, lo era sempre stata, era anche petulante, fastidiosa, indisponente, irascibile, tutti motivi che lui aveva iniziato ad apprezzare e nemmeno sapeva perché, era certo che con una così non si sarebbe annoiato.
Irritato sì, ma non annoiato.
Era sensuale, ma non come le donne che si vedevano nelle riviste Babbane, lei lo era senza saperlo; il modo in cui lo guardava poi era la quinta essenza della perversione, quelle labbra rosse, quel seno. Deglutì sonoramente facendo girare sia Blaise sia la Granger.
- Tutto bene Draco?- domandò quel deficiente di Zabini che non smetteva di ridere sotto i baffi, che per giunta nemmeno possedeva.
- Sì- rispose Draco iracondo.
La Granger gli riservò uno sguardo sdegnato e lui si irrigidì ancora di più.
Che cosa voleva? Avrebbe dovuto ringraziarlo invece sembrava furiosa, risentita, irritata ...
Alzò gli occhi al cielo: valle a capire le donne, si disse.
- Bene- , ricordò Blaise - dovrebbe essere attiva tra meno di cinque minuti-
Hermione annuì riportando la sua attenzione su Zabini, l'unico che da quel giorno avrebbe considerato, per lei Malfoy poteva perfino soffocare nel sonno. Anzi, l'avrebbe fatto lei stessa se ne avesse avuto la possibilità e forse il coraggio. Gli avrebbe messo un cuscino su quel viso inespressivo e via, non ci sarebbe più stato né un Malfoy, né un Black.
Aprì la bocca sconvolta da quello che aveva pensato, lei non avrebbe mai ucciso un uomo, lei non avrebbe mai ucciso Draco. Era così offesa con lui da pensare una crudeltà simile?
Dannazione più gli stava vicino e più gli assomigliava.
- Hermione!- la voce di Zabini la sconvolse – dovresti mettere la mano se non rimani qui, vuoi vederli i tuoi genitori?-
Lei annuì era così presa nei suoi pensieri che non aveva sentito nulla, ora però la mano di Draco dietro la sua schiena la sentiva eccome.
- Levami le mani di dosso - queste furono le sue ultime parole prima di smaterializzarsi lontano sotto lo sguardo divertito di Blaise Zabini che alla fine non riuscì a non ridere, quei due erano uno spasso.
Un autentico divertimento.
*
Toccarono il pavimento di pregiato marmo bianco, staccandosi immediatamente uno dall'altro, nessuno dei due fiatò, bastò lo sguardo di Hermione per zittire Draco e alla donna fu sufficiente percepire che ora non erano soli per allontanarsi da lui. La voce modulare di Muhammad Alleec , arrivò alle loro spalle, Draco si girò immediatamente per salutare il padrone di casa, Hermione lo fece più lentamente perdendosi ad osservare quella immensa dimora. Lo sfarzo saltava immediatamente agli occhi, il salone nel quale si erano smaterializzati era imbottito di oro sia nelle pareti sia nel rosone che faceva bella mostra di se lì sotto i suoi piedi, Hermione rimase senza fiato quando notò il lampadario di cristallo ove migliaia di gocce pendevano una accanto all'altra raffigurando una cascata, stupendi e antichi erano i suppellettili il suo proprietario doveva essere estremamente ricco per poterseli permettere pensò la donna. Così, finalmente, notò anche l'uomo che la accolse con un largo sorriso, questi indossava una lunga tunica blu che si abbinava perfettamente ai tappeti in seta che ricoprivano la sala. Draco gli andò incontro per salutarlo, Hermione rimase senza parole quando li dive abbracciati.
Era inaudito, non avrebbe mai immaginato che Malfoy potesse mostrarsi così a lei.
- Oh Draco, da quanto tempo - disse l'uomo slegandosi da quell'abbraccio e guardando attentamente il ragazzo davanti a se senza mai smettere di sorridergli.
- Ti trovo bene - disse Malfoy, la sua voce era calma quasi emozionata pensò Hermione e questo la stranì ancora di più.
Possibile che provasse dell'affetto per qualcuno?
Chi era quell'uomo? Si domandò ancora, non ne aveva mai sentito parlare, sapeva solo che grazie a lui e alla sua magia, forse, i suoi genitori avrebbero riacquistato la memoria. Hermione li osservò ancora attentamente fino a quando gli occhi dell'uomo, che a occhio e croce avrebbe dovuto avere intorno alla settantina d'anni, si posarono su di lei.
- Benvenuta nella mia umile dimora - Hermione non riuscì a non sorridere al vecchio, era arzillo , allegro, sicuramente una persona colta e ammodo, ricca, senza dubbio molto ricca.
- Piacere mio signor ... ?-
- Oh, non ci siamo presentati, io sono Muhammad Alleec, ma per lei signorina Granger, sono solo Muhammad -
Hermione continuò a sorridere anche il suo cervello iniziò a lavorare frenetico. Quell'uomo già sapeva il suo nome e non fu una sorpresa, in fondo avrebbe dovuto ridare la memoria ai suoi genitori, era logico, ma la sensazione che provò quando il vecchio pronunciò il suo cognome la stranì.
- Venga, si accomodi, faccia come fosse casa sua -disse allargando le braccia mostrando così le mani lunghe e rugose segno del tempo passato sulla terra – Fabian – aggiunse – dovrebbe aver preparato uno spuntino per accogliervi-
- Non avrebbe dovuto- disse Hermione allarmata per aver in qualche modo distolto l'uomo dalla sua routine.
- Scherzi! se non lo faceva ne sarebbe morto e poi avrebbe infilato le orecchie nel forno; non ho più la forza per rimproverarlo quando lo fa -
Hermione rimase sgomenta, Fabian era un elfo domestico, anche quell'uomo li sfruttava?
Muhammad la guardò e poi rise, ma rise forte e di gusto guardando prima Draco e poi ancora Hermione.
-Lei è quella che ha creato quell'associazione per proteggerli, vero?
Hermione annuì le si era seccata la gola non riusciva più a parlare.
- Meglio che ometta a Fabian questo particolare è suscettibile su quel punto-
Draco mosse le labbra e annuì.
- Ora ragazzi vi lascio per il riposo mattutino, sapete l'età - disse , poi volgendosi verso Hermione aggiunse – dopo se vorrà faremo una chiacchierata, così le racconterò come voglio procedere con i suoi genitori.
- Dove sono?- chiese agitata.
- Ora riposano, riposeranno parecchio, -ammise il vecchio – può vederli comunque e anche la bambina, lei è sveglia. Ho pensato che visto che non era nata, lei non sarà sottoposta all'incantesimo, anche se avrà bisogno di molto tempo per capire, anche se è piccola è molto intelligente ed è bella proprio come la sorella maggiore -
Hermione sorrise il viso le si illuminò.
- Grazie - disse – veramente tante grazie – Muhammad annuì ma i suoi occhi si spensero mentre volgeva lo sguardo verso il suo pupillo e capì che Draco ancora non aveva osato dirle la verità.
***
Ai coniugi Granger era stata riservata un'ala a parte, separata della residenza principale dove risiedeva Muhammad Alleec, per arrivarci bastava attraversare il grande giardino verde intervallato qua e là da grandi palme da dattero che svettavano accarezzate dal vento caldo proveniente dal deserto. l'odore della salsedine proveniente dal mare del Golfo Persico, arrivava alle narici e rendeva l'atmosfera magica e surreale. Il palazzo si trovava poco più a nord di Sharja, uno dei sette emirati che compongono lo stato, per lo più era circondato da ampie zone desertiche come quella di Rub Al Khali ove erano presenti le dune più alte del mondo, Hermione si fermò ad ammirare quello spettacolo, il sole calava rendendo il mare una tavolozza di colori che andavano dal giallo, all'arancione e infine il blu cobalto.
Era stupendo, un paradiso terreste e la calma che si respirava era ciò che più piacque alla donna.
Draco la guardò senza dire nulla non seppe nemmeno perché andò con lei.
Per proteggerla ? No, la Granger non ne aveva bisogno e lì nessuno avrebbe osato farle nulla.
