‘Sono passato a salutare la mia fidanzata..?’ mi chiese lui, facendosi scappare una risata. Io gli sorrisi.
‘Hai ragione, scusami, sono un po’ stanca e mi sta anche venendo il mal di testa.’ Dissi io, aprendo di più la porta e facendolo passare. Proprio in quel momento si sentì la risata di Paul, molto simile a quella di Harry, o comunque sembrava una risata da ragazzo giovane. E con questo non sto dicendo che Paul sia vecchio, oh al diavolo io e quando cominciò a parlare da sola!
‘Ho disturbato qualcosa?’ mi chiese Nathan subito, cambiando espressione. ‘Io non ci voglio credere Sarah, davvero sei una cosa pazzesca! Avevamo appena fatto pace, cosa diavolo ti passa per la testa?’ mi chiese deluso. Ma che diavolo ha capito questo qua? ‘Ciao.’ Disse per poi uscire da casa mia. Io, io e io idiota che non sono riuscita a dire niente. Corsi in salotto, recuperai il telefono e le chiavi della macchina e uscii, dicendo un lontano “vado da Nathan” che spero abbiano sentito.
Salii in macchina e uscii dal cortile, per poi continuare a tenere una velocità costante, superando tutte le macchine che si mettevano in mezzo al mio percorso. Ero arrabbiata, delusa, triste e incredula di quello che era appena successo. In testa avevo solo una persona che volevo vedere. E ovviamente quella persona era Nathan, solo che mi ritrovai davanti alla casa sbagliata. Spensi il motore e presi un lungo respiro. Se sono finita qui, un motivo ci sarà o no? Scesi, controllai se c’era qualche macchina e attraversai correndo, anche se una macchina mi stava puntando i fari addosso. Suonai il campanello e aspettai che qualcuno venisse ad aprirmi.
‘Ciao Sarah, che ci fai qui?’ mi chiese il moro, dopo avermi fatto entrare nella loro casa calda e accogliente.
Mi sedetti sul terzo gradino delle scale e misi i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani, mentre cercavo di capire il perché mi trovavo lì, al posto che a casa di Nathan. Cercavo di capire perché diamine non avevo detto a Nathan di non preoccuparsi, o perché diamine non l’avevo fermato quando stava uscendo da casa mia. ‘Come dici scusa?’ mi rivolsi verso Zayn che credo mi abbia chiesto qualcosa.
‘È successo qualcosa?’ mi chiese lui, con tono preoccupato. Continuai a guardarlo, senza trovare una risposta giusta, poi mi portai una mano sulla tempia e iniziai a massaggiare. Il mal di testa si stava intensificando.
‘Zayn chi era alla porta?’ urlò qualcuno credo da una stanza non tanto distante da noi. Io lo guardai come supplicandolo di non dire niente.
‘N-nessuno, avevano sbagliato..’ rispose il moro un po’ titubante.
‘Certo che potevi trovare una scusa migliore è, Zayn!’ dissi io, cercando di non mettermi a ridere. ‘Quanti giorni capita che una persona suona alla vostra porta e poi dice di aver sbagliato?’ aggiunsi per fargli capire a cosa mi riferivo prima. ‘Comunque la risposta alla tua domanda è che non so perché sono venuta qui e sì, è successo qualcosa, ma niente di grave, niente che possa interessare a te o ai ragazzi..’ dissi alzandomi dagli scalini e avvicinandomi alla porta. ‘Quindi forse se me ne vado è meglio..’
‘No-‘ disse bloccando la porta che stavo per aprire. ‘Puoi restare un po’ se vuoi.. sappiamo che Simon è in America per una settimana e quindi significa che non hai orari di coprifuoco e a noi piace la tua compagnia. L’altra volta te ne sei andata così, questa volta, non so, potresti rimanere.. che ne dici?’ mi chiese, appoggiando involontariamente la sua mano sulla mia spalla. Sorrisi al gesto e cedetti.
‘Massi, perché no..’ dissi togliendo la mano dalla porta, non proprio sicura della mia decisione. ‘E comunque, una specie di coprifuoco ce l’avrei. Sai, Paul ha ricevuto ordini da mio zio di tenermi d’occhio..’ dissi ridendo.
‘Paul? Il nostro Paul? Paul il bodyguard?’ mi chiese lui sbalordito. Io annuii ridendo. Arrivammo davanti al salotto e i ragazzi si voltarono subito tutti a guardare me e Zayn ridere.
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Intrecci Del Destino di Carlotta Corvi
Fiksi PenggemarQuesta storia è stata scritta da Carlotta Corvi. "Avete mai pensato che, per un qualsiasi motivo, sareste mai andate a vivere a casa di Simon Cowell?" All rights reserved to Carlotta Corvi