Undicesimo Camitolo

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Dopo aver camminato per ore, mi sedetti nella foresta, dovevo riposare un po', anche perché il bambino scalciava come un matto ed ero ormai al limite delle mie forze, in più a rendere le mie giornate ancora più stressati, era Jack che mi tarttassava sempre con la stessa domanda, all'ennesima volta che me lo richiese, mi girai di scatto e gli urlai infastidita:

-" Mi chiamo Mia, va bene? Ora per piacere sta zitto non ti sopporto più" per poi voltarmi e continuare a camminare, ma quel cretino mi infastidì dicendomi:

-" hai un nome bellissimo"

Ovviamente non gli risposi, mi limitai a sbuffare esasperata, ma il mio silenzio lo istigo  continuare a parlare, chiedendomi:

-" Mia non sei stanca? Se vuoi conosco un posto dove farti riposare in tutta tranquillità"

Anche se odiavo ammetterlo, pur troppo ero veramente stanca non riuscivo a fare nemmeno un passo, cosi acconsenti annuendo e lui euforico rispose:

-" bene vieni con me ti ci porto io volando, sarà più facile per te"  non feci in tempo a rifiutare, che si trasformò mi afferrò veloce per poi spiccare il volo in un nano secondo, purtroppo l'unico mio problema e che soffrivo di vertigini, mi avvinghiai al suo collo, con tale forza che disse dolorante:

-" capisco che non ti sono simpatico, ma strozzarmi è un po' troppo esagerato non credi? “ io con voce terrorizzata risposi:

-" mettimi giù! metti giù! " lui scoppiò a ridere e disse stupefatto:

-" aspetta, non mi dirai che soffri di vertigini? " io stringendo ancora di più la presa attorno al suo collo, risposi:

-" e se anche fosse? Non sono problemi tuoi"

a quel punto mi riportò giù, capì che ero veramente terrorizzata e poi se continuavamo di quel passo, sarebbe morto sul serio per strangolamento, una volta toccata terra gli tirai un pugno così forte da farlo cadere a terra, e furibonda e gli dissi :

-" Non osare mai più farmi una cosa del gene, e poi ti ricordo che devi mantenere le distanze da me," e guardandolo fuori di me aggiunsi: - " all'ora esiste questo posto o no?"  lui scoppiò a ridere e mi rispose :

-" si sempre dritto"  mi fece cenno di seguirlo e ci inoltrammo ancora di più nella foresta.

Dopo qualche minuto di cammino ci fermammo di colpo, Jack mi indicò la cima di un albero, appena sollevai lo sguardo, vidi una casa, e disse :

-" bella vero? La costruì assieme a mio padre, prima che morisse, nessuno sa della sua esistenza, non ti cercheranno qui" mi afferrò e con un salto, mi portò in cima, alcune volte dimenticavo che era un mostro, l'albero era immenso, e eppure lui riuscì a portarmi in cima con un solo salto, incredibile. Mi accomodai per terra e Jack mi disse indaffarato a sistemare la casetta:

-" perdonami, e da un po' che non ci vengo, quindi è tutto in disordine, ma stai tranquilla per sta sera ti porterò una sedia, un letto e qualcosa da mangiare"  io lo guardai intenerita, per lui questa casa aveva un ricordo prezioso, eppure l'aveva condiviso con me, una parte di me si sentiva in colpa a mentirgli, però se gli avrei detto che non ero una di loro, mi avrebbe sicuramente uccisa, eppure con i suoi simili sembravano essere cosi premurosi, ma allora da dove nacque questo astio fra le due razze?  Da quello che vedevo era possibile una pace tra le due specie, lo guardai intenerita, e dissi:

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