Capitolo 9

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Preoccupata inizio a vagare in cerca di Marinette ritrovandola con lo sguardo imbambolato davanti la vetrina con esposti dei costumi da bagno, sollevata di essermi ricongiunta con lei decido di incoraggiarla ad entrare.

《Li consumerai guardandoli. Che aspetti ad entrare?》effettivamente dovevo ammettere che erano davvero belli alcuni 

《Entro solamente se verrai con me》la sia piccola mano si allaccia intorno al polso

Fingendo uno sbuffo entriamo nel negozio e la ragazza inizia subito ad agguantare alcuni costumi dirigendosi poi con passo svelto verso i camerini in fondo al negozio.
Passano venti minuti e la blu ha gia provato una miriade di costumi senza però esserne soddisfatta, agli occhi estranei possiamo quasi sembrare come quelle coppie in cui la ragazza passa un ora a scegliere il vestito giusto con il fidanzato che le attende fuori.

《Prendo questo ho deciso》dopo aver provato il ventitreesimo costume finalmente fa la sua scelta 

Incamminandomi verso la cassa il mio braccio viene tirato facendomi sbilanciare all indietro ritrovandomi di fronte il viso di Marinette segnato da uno strano sorrisetto.

《È il tuo turno Emma》le mie braccia vengono riempite da alcuni capi e velocemente vengo spintonata all interno del camerino

《Non voglio fammi uscire》il viso mi si infiamma mentre prego la ragazza di lasciarmi uscire

Marinette inizia il suo lungo discorso sul fare le cose insieme e così per accontentarla decido di provare un semplice due pezzi blu con i bordini bianchi, nella sua semplicità devo dire che non mi dispiace anche perchè le cose appariscenti non fanno proprio per me.

《Ti decidi ad uscire da quel camerino?》la voce della ragazza attraversa la sottile porta come un incoraggiamento ma non riesco a lasciarla entraremi 

《No! Mi sento ridicola》istintivamente allaccio intorno al busto le braccia osservando tristemente la figura riflessa nello specchio

《Allora entro io》facendo forza la ragazza riesce ad entrare trovandomi in una condizione che mai avrei voluto mi vedesse

Le lacrime si accumulano negli occhi mentre con estrema fatica cerco di mantenere quanto più possibile il contatto visivo con la ragazza.

《Emma...cosa c'è che non va?Non ti piace il modello?》il suo sguardo è confuso e preoccupato

《No il modello mi piace moltissimo ma...》scostando le mani dal petto il mio sguardo si abbassa asttendendo le sue risate che però non arrivano

《Cosa?》non capendo la situazione inclina il capo da un lato cercando di scogere il problema

《Non ho forme》le braccia tornano intorno al mio petto stringendolo quasi disgustata

《Non è vero, non hai delle belle forme e poi sei ancora nel pieno dello sviluppo è normale non avere già una terza》sussurrando adagia la sua mano sulla mia spalla rivolgendomi un sorriso rassicurante

《Ma...tu, Alya, Chloè e persino Sabrina avete una terza mentre io ho una misera seconda》con sguardo triste torno ad osservare il mio riflesso

《Non ha importanza》le sue mani si stringono sulle mie spalle ed il suo sorriso si allarga

《Non ha importanza che sono bassa, che non ho il seno grande e che mi scambiano per una bambina delle medie》 la verità mi sfugge dalla bocca come un amaro sorso di veleno

《Che tu sia alta o bassa per me rimani sempre la Emma a cui voglio un mondo di bene, la mia migliore amica》instintivamente mi stringe in un forte abbraccio prima di permettermi di ricambiarmi per dirigerci alla cassa

Uscite dal negozio ci salutiamo dividendoci per ritornare alle nostre rispettive abitazioni, durante la passeggiata per tornare a casa le parole di Marinette mi tornano in mente scaturendo un sorriso sincero sul mio volto. Con la testa tra le nuvole però non mi accorgo della presenza di qualcuno andandoci così a scontrarmici.

《Hey nanerottola, imbranata come sempre?!》una risata maschile giunge alle mie orecchie riportandomi con i piedi per terra

《Eh?》un leggero mugugno abbandona le mie labbra mentre con una mano massaggio il naso dolorante a causa del contatto

《Già eri troppo piccola per poterti ricordare di me》un dolce sorriso incornica il viso del ragazzo che poco prima avevo urtato

Confusa osservo il nome scritto sulla targhetta del borsone da calcio.

《Emma sono Benjamin tuo "cugino"》 facendo le virgolette con le mani mi lascia intendere che non è appartenente alla mia famiglia biologica

《Davvero non ricordo...》imbarazzata dalla situazione nascondo il viso dietro alcune ciocche di capelli

《Immaginavo, beh i miei mi hanno deciso di mandarmi qui così da dedicarmi meglio allo studio quindi per i prossimi sei mesi rimarrò a casa con voi》sempre con il sorriso sul viso ci incamminiamo verso casa

《Figo》 un semplice sussurro esce dalla mia bocca ancora troppo imbarazzata per creare una frase di senso compiuto

Arrivati a casa il primo ad accoglierci è Colin che mi affida il compito di portare il borsone in camera mentre loro due facevano quattro chiacchere.
Cercando di non sbilanciarmi  a causa del peso poso il borsone nella stanza trovandovi un ulteriore letto montato forse in precedenza da mio fratello.

《Ben è da tanto che non ci vediamo come stai?》 uscendo in corridoio riesco a sentire il discrorso dei ragazzi

《Non molto bene, quest anno sono stato bocciato ed i miei infastiditi dalla situazione hanno deciso di cambiarmi scuola temporaneamente...finchè non avranno trovato una classe più adatta a me, o almeno è quello che loro mi hannk detto》i passi dei ragazzi si fanno più vicini alla stanza e per non destare sospetti decido di rientrare

《Quindi saremo nella stessa classe》il sorriso di Colin è pieno di aspettative

《Purtroppo no ma per fortuna non sarò solo, a quanto pare sarò nella stessa classe di Emma》sorridendo decide di passarmi una mano sulla nuca scompigliandomi i capelli

《Ma è in secondo superiore》Colin inizia a tossire strozzandosi con la sua stessa saliva per la sorpresa

《Almeno non sarò solo》 le braccia forti del ragazzo si allacciano intorno alla mia figura facendomi sentire in trappola

È un po troppo appiccicoso Ben, non mi fido molto dei suoi comportamente ed il contatto fisico con lui mi mette a disagio.

Con un sorriso forzato ascolto i discorsi dei ragazzi, cenando con loro sino a sera dove ci abbandoniamo al sonno ogniuno nel proprio letto.


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