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  La pioggia iniziò a battere forte sull'asfalto da cui la neve era stata spalata via con difficoltà e ora, ormai sciolta, ornava i limiti della carreggiata. L'odore acre della terra mista a quell'aria tetra e insana che si respirava a pochi passi dal grande cancello nero davanti alla acciaieria, appariva agli occhi di Draco Malfoy come il più bello spettacolo che i suoi occhi avessero mai visto.
Pioveva e lui, come se niente fosse, rimaneva rigido e impassibile a osservare, ammirare, la sua nuova conquista: l'ennesima.
- Malfoy - la voce di Hermione era un sussurro , aveva aperto il grande ombrello nero che l'autista le aveva offerto e benché piovesse e i suoi tacchi affondavano nella terra , si avviò verso l'uomo che fermo si godeva lo spettacolo.
- Draco - lo richiamò e con una mano gli sfiorò il braccio. Lui la strinse a se, intrappolandola tra le sue braccia ma ben attento che il viso della donna potesse godere di quello spettacolo.
Hermione perse un battito mentre le sue braccia la avvolgevano; Questa volta, però, non ebbe né paura, né repulsione verso l'uomo, ma percepì , forse per la prima volta, il suo rancore verso suo padre.
- Guarda - disse con voce grave – tutto questo tra meno di un mese scomparirà – aggiunse – io lo farò scomparire- le sue parole non lasciano dubbi; l'uomo che un tempo l'aveva manovrato, ingannato, venduto come carne da macello a un mostro senza cuore, senza anima, avrebbe scoperto ben presto che suo figlio non era più alla sua mercé. Draco Malfoy aveva iniziato a camminare da solo, ma se questo fosse un bene o un male Hermione non lo sapeva ancora.
Hermione respirò affannosamente mentre Draco la lasciò andare, non parlò e nemmeno la guardò in viso, si girò e si incamminò ancora verso la macchina, Hermione lo seguì e muta volse un ultimo sguardo verso l'acciaieria.
**
Hermione stinse la cartella con i documenti relativi all'acquisizione dell'acciaieria, Malfoy, non sapeva per quale motivo, gli aveva consegnati a lei; così ,mentre l'uomo veniva accolto nella braccia della bionda Irina, la Granger saliva inosservata nelle sue stanze.
Distolse gli occhi un attimo prima che lui, irritato, allontanasse la donna Russa.
- Basta - disse stufo mentre Irina immobile lo guardava
- Io -
- lo sai che detesto queste cose- ricordò con livore dirigendosi verso la sala dove si versò del vino elfico per alleviare quel momento amaro.
- Non c'è nessuno Draco - gli ricordò la donna – nessuno può vederci qui-
Draco sorseggiò la bevanda cercando di scacciare dalla mente il calore della Granger diverso, troppo diverso , da quello di Irina che ora si lagnava per non essere stata salutata come desiderava.
Sapeva bene che non c'era amore tra loro. Riconoscenza, niente più, ma lei, ultimamente, pretendeva da lui qualcosa che era impossibile concederle.
Amore ...
Avrebbe dovuto ridere di gusto al solo pensiero che lei credesse di amarla.
I Malfoy non amano, né oggi, né mai.
- Io, non sono te Irina, che mi nascondo dalla gente- gli disse acido – perché timorosa di mostrarti non più devota al tuo defunto marito-
La donna impallidì.
- Tu non ti nascondi?- rispose acida. Draco assottigliò lo sguardo furioso ma evitò di avventarsi su di lei, sapeva che non aspettava altro per essere ancora una volta toccata da lui.
Certo una scopata sarebbe servita per toglierli quella malinconia che attanagliava le viscere, ma non voleva darle speranza, non più, il gioco si era spezzato e perfino la riconoscenza ora non bastava a legarli.
- Questa sera ci saranno molti occhi a guardarci- disse Draco.
- So come ci si comporta in alta società- biascicò acida volgendogli le spalle.
- Me lo auguro Irina - replicò - come mi auguro che ti comporterai decentemente anche con la Granger -
Irina sgranò gli occhi
- Quella è Hermione Granger?- domandò sconvolta.
Draco rise sorseggiando il vino elfico che rinfrescò la sua gola secca.
- Che cazzo ci fa con te: L'eroina della seconda guerra magica?-
- Non credo che siano fatti tuoi, Irina - rispose lasciandola sola nella stanza.
**
Hermione si concesse una doccia veloce prima di mettersi davanti all'armadio e decidere cosa indossare. Guardò disperata i vestiti che aveva portato con lei e niente era adatto a quella che doveva essere una festa sontuosa.
***Ricordi***
- Granger questa sera ci sarà una festa – disse Draco mentre l'autista li riportava alla villa.
- umh - rispose la Granger continuando a guardare fuori dal finestrino.
Draco la guardò con la coda dell'occhio stupito perché non fosse eccitata dalla cosa.
Era la Granger si ricordò, a quella non importava nulla delle feste, lei, ama nascondersi dietro i libri, creare pozioni, duellare contro altri maghi, almeno, un tempo le piaceva farlo.
- Ci saranno molte persone di spicco, persone che mi servono per raggiungere una cosa cui tengo- chiarì.
-Altre industrie?- domandò curiosa
- Anche –
- Babbani?- chiese ancora.
- Anche -
Hermione trattenne il fiato e poi domandò tremante – Maghi?-
- Anche – disse ancora Malfoy vedendo per la prima volta la paura nei suoi occhi.
- Non dovrai fare niente , solo stammi vicino e non farmi fare brutta figura-
- Malfoy -
- Basta che ti vesti bene nessuno si ricorderà chi sei- concluse .
***FINE ricordi***
Socchiuse gli occhi prendendo aria, cercando di calmare il suo cuore, avrebbe incontrato maghi, ne era certa cosa che l'aveva stupita era il fatto che Malfoy l'avesse informata.
Che diammine gli stava prendendo?
Dove era finito quel bastardo che solo il giorno prima stava per romperle il braccio?
Oggi invece, l'aveva addirittura abbracciata, certo per mostrarle il suo nuovo impero, però ...
Merlino! Non voleva dare un nome a quelle emozioni che la lasciavano interdetta e frustrata; soprattutto, cercare di comprendere la mente contorta di Malfoy, rischiando perfino un'emicrania, non era nei suoi piani.
Accarezzò una gruccia e le fini spalline dell'abito che contenevano: aveva deciso e le brillarono gli occhi. Scelse la biancheria intima ricordando ogni cosa le avesse detto, pochi giorni prima, la commessa del negozio più in di Londra e si vestì.
Un ultimo sguardo prima di uscire le confermarono che mai nessuno avrebbe capito che fosse lei: la ex so tutto di Hogwarts, l'amica di Harry e Ron, ma era certa che in Russia in pochi l'avevano vista e se mai fosse erano passati cinque anni. Così, con quella convinzione uscì dalla sua stanza sentendo già la musica che aleggiava nell'aria .
**
La festa si sarebbe svolta in una delle più grandi sale della villa, situata nell'ala est. Il balletto con l'Altissimo, così si chiamava la sala, era immensa e bellissima e uno stupendo pavimento in marmo bianco lo rendeva ancora più spettacolare; alcuni stucchi ornavano le pareti e ampie vetrate conducevano alla terrazza al coperto dove Irina coltivava le sue amate orchidee. In molti, rimasero affascinati dall'affresco, che come una volta celeste, era stato dipinto nel soffitto della sala, lì tra il cielo e la terra si incontravano dame che nude e avvenenti ballavano raggianti per l'Onnipotente e i suoi spiriti celesti.
Draco dopo aver stretto mani ai commensali e chiacchierato qua e la per salutare vecchie conoscenze, osservò Irina. La padrona di casa era stata di parola, aveva evitato, vista la folla che li attorniava, anche solo di sfiorarlo. Si erano salutati come tutti con i tre baci sulle guance ma poi, lei aveva preso a chiacchierare con Nicolas, il vice presidente russo, e lui era stato sequestrato da un vecchio amico di suo nonno.
- Malfoy , come piccolo il mondo - disse l'uomo
Draco annuì sorseggiando il suo liquore.
- Sei amico della Smirnova? – domandò curioso l'uomo, Draco sapeva bene che anche lui aveva sentito le voci che lo vedevano molto intimo con Irina.
- Sì - rispose – e del suo defunto marito- aggiunse guardandolo negli occhi.
L'uomo si toccò i lunghi baffi neri e annui – ah, grande perdita quella del fratello Sergey, veramente grande-
Draco si sforzò di ribattere a quella affermazione ma non si stupì affatto nel sentirla; se quell'uomo era stato amico di suo nonno, non era certo contrario alle idee di Sergey, tanto meno, sarebbe stato opportuno per lui parlarci ancora.
Aveva deciso di staccarsi dal marcio che attorniava la sua famiglia e quell'individuo non faceva altro che ricordarglielo.
Ad aiutarlo a liberarsi di quell'uomo, inaspettatamente, fu la Granger che proprio in quell'istante fece il suo ingresso nella sala.
Molti uomini si girarono a osservarla seguendo lo sguardo della padrona di casa che per la prima volta sorrise affabile alla giovane strega. Hermione aveva indossato un lungo abito blu, delle stesse tonalità della notte, che accarezzava leggero la sua pelle bianca e valutata; piccole pietre color argento delineavano la scollatura a cuore, la schiena era nuda fino alle piccole fossette che delimitavano il suo fondo schiena. I capelli erano stati raccolti in un morbido chignon e le labbra erano state colorate di un rosso intenso.
Draco bevette un'altro generoso sorso della sua bevanda, guardando intono chi altro come lui, fosse rimasto stupito per l'entrata della donna.
Ammettere che la Granger fosse bella fu per lui un duro colpo, capire che non era il solo a pensarla così fu, senza dubbio, devastante.
Strinse i denti infastidito non appena vide alcuni avvicinarsi a lei chiedendole un ballo e rimase imperturbabile mentre lei allarmata lo guardava cercando un'ancora di salvezza.
- Devo dire che ha fatto proprio un'entrata trionfale - la voce gelida di Irina arrivò alle sue spalle ma Draco, non si scompose; fece un passo, uno ancora, e arrivò davanti alla donna che ora aveva tutti gli occhi su di se. Hermione aprì la bocca, ma la richiuse, non appena sentì la mano calda di Malfoy, prendere la sua e rabbrividì mentre le sue labbra si posarono sul polso.
Avrebbe dovuto urlare, scansarsi, ma non ci riuscì, si fece trascinare da lui al centro della sala e ballò lentamente sulle note di quella melodiosa musica. Draco si avvicinò a lei pericolosamente, la sua bocca famelica le sussurrò piano alcune direttive.
-L'uomo vestito di grigio- disse Draco mentre le prendeva la mano e con l'altra la stringeva a se – si avvicinerà a te tra qualche ballo, sii gentile e ascolta ogni cosa che ti dirà. Granger - disse stringendola a se con possesso – non farti prendere dal panico - quell'avvertimento la preoccupò tanto da girarsi per poterlo guardare negli occhi. Le iridi grigie di Malfoy erano imperscrutabili, mai nessuno avrebbe capito cosa passasse per la testa in quel momento a l'uomo e Hermione, non era certo una veggente.
- Devo ... - domandò allarmata, mai al mondo si sarebbe venduta. Mai avrebbe concesso il suo corpo per sporchi raggiri.
- Non credo si spinga a far qualcosa di sconveniente, c'è la moglie ed io, sto ballando con te- concluse.
Malfoy si abbassò ancora una volta sulla donna e questa volta a un palmo dalla sua bocca le sussurrò famelico: -Avresti dovuto evitare le mutandine, si notano- concluse staccandosi da lei proprio nell'istante in cui la musica cessò.
Hermione rimase senza fiato, sconvolta, accaldata, ma soprattutto indignata dall'ultima frase che quel serpente le aveva soffiato a pochi centimetri dal viso.
Le ci volle un attimo per riprendere la solita calma che la contraddistingueva in quelle occasioni, non avrebbe fatto scenate, gli avrebbe retto il gioco e dopo aver ballato con attempati Russi che decantavano la rimpianta giovinezza, finalmente ballò con l'uomo in grigio.
Era bello Emilian: aveva lunghi capelli scuri e penetranti occhi azzurri, l'abito grigio accarezzava i suoi possenti muscoli; Hermione ne era affascinata e al tempo stesso intimorita. Con garbo, come fosse un vaso di cristallo, la teneva stretta e vigoroso la guidava per la sala, mentre la musica di un romantico Valzer Viennese echeggiava leggero.
- So chi sei - la sua voce era cupa e profonda un brivido scese lungo la schiena della donna intimorita e spaventata nel sapere che almeno uno lì dentro, conoscesse la sua identità.
- Conosco ogni cosa che riguarda l'eroina amica di Potter - la sua voce si fece carezzevole e più pacata, quasi un sussurro. Hermione cercò di lottare per non farsi abbindolare da lui, sapeva come farlo, era un mago e lei, stupida era senza bacchetta.
Malfoy! Dove cavolo era finito; Possibile che non venisse in suo soccorso?
Le mani forti di Emilian la strinsero a se, ferree la imprigionavano in quel contato che ora non voleva. Erano arrivati fino ai limiti della sala, accanto al muro, ove un pilastro li nascondeva agli occhi dei presenti; fu lì che Emilian le fece scivolare un biglietto appallottolato dentro la scollatura.
Hermione ansimò e si scansò sconvolta e finalmente libera corse via lontano.
Non vista, uscì dalla sala, la sua solitudine però durò un istante. Con forza fu presa per la vita, la schiena sbatté sul petto dell'uomo che riconobbe immediatamente, il suo profumo era ora per lei riconoscibile.
- Malfoy - sibilò cercando di divincolarsi, ma la presa dell'uomo era decisa . La mano libera di Draco le accarezzò le cosce , le dita fremevano a quel contatto e senza che lei potesse ribellarsi arrivò fino al seno, morbido, pieno.
Draco lottò per non intensificare quel contatto, l'avrebbe presa lì senza alcun riguardo, ma non poteva, si era imposto di evitare come la peste un coinvolgimento con la Granger. Le serviva, non poteva certo farsela così su due piedi, in un andito buio affianco a una sala dove almeno cento persone stavano ballando e chiacchierando. No! Non poteva, ma il suo membro non sembrava farci caso, eccitato svettava strofinando sulla patta dei pantaloni.
- Dove l'ha messo?- domandò furioso per quell'eccitazione che sapeva non avrebbe soddisfatto.
Hermione ansimò disperata per quel contatto non voluto e fu in quell'istante che finalmente Draco lo trovò il pezzo di carta che Emilian aveva fatto scivolate nel suo decolté.
Prese fiato quando lui la lasciò e sconvolta guardò l'uomo che ora teso leggeva la missiva.
- Andiamo via - disse mettendosi in tasca il pezzo di carta.
- Via?- ripeté atona, come potevano andare via . Loro alloggiavano lì.
- Via Granger, tra poco qui ci sarà una retata- disse secco afferrandole la mano e spingendola verso le scale
- Retata?- ripeté ancora Hermione stralunata.
- Sì, il caro vecchio Emilian ha visto bene di informare la bellissima e avvenente Miss Granger della cosa-
- Io... - Hermione era sconvolta, non capiva il motivo per cui quell'uomo avvisasse solo lei e non la padrona di casa
- Tu - disse storcendo il naso.
Emilian avrebbe pagato l'affronto fosse l'ultima cosa che faceva, quel damerino da quattro soldi, avrebbe smesso di mettergli i bastoni tra le ruote. Ogni volta che si trovava a un passo dalla meta, pronto ad avventarsi sulla sua lauta ricompensa arrivava lui: ligio, perfetto,intransigente e tutte le sue conquiste venivano vanificate .
Lo odiava e ora anche di più, ma se per questo centrasse la Granger, non l'avrebbe mai ammesso.
Arrivò al secondo piano e con un colpo di bacchetta ricompose il baule della donna e stretto a lei si smaterializzò;questa volta, sarebbe rientrato a Londra grazie alla magia.  

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