Aggiudicata

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‘Sei bellissima.’ Mi disse timidamente Nathan, quando io aprii la porta di casa, salutando Meredith.

‘Se sono bellissima con un paio di jeans, una canottiera e un giubbottino di pelle, allora la prossima volta verrò in pigiama!’ dissi facendolo ridere, per poi salire in macchina.

‘Cosa voleva tuo zio?’ mi chiese, mentre eravamo sulla strada del ristorante.

‘Niente di che, voleva solo fare una pausa dal lavoro, e io ero la sua scusa .’ dissi sorridendogli. ‘Comunque mi ha fatto vedere l’edificio dove lavora, è stupendo. Ti porterò un giorno!’ continuai.

‘Certo, ci vai tu dal mio capo a parlargli?’ mi rispose, ridendo.

‘A proposito di capi, domani devo andare nel bar che fa angolo, a due isolati del tuo, il Drink Tea. Ho notato che hanno bisogno di personale, quindi..’ dissi, ripensando al volantino che avevo visto appeso alla vetrina.

‘Non credo che tuo zio te lo lasci fare..’ mi rispose Nathan, sincero.

‘Lo so, ma son dettagli. Voglio guadagnarmi i soldi, e nessuno me lo impedirà!’ dissi, seria, con una faccia da bambina, così da far ridere Nathan.

Lui parcheggiò la macchina, e io non capii dov’eravamo, finchè non voltai lo sguardo e vidi la scritta Floridita. Era uno dei ristorando più chic di Londra. Aveva uno stile più che altro cubano e le loro aragoste erano conosciute in tutte l’Inghilterra! Subito scesi dalla macchina, avvicinandomi a Nathan. Lo guardai, e un sorriso a quarantadue denti si posò sul mio viso. Ero felicissima di essere lì, anche se a me andava benissimo anche andare al Mc Donalds, voglio dire, con Nathan io sto bene, basta che ci sia lui con me, e tutto quello che viene attorno non mi interessa.

‘Giuro che sei unico.’ Dissi, prima di abbracciarlo e poi lasciarli un piccolo bacio stampo, per poi abbassarmi,  dal momento in cui lui, era alto più di me.

Prima di attraversare il parcheggio per arrivare davanti al ristorante, e mettersi in fila, il che significava, notando la lunghezza, almeno un’oretta di fila, Nathan mi prese la mano e io la strinsi, guardandolo sorridendogli. Ce la potevamo fare secondo me.  Io e Nathan potevamo stare insieme, come una vera coppia. Mi fidavo di lui, e lui si fidava di me, ne ero sicura! Arrivati davanti all’ultimo della fila, mi bloccai.

‘Che fai?’ mi chiese Nathan, sorridendomi.

Io mi guardai intorno e con le mani indicai la fila. ‘Mi metto in fila?’ chiesi io perplessa.

Lui mi tirò, passando davanti a tutte le persone in fila, e una volta arrivati davanti all’entrata, parlò con un omone vestito di nero, più che un bodyguard, sembrava uno dell’FBI. Decisi di non fare domande a Nathan, ma di godermi questa serata al meglio. Ci misero in un tavolo vicino ad un acquario, e io iniziai a guardare tutti i pesci. Ce ne erano a milioni, e l’acquario se si rompeva, con tutta l’acqua che aveva dentro, avrebbe fatto diventare questo ristorante una piscina, ne ero sicura! Dopo aver guardato un po’ i pesci, mi voltai e mi misi seduta meglio, per poi prendere in mano il menù, e iniziare a guardarlo.

‘Cosa prendi tu?’ chiesi riferendomi a Nathan.

‘Non lo so, è la prima volta che vengo qua, ma mia mamma mi ha detto che l’aragosta è d’obbligo mangiarla..’ mi rispose lui, senza distogliere lo sguardo dal menù, come avevo fatto io.

‘Bene allora io prenderò l’aragosta.’ Dissi decisa, poggiando il menù davanti a me. ‘Con la coca!’ conclusi.

Lui alzò lo sguardo verso di me, e mi sorrise. ‘Sei pazza tu..’ accennò. ‘Ma lo sono anch’io. Quindi vada per due aragoste con la coca!’ disse, chiudendo il menù, e facendo proprio quello che avevo fatto io.

Intrecci Del Destino di Carlotta CorviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora