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  Scese le scale perché doveva stemperare la tensione accumulata, la rabbia , la frustrazione.
Se solo ricordava le sue parole, se solo rammentava il suo rifiuto.
Imbecille.
Cretino.
Non c'erano più epiteti per definirlo se non Troll, come poteva averle detto una cosa simile, passi il diniego per quello che avrebbero potuto fare e che per fortuna aveva interrotto Zabini, ma prima offrirle un passaggio e poi detrarle il tutto dallo stipendio.
Come se fosse stata lei a chiederlo, mai si sarebbe abbassata a domandare qualcosa a un viscido come Malfoy. Mai si sarebbe umiliata, così inviperita e con mille turbe per la testa, nemmeno si accorse della ragazza che come lei camminava veloce nelle scale della B&M; in pochi le usavano visto che tutti erano soliti prendere l'ascensore.
Si urtarono , scontrando spalla contro spalla, vacillarono e fu un caso che Hermione non cadde e che Astoria non ruzzolò giù per le scale.
- Merlino guarda dove metti i piedi! - Hermione era furiosa e non badò affatto né al tono né alla persona che aveva di fronte, in realtà aveva urlato prima di guardarla in viso.
- Granger - la voce di Astoria Greengrass la congelò.
Che cosa ci faceva lì?
Che fosse lì per lui, che fosse una delle sue ...
Non deve importarti per te, lui è morto, almeno in quel senso.
- Greengrass giusto !?- rispose guardando la ragazza di fronte a se; era bella, con i lunghi capelli neri lisci e ordinati; era affascinate, con quel taglio sbarazzino che dimostravano la sua giovane età; era elegante, con quel vestitino fru fru che accarezzava il suo corpo esile e sinuoso. Era perfetta per uno come Malfoy, la degna compagna di un purosangue.
- Sì- rispose lei sorridendo. Hermione si bloccò, non sapeva per quale ragione quella donna le sorridesse, la stava forse irridendo?
Il sangue le arrivò al cervello a stento si trattenne, ricordava perfettamente alcuni incantesimi senza bacchetta, li avrebbe usati? Sì, si rispose, ma non ne valeva la pena? non con lei, con lui sì o con lui, li avrebbe usati sicuramente.
- Il bastardo - disse con livore - è nel suo studio. Attenta! il suo morso è velenoso, riuscirebbe a infettare anche te che sei già contaminata –
Astoria Greengrass aprì la bocca stranita dalla frase che quella ragazza aveva detto, Malfoy le aveva detto che stava lavorando per lui, quindi, il bastardo in questione doveva essere Draco.
Sperò fosse lui e non ... deglutì, ma non riuscì a parlare: la Granger era già sparita.

Astoria si riprese immediatamente, lisciò con le mani il suo vestito e camminò spedita fino all'ultimo piano, Malfoy le aveva detto che l'avrebbe trovato lì, Infatti, lì lo trovò.
Lo studio dell'uomo era stupefacente come strepitosa era la veduta di Londra, meno straordinario però era il suo umore.
- Draco- disse arrivando alle spalle dell'uomo
- Sei in ritardo, io odio aspettare - disse gelido. Astoria strinse il naso, ma non replicò, dovette sorbirsi persino le sue lamentele. Aveva detto che l'avrebbe aiutata, quindi non fiatò.
Doveva fidarsi?
Sapeva che Draco era inaffidabile, almeno era così ai tempi della scuola , poi tutto era cambiato e forse anche lui. Aveva creato un impero tra i babbani, aveva perfino assunto la mezzosangue ... era cambiato.
Che c'era tra quei due? Si chiese mentre lo osservava sedersi elegantemente alla sua scrivania sorseggiando del liquore, l'odore gli portò alla mente l'ultimo loro incontro, quando lui confermò la versione dell'amico.
Umiliandola.
- Hai portato quello che ti ho chiesto?- chiese senza scomporsi, era freddo come pochi,calcolatore: un perfetto uomo d'affari.
- Ho di più- disse Astoria – ho la lista-
Gli occhi gelidi di Malfoy brillarono e Astoria non riuscì a trattenere un sorriso soddisfatto, frugò nella borsa e gli consegnò il frutto della sua ricerca. Lui, lesse avidamente e più volte sbuffò, alcuni nomi li dentro non gli piacquero , come dargli torto, ma non poteva certo lamentarsi con lei.
Draco piegò il foglio e lo mise nella tasca interna della giacca, lo custodì gelosamente, quello era un documento importante.
Ora conosceva, ora poteva agire.
La piccola Greengrass aveva svolto il suo compito nei migliore dei modi, mai avrebbe immaginato che potesse essere così utile alla causa.
Aiutarla, sarebbe stato un vero piacere.
- Draco- la voce di Blaise la fece sussultare, irrigidire. Astoria non si aspettava di sentirlo, di vederlo. Malfoy invece sorrise divertito: una volta a te e una a me , amico.
- Che diammine ci fai qui Astoria?- la sua voce era gelida, solo con lei Blaise riusciva ad essere odioso.
- Io-
- L'ho chiamata io – affermò Draco.
Blaise lo guardò storto, come aveva potuto fargli questo. Lui lo sapeva cosa rappresentava per lui Astoria, si era consolato con lei per sopperire all'andata in bianco con la Granger.
- Astoria ha svolto per me un ruolo importante- Blaise ascoltò attento portato i suoi occhi scuri e ora irritati, sull'amico di sempre.
- Immagino quale sia -
Astoria sgranò gli occhi e si alzò in piedi, mai in vita sua era stata apostrofata così, non avrebbe mai permesso, nemmeno a lui, di darle della poco di buono. Lei non era come le sciacquette con cui amava trastullarci.
- Stronzo!- urlò e non le importò di nulla , né di sembrare ridicola, né che Draco Malfoy li guardasse.
Blaise la prese per i polsi e la trattenne con forza prima che Astoria potesse toccarlo.
Non voleva che lei lo toccasse, si era promesso di stare chilometri di distanza da lei. Lei era veleno, la felicità che non poteva avere, l'amore che avrebbe distrutto. Lei era il suo frutto proibito, l'unica che avesse mai amato, la donna che avrebbe sporcato.
- Smettila - fu duro, irremovibile ma i suoi occhi azzurri , delusi, tristi ancora a causa sua lo fecero vacillare. Draco uscì poiché non interessava affatto vedere i tormenti di Blaise e Astoria, ne aveva già abbastanza per conto suo.
**
Astoria era senza parole, inerme ancora una volta davanti all'uomo che amava da sempre. Non la voleva e non poteva farci nulla, nemmeno aiutare Malfoy nel suo contorto piano avrebbe cambiato le cose.
- Vai a letto con lui? - La domanda di Blaise la ghiacciò.
Come poteva pensare una cosa simile, dannazione loro non erano mia stati intimi. Avrebbe potuta averla , visto che Lucius voleva siglare con suo padre un contratto matrimoniale, ma mai lei e Draco si erano avvicinati.
- Astoria rispondimi?!- sibilò furente.
- Se anche fosse- la rabbia la fece attaccare, mentendo e rendendosi conto che questo avrebbe cambiato ogni cosa. Blaise la spinse via e uscì furioso.
- Draco - urlò trovando il suo amico seduto alla scrivania della Granger e senza che potesse dire una sillaba o solo alzare lo sguardo lo colpi.
- Lo sapevi- urlò Blaise – lo sapevi che ...
Draco lo spinse via non appena il primo pugno gli colpì il viso, faceva male, Blaise era sempre stato forte in quella troglodita arte babbana.
- Sei impazzito! – disse spingendolo via.
Quella giornata era un incubo: prima sua madre, poi la Granger e ora faceva a pugni con il suo migliore amico senza aver fatto nulla.
A Draco bastò guardarlo era in uno stato pietoso, Astoria aveva giocato con lui, l'aveva stuzzicato e quel cretino era caduto dentro a quel gioco con tutte le scarpe.
Possibile che negli anni non avesse capito che a lui , di Astoria Greengrass, non importava nulla.
- Blaise – disse furioso – per una buona volta usa quel cazzo di cervello per qualcosa ...
- Lei... -
- Lei ti ha preso in giro, mi sembra palese – ribadì Draco – ora – disse guardando oltre le spalle del moro – vi lascio , ne ho piene le scatole dei vostri drammi, delle vostre cazzate. Scopate per una buona volta e lasciatemi fuori-
Astoria impallidì udendo le parole di Malfoy, Blaise si girò di scatto e non poté non vederla lì immobile, sconvolta, nel sapere che lui aveva affrontato il suo miglior amico per lei, che era geloso.
Che forse ... Oddio! forse anche lui.