Sei tu quello da cui deve stare lontano, si disse e si sentì mancare perché ancora una volta la sua coscienza gli ricordava cosa era, cosa era stato e cosa non sarebbe amai potuto essere.
Hermione socchiuse gli occhi cercando di fotografare quell'immagine era posto suggestiva dove il sole si tuffava nel mare circondato da lingue di sabbia finissima.
- Granger - la voce di Draco la ridestò, si era scordata di lui, anche se il suo profumo si mischiava a quello della salsedine. Forse, si disse, si era abituata ad averlo vicino e si stranì a pensarlo, ma quell'uomo che solo ieri l'aveva rifiutata e negli anni derisa, era ora un'ancora a cui aggrapparsi. Aveva paura, forse per la prima volta nella sua vita , aveva paura di voltare le spalle a quello spettacolo e entrare nel palazzo alla sua destra dove i suoi genitori dormivano.
- Granger, se vuoi io sto fuori - Hermione sbiancò e afferrò il suo braccio, sconvolta dal fatto che potesse andar via.
- No - disse in un sussurrò volgendo i suoi occhi su quelli dell'uomo, sussultò non appena gli vide . Era distrutto, aveva gli occhi stanchi, il viso smorto perfino il suo solito ghigno era assente. Che anche lui, come lei, avesse passato la notte in bianco?
Impossibile?
Impossibile immaginare che anche Draco Malfoy soffrisse, lui non ha un cuore. Scosse il capo cercando di rimanere lucida, ma sapeva che non avrebbe retto, oltre quella porta c'erano i suoi genitori e il suo cuore iniziò a palpitare frenetico.
- Rimani - aggiunse e tremò perché anche se voleva allontanarlo, dimostrarsi forte, ora Malfoy faceva parte della sua vita, anche se lui non lo sapeva.
Draco l'affiancò e titubante aprì la porta davanti a lui, l'ambiente era asettico e un odore di disinfettante rendeva l'ambiente molto simile ad un ospedale. Non ci volle molto per trovare i Granger erano stati messi in una stanza , in due letti vicini, una grande vetrata li proteggeva dai germi che con ogni probabilità arrivavano dall'esterno, abili elfi si prendevano cura di loro. Hermione portò una mano alla bocca e non riuscì a non urlare, nessuno parve sentirla se non Draco che le mise una mano sulla spalla.
Non devi toccarla ,gli ripeteva la sua mente ma non ragionava, non ci riusciva più.
Pianse bagnandogli la camicia e lo strinse, lo strinse ancora e lui non riuscì più a far nulla che non a tenerla stretta a se, ancora una volta.
Hermione sollevò gli occhi umidi guardando ancora i suoi genitori, sembrava che dormissero ma erano pallidi e diversi da come li ricordava.
- Posso entrare? -
- Non saprei - rispose Draco,- non sono un medimago –
Lei annuì staccandosi da lui e appoggiando una mano sul vetro e infine la fronte, rimase lì per tanto di quel tempo che a Draco dolevano i piedi.
- Hermione - disse – dovresti andare a riposare il tono della sua voce era pacato, sembrava un altro da come ora si rivolgeva a lei.
- Non so cosa tu voglia da me, sicuramente non il mio corpo - disse, il tono della sua voce si fece più triste, pacato – ma se riuscirai a ridarmeli, se solo potrò riabbracciare e essere consolata tra le loro braccia, stai pur certo Draco che avrai tutta la mia riconoscenza – concluse.
Lui non osò parlare socchiuse gli occhi e si sentì morire perché ancora una volta avrebbe taciuto, fino a quando avrebbe evitato di dirle il suo piano?
Ora, dopo tutto quello che era successo lei avrebbe pensato il peggio di lui e nemmeno le parole appena sentite lo convinsero. Doveva tacere, metterla davanti al fatto compiuto e ricordarle solo in quel momento il loro accordo. Sì, avrebbe fatto così, era questo il suo piano e non gli importò né delle paranoie di Blaise né delle occhiate di Muhammad: la Granger non doveva sapere nulla.


La Tela Del RagnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora