Cena Tutti Insieme pt.1

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A volte un cuore spezzato batte più forte di mille cuore messi assieme..

‘Kelsey, mi passeresti il sale?’ le chiese Harry, con un sorriso stampato in faccia. Cretino, lo fai apposta è? La vuoi morta per caso?

Lei glielo passò, senza dire niente, soltanto sorridendo e poi portò lo sguardo su di me. Non so se era uno sguardo per ringraziarmi, o uno sguardo per dirmi che mi avrebbe ammazzato al lavoro, o uno sguardo in cui mi chiedeva aiuto, ma non saprei dirvi per cosa di preciso.

‘Hm-mm. Dunque zio Jay, non fai nessuno sport tu?’ chiesi io, facendo sì, che il silenzio se ne andò via dalla stanza, insieme all’imbarazzo.

‘No. Qualche volta organizziamo dei calcetti, ma non lo ritengo uno sport..’ mi rispose lui, per poi sorridermi. Dio, era tutto mio padre..

‘Bhe, almeno fai qualcosa a  parte che servire dei cocktail!’ dissi io, provocando una sua risata, e una pedata da parte di mio zio Simon, da sotto il tavolo. Io lo guardai e cercai di capire il perché lo avevo fatto.

‘Ti sembra che piegare magliette sia meglio?’ mi disse infine, vedendo che non avevo capito.

‘Ehi, non c’è niente di male nel farlo!’ si intromise Kelsey. Che tenera.

‘Non ho detto questo, ho solo detto che barista e ragazza che vende indumenti, è praticamente la stessa cosa..’ si difese mio zio. Io lo guardai cercando di fargli capire che il suo ragionamento non era affatto uguale. Okay che lui faceva un lavoro che magari gli piaceva e non doveva nemmeno fare cose che invece io, Kelsey e zio Jay facevamo, però è come se ci stesse trattando da.. poveracci.

‘Bhe zio, non so dove tu voglia arrivare, ma la puoi anche smettere.’ Dissi fredda, per poi tornare a mangiare.

‘Sei proprio tutta Annabelle quando ti arrabbi..’ si fece scappare, quasi come un sussurro, per poi tornare zitto.

‘Sempre meglio Annabelle, invece che Victor!’ disse Jay. In effetti aveva ragione, mio padre quando si arrabbiava era sempre peggio di mia mamma! Almeno, per quanto mi ricordi.

‘Bhe Annabelle quando iniziava ad urlare e a lanciare cose, fidati che se non uscivi di casa in tempo, anche se non avevi fatto niente, se la prendeva anche con te!’ disse zio Simon, per poi accennare una risata.

Sembrava proprio la stessa di mia mamma..

‘Almeno lei era una femmina, Victor se la prendeva sempre con me e usando la scusa che eravamo due maschi, mi picchiava con tutta la forza che aveva, ovviamente poi si scusava, però me le ha sempre date di santa ragione, anche se io non facevo niente.. sembravamo sempre due lottatori di Wrestling!’ aggiunse zio Jay, per poi mettersi a ridere insieme a zio Simon.

Li altri sorridevano e assistevano alla loro chiacchierata, mentre io continuavo a mangiare e a tenere lo sguardo basso. Si, dopo tutti questi anni comunque, sentire parlare di mamma e papà, mi fa pensare a tutte le cose che ho passato insieme a loro e mi rattristisco in pochi minuti.

‘Scusate, chi sono Annabelle e Victor?’ chiese Kelsey, rivolgendosi a tutto il tavolo. Io alzai lo sguardo e la guardai, mentre lei smise di sorridermi, quando incontrò il mio sguardo. Cos’è? Trasmettevo tristezza con un solo sguardo?

Mi toccai la faccia e sentii le guance bagnate. Mi pulii con un mano e poi la portai davanti alla mia faccia, iniziando a toccare il liquido salato con il pollice. È impossibile, come mi erano scese queste lacrime? Io non me n’ero neanche accorta! Subito mi asciugai tutti e due gli occhi e chiusi più volte le palpebre velocemente, per poi darmi un piccolo schiaffetto sulla faccia. Non qui, non ora. Se devi piangere aspetta. Era questa la frase che mi ripetevo nella mente.

Intrecci Del Destino di Carlotta CorviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora