Erano rimasti lì per quasi un'ora, Draco non si era più lamentato di nulla né dei piedi che gli dolevano né del caldo, lei lo abbracciava e anche se ora la camicia era umida, la tenne lì tra le sue braccia. Muhammad li raggiunse poco prima di pranzo, sorrise guardandoli abbracciati e quasi gli dispiacque disturbarli, ma doveva parlare con la ragazza.
Tossì piano e riuscì nel suo intento, i due maghi si separarono girandosi verso l'uomo che sorrise loro.
- Ragazzi - disse avvicinandosi - Hermione – aggiunse prendendo la mano della strega, - vieni –
Hermione si staccò da Draco che rimase indietro di un passo, non voleva disturbare non voleva essere assillante ma gli sarebbe piaciuto che lei lo volesse al suo fianco.
Che cretinate pensava? Il sole gli aveva cotto il cervello.
- Stanno dormendo - disse Muhammad mentre i suoi occhi guardavano i coniugi Granger, Hermione lo osservò attentamente – no. Non soffrono, è come il coma farmacologico tra i babbani -.
Hermione annuì – come intende aiutarli-
- Oh - disse Muhammad – certo, certo, non ti ho ancora detto nulla – è una mia ricerca, ci lavoro da molti anni, in effetti, e l'ho già usata – ammise – una piccola maghetta aveva fatto una magia accidentale sulla nonna e i suoi genitori non riuscirono più a venirne a capo, nemmeno i guaritori, così si erano rivolti a me, per vie traverse in realtà - ricordò.
- Era un guaritore?-
- In realtà sarei un alchimista –
- Alchimista - ripeté Hermione – che interessantissimo mestiere chissà quanti viaggi, quante scoperte –
- Alcune – disse l'uomo, anche se un velo di tristezza oscurò il suo viso. - Ora pensiamo ai tuoi genitori. La prima fase è iniziata ieri quando sono arrivati – Hermione annuì – staranno così per un paio di giorni – continuò, iniziando a incamminarsi verso il suo studio, l'uomo si girò per osservare Draco – non vieni? – domandò perplesso.
Anche Hermione si girò per guardarlo e a Draco mancò l'aria incontrando i suoi occhi: Dannazione! Che cosa gli stava facendo quella strega?
Deglutì e come un automa si avvicinò a lei ben attento a non toccarla ancora, ma sapeva che ben presto il suo intento sarebbe naufragato, naufragava sempre.
Il laboratorio di Muhammad Alleec era un trionfo di boccette e libri, questi ultimi erano tutti impilati uno sull'altro ricopriva la parete, lasciavano senza fiato, Hermione aprì la bocca più volte estasiata -.
- Dalle mie informazioni so che ami leggere – lei guardò Malfoy che alzò le spalle stupito, facendole intendere che non era stato lui a raccontare al vecchio le sue passioni.
- Una mia vecchia amica, la considera una delle streghe più dotate – Draco arricciò il naso e si sedette poco lontano dai due. Si sentiva a disagio a essere con loro non era interessato né ai loro ricordi e aneddoti sulla strega in questione e tanto meno a sapere come si sarebbero salvati i Granger.
- Amica -.
– Sì Minerva McGranitt – chiarì Muhammad facendo nascere sul viso di Hermione un sorriso enorme; Da quanto non la vedeva sorridere così, pensò Draco.
Forse dal primo periodo a Hogwarts quando erano ancora bambini e le brutture della guerra ancora non li avevano spezzati.
- Conosce la professoressa McGranitt?- domandò eccitata, Draco sbuffò sonoramente ma Hermione non lo degnò di uno sguardo era da tanto tempo che non ne sentiva parlare, chissà come se la passava Ginny, le aveva raccontato che ora era diventata la preside . quel mago arabo, misterioso ed enigmatico, l'uomo che forse avrebbe ridato i ricordi ai suoi genitori, la conosceva, diceva di essergli amico. Quindi, dedusse Hermione, doveva essere uno apposto .
Come mai conosceva a Malfoy? Che cosa avevano in comune?
- La conosce da molto? – chiese curiosa, Hermione voleva sapere, scoprire era ancora una giornalista dopotutto, anche se ora avrebbe evitato di raccontare ai babbani che Draco Malfoy era un mago e che forse il suo impero non era dovuto ai soldi dei suoi genitori, giacché non parlava con loro da quasi cinque anni, in pratica dalla fine della guerra.
Muhammad annuì lievemente, la sua mente lo riportò indietro nel tempo quando anche lui, conobbe la strega più dotata dei suoi anni, era inglese e lo ignorava completamente.
** ricordo**
- Quel tipo di magia non è riportato nei libri- aveva detto offesa, strofinando le mani sulla sua divisa nera.
- Non è che, perché tu non sei in grado di produrla McGranitt, non si possa usare- la rabbia della ragazza, fu qualcosa di strabiliante, mai nessuno aveva osato farlo, lei fu la prima e pure l'unica.
Il figlio dell'emiro non si poteva toccare, tutti gli portavano rispetto anche i professori, lei no, lei lo schiantò senza l'uso di nessuna bacchetta nel bel mezzo della stanza davanti a tutti.
Fu lì che s'innamorò di lei e trascorsero solo pochi anni prima che le spezzò il cuore.
** fine ricordo**
Il vecchio alchimista rimase in silenzio per molto tempo Hermione non osò disturbarlo, ma si mosse preoccupata sulla sedia guardando poi Malfoy che invece sfogliava distratto un libro, possibile che quando servisse quel deficiente pensasse ai fatti suoi.
- Signorina Granger, è meglio che ora le spieghi perché l'ho fatta venire fin qui nella mia casa- Hermione, si girò di scatto non appena sentì l'uomo parlare e si concentrò su di lui. – come dicevo i suoi genitori dormiranno per alcuni giorni, questo stato li aiuterà per rimetterli in pari con ciò che era e ciò che diventato. Come ben sa privandoli della memoria non ha solo cancellato lei dalla loro vita ma ha proprio cancellato la loro vita - Hermione strinse le labbra e morse con forza la guancia interna, voleva farsi male era l'unico modo che conosceva per non piangere. – il mio primo compito è stato quello di iniziare a somministrare, grazie a queste ampolle, un concentrato di sapere e nozioni su alcuni fatti rilevanti accaduti in quegli anni, i ricordi sono somministrati a intervalli di due ore, così che la mente non vada in cortocircuito. La terapia sarà lenta perché se per privarli c'è voluto un rapido colpo di bacchetta per ricordare ci vorranno più di un mese e più- finì l'uomo.
- Un mese ? -
- Sì, lo so che è molto tempo –
- No non importa l'importante e che ricordino –
- Sì, credo non ci saranno problemi - affermò sicuro – ora, però deve sforzarsi di ricordare alcuni momenti belli con i suoi genitori e aiutandosi con questa-, disse indicando una piccola ampolla – donarmeli-
Hermione sgranò gli occhi impaurita – tranquilla non serve la bacchetta, quell'ampolla è particolare, basta soffiarci sopra e tutto quello che hai pensato, verrà riversato lì dentro -.
Draco si fece attento, aveva ascoltato a larghe linee la chiacchierata tra Muhammad e la Granger, li aveva ascoltati mentre parlavano della pipistrella, della magia e dei ricordi e ora era sicuro che finalmente si sarebbero sollevati da lì tra breve, si sbagliava.
Muhammad non la smetteva di chiacchierare, prima le raccontò della pozione, poi della terapia, poi delle ampolle stregate e infine lasciò per ultimo il particolare più importante: il viaggetto nei ricordi della Granger.
Hermione sembrò preoccupata e a ragione, Muhammad avrebbe frugato in ogni ricordo alla ricerca di quello che a lui sembrava più importante. Doveva cercare i momenti più intimi e significativi e quello che l'aveva portata a quella scelta tragica.
- Credo che sia più pericoloso per lui che per te- disse Draco e questa volta la sua voce fu tagliente e acida, come del resto era sempre. Hermione storse il naso e si affrettò a domandare se ciò che Draco stava blaterando fosse la verità. Il vecchio la rassicurò ma non riuscì a convincerla, anche solo chiacchierare con lei l'aveva stancato e questo innervosì Draco e preoccupò Hermione.
Muhammad li lasciò subito dopo pranzo per concedersi un altro piccolo riposo e quella fu l'occasione per Draco di distendere i nervi e per Hermione di conoscere sua sorella.
Decise di accompagnarla solo fino a un tratto, le disse che era di strada per arrivare alla sua stanza, ma la verità era che non voleva lasciarla sola. Troppe cose erano successe e se poteva approfittarne per tenerla stretta a se, l'avrebbe fatto. Giunsero lì in pochi minuti e si fermarono ad ammirare la particolare struttura di legno e vetro.
- Dai Granger, muoviti- disse Draco aprendo la porta – o qui ci squaglieremo come ghiaccioli – terminò aprendo la porta e facendola entrare per prima.
Hermione aprì la bocca stupefatta, la stanza aveva una forma circolare, le pareti interne erano ricoperte di piante rampicanti, edere per lo più, al centro vi erano quattro grandi palme che sfioravano il centro della cupola di vetro. Tra quelle palme era stata issata una casettina in legno raggiungibile grazie a una scaletta a pioli, l'amaca di stoffa era color giallo pallido ed era lì che una piccola bambina la guardava con due grandi occhi color nocciola scuro. Hermione sussultò non appena la vide e si bloccò il respiro, le mani tremarono leggermente mentre faceva un passo.
-Sì diplomatica, nemmeno sa che esiti- le ricordò Malfoy e questo la freddò immediatamente.
Una donna dai lunghi capelli neri e un abito rosso ornato d'oro li guardò stranita, poi l'espressione cambiò
- Draco - urlò sollevandosi di colpo non appena capì chi era entrato, Hermione strinse le labbra che divennero violacee.
Chi era questa qui? si domandò infastidita, mentre la donna di chiare origini mediorientali abbracciava senza pudore Malfoy che sembrava decisamente felice della cosa.
Porco! Ne ha una in ogni luogo in cui è stato.
- Samira - la voce di Malfoy divenne più dolce , Hermione storse il naso e sollevò gli occhi disgustata per poi rivolgerli ancora una volta alla bambina che ora si nascondeva sotto una piccola copertina leggera.
Hermione si avvicinò alla bambina e sorrise anche se questa, ora, era completamente nascosta.
Quei due nemmeno la degnarono di uno sguardo e la cosa non le importò, per quanto le riguardava Malfoy poteva pure scomparire e anche la sua amica, tutte le sue amichette. Salì su per le scalette e finalmente riuscì a sedersi sull'amaca, la bambina sollevò appena la copertina per poterla guardare.
- Boti - disse e la sentì muoversi sotto la copertina, forse l'aveva spaventata. Questa considerazione durò solo un attimo e sparì non appena la bambina sollevò la coperta per guardarla ancora.
Non riuscì a non gioire e ripeté ancora: - oh, oh, oh, boti - la sentì ridere e per un po' di tempo fecero quel giochino fino a quando Samira non si avvicinò a loro.
- Elisabeth dovrebbe dormire – Hermione la guardò storto
- Io sono ... - cercò di ribattere Hermione, convinta che dire a quella donna di essere la sorella della bambina avrebbe in qualche modo cambiato le cose.
- So chi è, ma la situazione non cambia: questa è l'ora del riposino-
Hermione sbuffò e poi si rivolse alla bambina.
- Se vuoi, dopo vengo nuovamente a giocare con te -
- ioaie ii –
- Elisabeth - la riprese Samira – Che cosa ti ho detto! Ora devi dormire -
La bambina fece il broncio e incrociò le braccia, avrebbe voluto pestare i piedi a terra ma essendo sull'amaca non riuscì a farlo.
- Con me questo non funziona - le ricordò .
- Io credo che ...-
- So come trattare con i bambini e con lei, - dichiarò la donna – ci vuole polso o non se ne cava piede –
Hermione strinse i pugni infastidita; questa Samira le stava antipatica a pelle, avrebbe parlato con Muhammad per cercare qualcuno di più idoneo, fintanto che c'era, lei poteva occuparsene in fondo non aveva nulla da fare.
Draco la osservò attentamente mentre a passo di marcia usciva dalla cupola, Draco la seguì era facile intuirne le intenzioni, riuscì a bloccarla giusto in tempo prima che potesse arrivare al secondo piano dove erano le loro stanze.
- Granger scordatelo –
- Malfoy questi non sono fatti tuoi -
- Oh si che lo sono, fossi in te, eviterei di parlare male di Samira con Muhammad -
-Perché cos'è la figlia che non si può parlare con lui?- domandò stizzita.
Draco sorrise divertito – in realtà è la moglie -
Hermione aprì la bocca incredula, sconvolta. Impossibile, ma non aveva un po' di rispetto per quell'uomo. La rabbia la travolse, non poteva essere così meschino, così schifoso – vai a letto con la moglie di Muhammad – urlò a denti stretti rovesciandogli tutto il disprezzo che aveva covato in quei giorni.
Draco diventò pallido come un cencio.
- Che cazzo stai dicendo? Sei forse impazzita?-
- Mi fai schifo - urlò schiaffeggiandolo e senza che potesse ribattere e scomparì dietro la porta della sua stanza.
**
Seduto sui comodi cuscini, attese che Fabian l'elfo di Muhammad portasse loro della frutta da spiluccare.
Il vecchio saggio lo guardò attentamente, Draco sembrava sovrappensiero, diverso da come l'aveva lasciato quella mattina. Fabian fece il suo ingresso con un'enorme cesta e la poggiò tra i due uomini smaterializzandosi all'istante.
-Avete litigato? - domandò curioso il vecchio.
Draco afferrò un fico e lo sbucciò lentamente. - Se non litigassi con lei, mi annoierei- ammise.
- Ora non sembri annoiato, ma pensieroso –
Gustò il frutto morso a morso, la polpa dolciastra invase la sua bocca, deglutì e sollevò lo sguardo.
- Ha la facoltà di mandarmi in collera con solo due parole-
Muhammad annuì, sapeva cosa voleva dire Draco, anche lui alla sua età aveva una sorte di amore e odio per una donna molto simile alla signorina Granger.
- Le dirai del perché la stai aiutando? -
Draco s'irrigidì all'istante, odiava parlare di quel patto,odiava ricordare che le serviva per attuarlo.
Muhammad scosse il capo contrariato: possibile che quel ragazzo non capisse.
- Sbagli - disse – non è una qualunque, non puoi portarla lì e sbatterle la realtà nuda e cruda in faccia-
- Non ho scelta-
- Sai anche tu che questa è solo una bugia che ti racconti per non affrontare la realtà-
Già la realtà, se solo osasse informarla del suo piano prima gli riderebbe in faccia e poi gli volterebbe le spalle.
- Hai sentito tua madre- al solo menzionare Narcissa Draco s'irrigidì.
- è venuta in ufficio - rispose secco
- Eh -
- L'ho mandata via , non voglio avere niente a che fare con loro soprattutto ora-
- è tua madre, lei ...-
- Sono solo assurdità, lo sa lei e lo so io -
- La Granger che dice?- Domandò
Draco sbuffò .
- La Granger ha una visione del mondo differente dalla mia, motivo per cui, evito di ascoltarla –
- Avete litigato per un motivo serio o perché vi andava di farlo-
Draco strinse i denti, non avrebbe detto cosa la Granger avesse insinuato, si vergognava per lei e voleva che Muhammad la considerasse ancora una brava ragazza.
Solo pochi giorni prima non avrebbe mai pensato di poterla coprire ma oggi, sembrava tutto diverso.
- Deve essere qualcosa che mi ferisce se non osi parlarne – disse il vecchio – e questo mi fa pensare che continui a proteggermi come fossi un vecchio rimbambito-
- Muhammad -
- pensavo che avessi capito in questi anni che niente mi ferisce-
- Io ... -
- Draco – aggiunse il vecchio alzandosi dal morbido giaciglio.
- Parla con Hermione, chiarisci con lei e soprattutto fallo con te stesso stai privandoti di cose che un giorno rimpiangerai-
Draco lo guardò andare via e scosse il capo, non capì cosa gli disse Muhammad ma sicuramente le sue parole non erano state buttate così a caso, voleva avvertirlo di qualcosa. Sì ma cosa?
Draco rimase pensiero per molti minuti e solo quando ormai la luna era alta nel cielo, decise di alzarsi da lì e andare a fare una passeggiata.
Attirato da delle risate, s'incuriosì fino ad arrivare alle mura dell'harem che da anni era deserto, Samira era l'unica moglie di Muhammad, una sposa bambina e illibata, così sarebbe morta. Era triste la sua storia, a lui la narrò una vecchia balia che ora era morta. Samira fu promessa al figlio dell'emiro quando lui aveva dieci anni e i suoi genitori appena tre, quando nacque Muhammad aveva da poco superato la quarantina e mai avrebbe voluto una sposa bambina. Non poté rifiutarsi così alla fine si sposò non appena lei divenne donna.
Muhammad la trattava come una figlia e non come una moglie, a volte la guardava mentre solitaria osservava i bambini dei servi e si vergognò, perchè le negò anche questo. Samira più volte cercò di entrare nel letto di Muhammad ma lui la respinse, i maligni dicevano che in realtà l'uomo avesse consumato con la moglie ma Draco sapeva la verità, sapeva che Muhammad amava un'altra e che a causa di quel contratto la perse per sempre, fu per questo che Samira non entrò mai nel suo letto.
Mai nessuna avrebbe occupato il posto della donna che ancora oggi lui amava come il primo giorno.
Draco si sporse meglio osservando la sala delle piscine, gli aveva spiegato Muhammad, che un tempo lì erano solite riunirsi le mogli dello sceicco lui mogli ne aveva solo una. Il giovane mago sgranò gli occhi e deglutì sonoramente quando vide la scena: Samira era ferma, immobile, poco distante dalla finestra che dava sul mare, indossava la solita veste lavorata , i capelli erano raccolti in una crocchia ma ciò che più stupì Draco era il suo sguardo sdegnato. Da quando la conosceva, non l'aveva mai vista così nera, sembrava una bomba pronta a esplodere e il motivo era riconducibile a una sola persona: la Granger. Quella strega sarebbe riusciva a far incazzare un santo e ora senza alcun rispetto per la donna che aveva di fronte e per la sua religione, giocava con la sorella nella grande vasca.
- Elisabeth – disse richiamando a se la bambina che la guardò estasiata, subito dopo aver visto le grandi bolle di sapone.
-Io, io, io, - disse la bambina cercando di raggiungerla, bevette un poco poiché non era molto brava a nuotare, sia Hermione sia Samira le furono vicine, allarmate. La bambina tossì attaccandosi alla tavola colorata che galleggiava lì accanto, le due donne, si guardarono studiandosi attentamente poi Elisabeth guardò la sorella e allargò le braccia per essere presa da lei e uscire dalla vasca. Samira fece un passo indietro e fu lì che Draco lo notò: la Granger indossava un bikini mozzafiato, da togliere il fiato.
- Non è successo nulla - disse la Granger prendendo un telo di spugna per asciugare la bambina. Draco sembrò in trance, fece un passo verso la donna come richiamato da lei. Samira sollevò lo sguardo, sgranò gli occhi e lo incenerì.
- Draco - disse severa – esci immediatamente-
Hermione sembrò stranita, non aveva mai visto una donna rimproverare Malfoy se non la McGranitt e rimase stupefatta nel vedere lui abbassare la testa e uscire.
-Tu- disse ora Samira – copriti non è opportuno che un uomo che non è tuo marito ti veda così... -
Samira era livida e solo in quell'istante Hermione capì il perché del suo sdegno, si vergognò come non mai e non servirono le sue scuse; la donna non la degnò più di alcuno guardò, attese che la bambina fosse asciutta e con lei uscì.
Hermione si asciugò lentamente, era frustrata e triste non era nemmeno riuscita a salutare la bambina, distratta si mise l'accappatoio grigio e le ciabatte e si alzò, non si accorse di nulla né della porta che si chiudeva né dell'uomo che la fissava.
Sarebbe dovuto andar via come gli aveva consigliato Samira, ma non c'era riuscito, quel corpo aveva risvegliato i suoi sensi. Hermione indietreggiò di un passo ma non abbassò lo sguardo quando se lo trovò di fronte. I suoi occhi grigi sembravano un mare in tempesta, le sue labbra sorrisero mentre le mani slegavano l'accappatoio, Hermione sembrava aver perso l'uso della parola.
- Che cosa stai facendo? – domandò sconvolta.
- Ti guardo- rispose lui. Ammiro la tua bellezza: la tua pelle, il tuo corpo, quella bocca che mi stuzzica, che mi ammalia. Evitò di dirle quelle parole si limitò a guardarla ancora, aveva promesso a se stesso che non sarebbe più successo, lei era vergine. Doveva starle lontano, era la sua nemica di sempre. Doveva evitare di farsi coinvolgere in quel gioco che stava facendolo impazzire , lei era solo uno strumento per il suo scopo, per raggiungere il suo sogno. Fallì perché era impossibile starle lontano, la voleva, la desiderava, doveva farla sua, fosse l'ultima cosa che faceva ...
- Come ... -
Draco non rispose, le prese una mano posando un bacio umido, prima sul palmo, poi sul polso e infine nel braccio. Hermione rabbrividì, un languido brivido scese lungo la schiena, si stava sciogliendo, si stava eccitando. Draco lo notò immediatamente, i suoi capezzoli s'intravedevano dai piccoli triangolini di tessuto che coprivano il seno. Con le dita li tirò per vedere, toccare e giocare con loro. Con i polpastrelli li sfiorò, pizzicandoli. Sentirla sospirare non fece altro che eccitarlo ancora.
- Se lei torna ... - sussurrò titubante Hermione, la sua voce era suadente, eccitata.
- Non può entrare – rispose Draco sfiorando le sue protuberanze rosee, fino a che non si abbassò su di loro per succhiarli con avidità.
- Draco – lo richiamò la donna.
- Che cosa è cambiato?- domandò.
- Niente – rispose lui sollevando lo sguardo su di lei, ma non riesco a starti lontano.
- Allora perché? -
- Perché va a entrambi – rispose, ma sapeva che ormai per lui non c'era scampo, non più.
Rimasero per molto tempo dentro le piscine dell'harem e fu solo grazie alla conoscenza di Draco per i cunicoli di quell'immensa dimora che nessuno li scoprì. Anche quella notte Malfoy non prese la sua virtù, ma lei si assicurò che anche lui avesse una ricompensa, questa fu inaspettata e ben gradita.
S'inginocchiò davanti a lui e sollevò gli occhi, Draco aprì la bocca incredulo, avrebbe dovuto fermarla. Un giorno era certo l'avrebbe odiato per questa sottomissione, mai avrebbe immaginato che la Granger potesse farlo, non a lui almeno. Stava forse cercando di dimostrargli qualcosa?
Deglutì sonoramente mentre con la lingua percorreva il suo membro, sembrava titubante, spaesata, inesperta e respirò finalmente.
Era il primo e in cuor suo sperò di essere anche l'ultimo.
Hermione succhiò con avidità, lentamente, usciva ed entrava, aumentando l'andatura. Draco reclinò la testa all'indietro e accarezzò la testa della donna che stava inginocchiata davanti a lui, aiutandola a tenere l'andatura. Venne e il cuore esplose quando la vide ingoiare il suo sperma guardandolo negli occhi.
In quell'istante il mondo fuori da quella stanza non esisteva più, ora c'erano solo loro due e quel gioco che si stava spingendo troppo in là. Ormai, sarebbe stato difficile tirarsi indietro, forse nessuno voleva più farlo.
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La Tela Del Ragno
FanfictionSono passati cinque anni dalla fine della seconda guerra magica: Hermione Granger ha lasciato il mondo magico da quando i suoi genitori si sono trasferiti in Australia mentre Draco Malfoy brama di ritornare nel mondo magico inglese che l'ha deriso e...