- Sai che non può funzionare-
- Blaise - disse facendo un passo verso il moro , l'uomo che da anni aveva le chiavi del suo cuore; avrebbe dovuto schiaffeggiarlo per le pene, i pianti, la sofferenza che in quegli anni le aveva inflitto, ma non ci riuscì, lo baciò con tutta la passione, dimostrandogli che per lei, esisteva solo lui.
- Sei un ... - cercò di dire Astoria ma lui la interruppe
- Lo so - affermò baciandole il naso, la bocca le ciglia e accarezzando quel corpo che da tanto tempo bramava, sognava, ardiva.
- Cocciuto - disse baciandolo ancora mentre il suo cuore trionfava vittorioso nel suo petto.
*
Draco si rimpossessò del suo studio e lì finalmente ritrovò la calma, si prese tutto il tempo per ricordare i mille avvenimenti accaduti quella mattina, un uomo normale sarebbe impazzito, ma lui no.
Sua madre, assurdo, era venuta fino lì, tra i babbani che tanto detestava, per parlargli. Dire cosa poi: che lo amava!? Se lo avesse amato come affermava convinta, lui non avrebbe quello sfregio sul braccio.
La Granger poi era la contraddizione fatta donna: il suo corpo fremeva a ogni tocco ma la sua lingua tagliente lo feriva come solo poche altre riuscivano, lui poi non riusciva a scendere a patti con il turbine di emozioni che quella donna gli provocava.
La voleva? Sì, si rispose.
L'avrebbe presa? A questo quesito non riusciva a dare risposta.
Con un colpo di bacchetta rimise in ordine la sua scrivania, accarezzò distratto il legno su cui poche ore prima aveva fatto sdraiare la sua nemesi ai tempi della scuola, era pronto per smaterializzarsi quando sentì tossire.
- Draco – lo richiamò una voce a lui molto famigliare, la faccia raggrinzita del vecchio uscì dal camino facendo diventare verdi le fiamme.
- Mohamed – lo salutò sorpreso con un gesto del capo il giovane mago.
- Scusa l'ora – disse ancora il vecchio saggio.
Draco osservò l'orologio :erano le dieci ma ricordava che ora in Arabia Saudita dovevano essere le cinque della mattina o giù di li – sai a volte la notte non riesco a dormire, troppi pensieri- Draco annuì. – Ti chiederai perchè ti disturbo -
- No tranquillo - disse Draco, mai avrebbe osato dire una cosa simile a lui, era stato l'uomo a cui aveva chiesto asilo. Il vecchio amico di suo nonna materna, l'unico apposto nella sua famiglia di pazzi, il suo mentore e un personaggio di spicco nel mondo magico. Gli doveva tutto, gli doveva rispetto poiché era un mago esperto, gratitudine perché l'aveva aiutato nei momenti difficili e riconoscenza poiché era grazie a lui se aveva ripreso in mano la sua vita.
Ora poi l'aveva in qualche modo aiutato in quel piano assurdo.
- Siamo pronti per iniziare - Draco impallidì, era veramente vero quello che Mohamed diceva?
- Manca solo ... -
- Lei e i suoi genitori - concluse lui.
- Sì ragazzo-
Draco annuì.
- è una bella cosa che fai per lei- Draco non riuscì a dire nulla , che avrebbe potuto rispondere. Che non gli importava nulla né dei Granger né di Hermione. Era una bugia, ora era una bugia, di certo sapeva che se avessero ricordato, lei, gli sarebbe stata debitrice.
Era questo il suo intento .
- Lei sa cosa vuoi fare? - Draco trattenne il fiato, non si aspettava certo quel tipo di domanda. Mohamed era sempre stato diretto, andava dritto al punto, a volte spiazzava così i suoi interlocutori. Chissà che scena sarebbe stata vederlo chiacchierare con Silente.
- No- rispose atono, ritornando alla realtà.
- Non glielo dirai che a fatto compiuto - non seppe rispondere e quella in realtà non lo era, era più una constatazione.
Il vecchio socchiuse gli occhi e sospirò ; Oh, che devo fare con te giovane Malfoy.
- Ti aspetto domani – disse ancora il vecchio mago e con un rapido salutò se ne andò.

**
Aveva preso il metrò perché mai avrebbe accettato un passaggio , per giunta pagato , dal suo autista.
Era arrivata a casa completamente fradicia perché quel bastardo aveva sicuramente avuto una soffiata dal meteorologo e lei, ignara, si era scordata l'ombrello.
Ora aveva lo stomaco chiuso e un terribile mal di testa in più, per non farsi mancare niente, il naso le gocciolava. Stava per prendersi il peggior raffreddore di sempre.
Andò in camera e si cambiò, avrebbe dovuto infilarsi quel suo bellissimo e morbidissimo pigiama il pile, quello rosa con i cuori che le aveva regalato sua madre tanto tempo prima, ora dopo vari lavaggi le stava un po' corso sulle maniche , ma era comunque comodo. Desistette , indossando un poncio che si era fatta lei stessa , infilandolo sopra una maglia color magenta, mise i leggins neri, quelli felpati e doppie calze e senza scarpe ai piedi scese nuovamente in cucina.
Aprì il frigo che desolatamente vuoto le ricordava che da quando lavorava per la B&M, non era più andata al supermercato. Lo richiuse sbuffando mentre svogliata si adagiò sul vecchio divano, che i suoi avevano ereditato dalla nonna.
Era pronta ad accendere la tv per vedere se qualcuno nel mondo avesse avuto una giornata più nefasta della sua e invece, suonò il campanello. spaesata si alzò dal divano come un automa e prima di aprire, guardò dallo spioncino. Impallidì non appena lo riconobbe e titubante decise se era bene o no aprirgli la porta.
- Granger - lui era l'unico al mondo che non mai avrebbe immaginato potesse fargli visita, soprattutto dopo quello che era successo – apri, so che sei in casa-
Hermione strinse le labbra furiosa e aprì.
- Che cosa vuoi?- urlò
Draco la guardò un attimo, ringraziò Salazar Serpeverde di non trovarla gironzolare per casa nuda o non avrebbe più ragionato.
- Mi fai entrare o devo spiattellare le tue cose affinché i vicini si facciano i fatti tuoi?-
Hermione sbuffo e infastidita si mise al lato della porta invitandolo ad entrare – scusami, ma ho appena ritirato il tappeto rosso, sai , non aspettavo la tua regale venuta- lo canzonò.
Draco sollevò gli occhi al soffitto e si trattenne dal risponderle per le rime. Era dannatamente odiosa ma il suo profumo era così inebriante che lo concentrò per un attimo.
- Spiritosa – disse poco dopo . Hermione sbatté con forza la porta e furiosa gli arrivò vicino.
- Che cosa vuoi Malfoy? Perché sei venuto qui?-
Lui si girò per fronteggiarla, perché gli mandava in subbuglio il cervello averla così vicino.
- Non sono qui per litigare, cosa che vedo tu vuoi fare -
Lei si ghiacciò.
- Parla e sii veloce, ti voglio fuori da casa mia-
Draco storse il naso.
- Deve venire qualcuno di importante che non vuoi che mi veda qui, con te?- Domandò acido
Hermione non ci vide più e finalmente lo schiaffeggiò, le sue dita si spensero sulla guancia bianca di Malfoy l'asciando il segno. I suoi occhi si accesero soddisfatti. Draco non riuscì a evitarlo, finalmente l'aveva zittito.
- Io non sono come te - sputò acida - che vai con una e l'altra senza alcuna vergogna, perfino donne che potrebbero essere tua madre- gli ricordò.
Draco impallidì , la rabbia si impossessò di lui e non ci volle molto per essergli addosso. Le afferrò le braccia portandole sopra il capo, la fece sbattere sul muro, ma la Granger non abbassava lo sguardo, lo sfidava e l'avrebbe continuato a fare per sempre. La baciò mordendole le labbra, sperando di scalfirla, ma nulla, lei continuava a guardarlo schifata.
La voleva.
Maledizione! La desiderava e così si strofinò su di lei facendogli sentire la sua erezione.
Hermione trattenne il fiato non appena lo percepì. La voleva?
Impallidì e quello fu il momento giusto per infilare la sua lingua nella bocca di lei, rimase spiazzata , ma poi l'assecondò e allentò la presa.
Con le mani accarezzò le cosce, i fianchi, senza mai smetterla di baciarla e guardarla negli occhi.
Lei sembrava cera nelle sue mani. Le portò ancora una volta le mani sopra la testa e finalmente la liberò di quei pesanti indumenti.
Si bloccò un attimo, staccandosi dalla Granger, indietreggiando di un passo: gli occhi scuri della donna erano fiammeggianti, lussuriosi.
Ansimava e lui non resistette ancora, prima la accarezzò lentamente e poi lambì e giocò con i suoi boccioli rosei , li stuzzicò con la lingua e li succhiò , sotto di lui Hermione ansimava senza vergogna.
Il cuore di Hermione era in fermento il suo corpo percorso da brividi era in balia di Draco.
Draco sollevò gli occhi per poterla guardare era bellissima.
- Granger - disse – Hermione – lei lo guardò rendendosi conto di esse in balia delle sue mani.
-Toccami -
Hermione aprì la bocca spaesata. Che le stava chiedendo. Cosa ...
- Io-
Draco sembrò stranito.
- Tu hai mai...- deglutì – vero?-
Lei sembrò imbarazzata, volse i suoi occhi verso l'erezione dell'uomo che era evidente anche se ancora nascosta sotto i suoi pantaloni .
Mosse il capo e Draco rimase per la prima volta senza parole, l'aveva sconvolto.
- Cazzo - disse a denti stretti - Non posso ... -
- Ti prego ... – lo afferrò per un braccio , si stava umiliando, lo sapeva bene.
Che aveva detto, l'aveva veramente supplicato di fare l'amore con lei?
- Sei vergine?! – domandò Malfoy ma il suo tono non era duro.
- Io stavo per scoparti senza nemmeno chiedertelo, quando me lo volevi dire?-
Non sapeva perché ora se la stava prendendo con lei. Beh, lo sapeva, era frustrato. Da quanto non andava con una vergine? Non c'era mai andato con una vergine; non era certo Blaise che prima si fa la Greengrass, poi si rende conto che ha fatto un casino.
Ad onor del vero, riflettette in quel'istante, lui se la passava peggio, desiderava ardentemente l'unica donna che lo odiava al mondo e che ora scopriva pure essere vergine. Ma come aveva fatto a preservare la sua purezza era...
È bellissima.
- Questa cos'è un'altra delle cose che ti fa schifo di me?-
Draco sembrò ancora più stranito. Possibile che non avesse ancora capito che le moriva dietro come un deficiente.
Era stato bravo a nascondersi.
- Granger sono tre giorni che ti salto addosso come un maniaco , se mi facevi schifo stai sicura che non l'avrei fatto- ribadì girandole le spalle e cercando in tutti i modi di calmarsi.
- Rivestiti - disse secco, stringendo i denti e volgendo lo sguardo altrove.
- No -
- Merlino! rivestiti non riesco a ragionare se ti vedo nuda-
- Bene è quello che voglio -
- Non è possibile, che tu lo voglia veramente. Non con me-
Hermione abbassò lo sguardo e afferrò il poncio se lo infilò resistendo al pizzicore della lana sulla pelle. Quel suo gesto fece comprendere a Draco che lei in realtà non lo voleva affatto era solo un modo per farlo impazzire.
Purtroppo c'era riuscita benissimo.
- Domani partiremo per l'Arabia Saudita -
Hermione deglutì, ancora una volta soli.
- Quando arriveremo i tuoi genitori saranno già lì -
Hermione sgranò gli occhi, che voleva dire?
- Staremo lì alcuni giorni, non badare al guardaroba porta abiti da tutti i giorni e ricorda che c'è caldo, ma non strafare: siamo in un paese con religione musulmana e lì non gradiscono vedere molta pelle scoperta- .
Nemmeno io voglio che ti vedano nuda , pensò maledicendosi.
- Non faremo vita mondana- aggiunse - Per alcuni giorni sei esentata dal lavoro- finì raccogliendo la sua giacca da terra.
- Come stanno?- domandò Hermione.
- Bene-
- Domani lo vedrai tu stessa ,ora è meglio che riposi- Draco era quasi arrivato alla porta, pronto per andare via , per scappare da quella confusione.
La sua vita era un tormento da quando era arrivata la Granger.
Lei, invece, gli strinse il braccio facendolo girare, fu un momento, un istante i cui i loro occhi si fusero come le loro bocche. Hermione mise le sue mani sul petto dell'uomo sentì il suo cuore battere furioso.
- Grazie – sussurrò.
Draco si staccò dal suo corpo caldo, scottato da quelle parole.
Lei non doveva ringraziarlo, lei non sapeva cosa stava facendo, lei ...
Lei si sarebbe sporcata e lui voleva sporcarla ancora.
Stammi lontana Granger è meglio per tutti.


Spazio Autrice

Buonasera ragazze. Quante cose succeddono qui, si scoprono delle cose.
Eh Draco e Hermione arrivano a un punto moltro focale della loro storia, se così la vogliamo chiamare... atrazzione seria...
Spero vi sia piaciuto e come al solito aspetto i vostri pareri.
con affetto Miki.  

La Tela Del RagnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora