Capitolo 6

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Ci vollero venti minuti sotto la pioggia battente prima che arrivassi finalmente a casa, cercando di risultare il più silenziosa possibile decisi di sfilarmi le scarpe sull uscio avviandomi così in punta di piedi sino in camera, sperando che Colin non mi sentisse ma sfortuna vuole che condividiamo la stessa camera. Lo sguardo del moro abbandona il libro che stringe tra le mani e si concentra sulla mia figura contorcendo le labbra in una smorfia contraddittoria.

《Di chi è la felpa?》lo sguardo si sposto sulla felpa quasi fissandola

《Mia...》adagiando le scarpe sull tappeto di fronte al mio letto mi affretto ad avvicinarmi al bagno sperando di sviare lo sguardo del ragazzo

Entrata in bagno decido di infilare la giacca di Adrien in lavartrice così da riconsegnargliela l'indomani pulita, la serata si prospetta lunga dato che per far si che si asciughi in tempo dovrò usare il phono.

《Signorina, conosco da cima a fondo i tuoi vestiti e quella maglia non è tua》appogiato allo stipite della porta la voce di Colin mi raggiunge improvvisa

《Signorina? Sei diventato per caso mio nonno? Colin sono fradicia voglio solo  farmi una doccia calda, quindi fuori》con le mani premute contro il suo petto riesco a spingerlo lontano dalla porta, richiudendola subito dopo.

《Non finisce qui la conversazione, quando uscirai ne riparleremo》i suoi passi in lontananza mi fanno presumere che sia tornato in camera da letto

Liberatami dai vestiti zuppi mi rifugio nella doccia accarezzata dal getto caldo dell acqua, chiudendo gli occhi porto il mento verso il soffitto ma così facendo alcune goccie cadono sulle palpebre scaturendo dei piccoli brividi per tutto il corpo. Come colta alla sprovvista.

Con un fin troppo lumgo asciugamano blu avvolgo il corpo asciugandomi, con il pigiama pulito sostituisco la stoffa blu.
La lavatrice finisce il suo lavoro, phone e felpa alla mano inizio ad asciugarla.

Con l'indumeto finalmente asciutto abbandono il bagno trasferendomi nella sala da "lavoro" della mamma, ovvero una piccola stanzetta dopo la sala da pranzo in cui lei ripone tutto l'occorente per stirare, cucire e sistemare gli abiti.
La tavola da stiro è al centro della stanza, adagiando su di essa la felpa inizio a strirarla mugugnando di tanto in tanto quando le mie dita ed il ferro entrano in contatto.

Dopo essere stata lavata, ascigata e stirata la giacca è pronta per essere depositata nella scatola di un vecchio maglione così da evitare che si stropicci, successivamente la scatola viene riposta in una busta da consegnare domani ad Adrien.

Il tempo passa e si fanno presto le nove, tutta la famiglia come sempre si riunisce intorno al tavolo così da poter cenare tutti insieme. Dopo l'ottima cena Colin propone una piccola partita a Just Dance  per digerire, scelta non molto furba a mio parere.

Armati di joistic iniziamo a giocare, furbamente il ragazzo decide di selezionare un balletto classico conoscendo bene la mia poca grazia ed eleganza. A partita iniziata più volte i piedi del ragazzo vengono pestati dai miei, dopo una mezz'oretta la partita si conclude ed esausti ricadiamo sui nostri rispettivi letti cadendo in un profondo sonno dimenticando il televisore acceso.

Durante la notte il mio sonno è irrequieto e più volte la sensazione di aver compiuto qualcosa di sbagliato, come un errore nell esecuzione di ordini di Papillon mi assilla.

~ Mi trovo in piedi nel bel mezzo di una stradina di parigi e le urla delle persone rimbombano nell aria, subito il pensiero che Papillon abbia liberato una delle sue akuma mi riempie la testa. A passo felpato decido di seguire le urla.
Mi ritrovo in poco tempo ai piedi della torre Eifelle, una donna con uno strano abito riconducibile ad un pavone tiene saldamente il polso di un ragazzo biondo. Muovendo alcuni passi in avanti riesco a distinguere i tratti somatici del ragazzo che altri non è che Adrien.

Il respiro si blocca formando una piccola biglia in gola, le gambe iniziano a tremare seppur in modo lieve ed le labbra di schiudono quasi costringendomi a parlare, la donna più volte finge di lasciare il polso ed il cuore più volte si ferma gelato dalla paura.

In lontananza la leggera voce di Ladybug incita la donna a liberare il ragazzo, senza destare sospetti decido di arrampicarmi sulla torre portandomi poco più sotto al biondo il quale chiede disperatamente aiuto.

《Papillon ti prego dille di lasciarlo! Ti supplico cattura chiunque altro ma lascia libero lui》la vista inizia ad appannarsi a causa delle lacrime e la figura dell uomo in veste viola sembra stagliarsi di fronte a me

《Se questo è ciì che desideri...lascia la presa mia cara》l'uomo batte a terra il bastone e la donna slaccia la presa dal polso di Adrien che inizia a precipitare verso il suolo urlando e piangendo spaventato

Con una mano tengo stretta una delle travi della torre mentre con l'altra cerco di sporgermi il più possibile cercando di afferrarlo ma riesco solamente a sfiorare la sua mano prima di vederlo precipitare andando a schiantarsi contro il suolo. ~

《Adrien》un urlo disperato abbandona le mie labbra mentre completamente ricoperta di sudore spalanco gli occhi

Il tocco delicato di Colin si posa sulla mia spalla e voltandomi di poco nella sua direzione intravedo nella penombra il suo viso preoccupato, affrettando un sorriso falso lo congedo così torna a dormire senza porre domande. Stringo le dita sul ponte del naso inspirando ed espirando a pieni polmoni, dopo aver preso alcuni sorsi d'acqua dal bicchiere posto sup comodino mi risistemo sotto le coperte pregando di non avere un simile incubo.

La Paladina Forgiata Da Un AkumaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora