Something happened

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Something happened.

‘E dai, staccati!’ dissi, cercando di togliermi le mani di zio Jay da dosso. Lui strinse ancora di più la presa e iniziò a fare dei versi come se fosse un cucciolo di cane. Lo guardai dolcemente e decisi di ricambiare l’abbraccio. Ormai era diventato come un migliore amico, un fratello per me. Che quasi mi ero dimenticata della sua malattia, anche se lui continuava a parlare come se la sua vita fosse già stata scritta. Di certo la cura contro il cancro non l’hanno ancora inventata, ma non significa che debbano per forza tutti morire, anche perché non è così. Quindi non vedo perché lui non possa essere uno dei sopravvissuti.

‘Forza bambini, dobbiamo andare!’ urlò zio Simon, dall’ingresso. Mi alzai e cercai di camminare normalmente, ma per colpa delle braccia di zio Jay intorno al mio bacino, era diventata più un attenta a dove metti i piedi al posto che una camminata normale. Recuperai la giacca di jeans e me la misi e finalmente mi liberai di zio Jay e andai nei posti dietro nella macchina di zio Simon.

I ragazzi ci avevano invitato a casa loro per un barbecue della domenica. Zio Simon essendo libero accettò. Mi dispiaceva un po’ lasciare Meredith a casa da sola, ma l’idea che avrei rivisto Harry era più grande di qualsiasi altro sentimento. Da quando è tornato ci vediamo praticamente tre o quattro volte alla settimana se va bene. Non è niente di ufficiale, anche perché non volevamo complicarci la vita. Però insomma io mi sto divertendo anche tenendo tutto allo scuro.

Una volta arrivati, scesero tutti tranne me. ‘Oh ma che bello scherzone, chiudiamo Sarah dentro la macchina e facciamo finta di essercela dimenticati!’ urlai, continuando a battere le mani contro il finestrino. ‘Ma sai cosa? Ascolterò un po’ la musica, perché stare in macchina non è poi così male!’ aggiunsi. Vidi dallo specchietto retrovisore che non si voltarono, allora scavalcai i sedili e dovetti aprire la macchina a mio modo. No, nessun finestrino rotto, solo che c’era un pulsante per poterla aprire dall’interno e così feci. Una volta scesa cercai di recuperarli. Entrambi stavano ridendo come se niente fosse. ‘Non ma tranquilli fate pure!’ dissi mettendomi in mezzo a loro e spingendoli. Arrivammo davanti alla porta e aspettammo qualcuno che ci aprisse. Ovviamente fu Niall, che salutò i miei zii e se ne fregò di me. Ma questo solo perché io entrai senza farmi vedere. La casa non era piena, non era una festa aperta a tutti. C’erano solo alcuni amici dei ragazzi e noi. E ovviamente anche le varie fidanzate. 

Dato che sapevo già la strada, mi recai davanti alla porta finestra che dava sul giardino dietro casa, dove avremmo mangiato e dove saremmo stati per il resto del giorno. Sentii qualcuno correre dietro di me e quando mi voltai, vidi zio Jay che mi stava venendo addosso. Ti prego, è tutto il giorno che fa così, almeno qua no! Aprii velocemente  la porta finestra e corsi giù per i tre scalini, sperando di non imborsarmi, dopo di che iniziai a correre verso il resto dei ragazzi, ma quando mi voltai, vidi che zio Jay era vicinissimo e ci mise poco a stringere le sue braccia intorno al mio bacino. L’equilibrio ormai l’avevo perso e così anche lui.

Cademmo entrambi come due sacchi di patate sul prato e tutti iniziarono a ridere.

‘Non mi lasciare solo!’ disse zio Jay con la vocina da bambino. ‘Ci sono tanti mostri in questo mondo.’ Aggiunse, tenendomi ancora stretta fra sé. Mentre ridevo cercavo di liberarmi dalla sua presa, ma non ce la feci e quindi cercai di farlo rotolare per poter andare sopra di lui e ce la feci.

‘Lasciami, ti prego.’ Dissi, supplicando, ridendo. ‘Giuro che starò con te tutta la sera, ma ti prego, lasciami, non respiro!’ dissi ancora, cercando di slegare la sua braccia sulla mia schiena. Lui sorrise e mi lasciò andare. Mi rialzai e mi misi a posto la maglietta dopo di che mi voltai verso gli altri. ‘Ah ma ci siete proprio tutti!’ dissi. Rivolgendomi ai Five Secondo of Summer e a Ed Sheeran. Guardai poi le ragazze e riconobbi Perrie e Eleanor che entrambe mi sorrisero.

Intrecci Del Destino di Carlotta CorviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora