Capitolo 15

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Parigi, Francia
17 Aprile 2017

Quasi un anno.
Quasi un anno da quando siamo scappati dagli Stati Uniti, quasi un anno da quando hanno arrestato Harry.
In un anno, purtroppo o per fortuna, non sono successe poi così tante cose, abbiamo fatto quello che avevamo deciso di fare: niente di niente. Abbiamo aspettato che le acque si calmassero, che la gente si dimenticasse i nostri volti, che la notizia dei famosi criminali in fuga non fosse fresca.
Ora basta.
Nel mondo cristiano è un periodo festivo, ieri era pasqua, nessuno pensa a noi, non oggi, almeno è quello che speriamo.

-È ora di salpare ragazzi-
Tengo le mani incrociate al petto, proteggendomi dal vento freddo che mi si scaglia sulla pelle.
Guardo Julia e Liam, quando lei è rimasta incinta, 5 mesi fa, si sono sentiti terribilmente in colpa nei nostri confronti, ma va bene così, sono felice di aver trovato un pretesto per non farli tornare in quella gabbia di matti che è l'America.
Nonostante il bambino in grembo però, non hanno esitato ad aiutarci in altri modi: Liam conosce un ragazzo, il nipote di un commerciante di armi inglese, vissuto per metà della sua vita in America e trasferitosi in Francia per sfuggire alle autorità, il suo nome è Emmanuel, ha circa la nostra età e da quel che ho capito deve un favore a Liam, quando gli ho chiesto che cosa questo favore riguardasse ha risposto -se non lo sai, avrai meno cose su cui mentire in tribunale-. Liam non è mai stato molto incoraggiante.

-Sei sicura che non dobbiamo venire?-
-Julia, pensa al bambino ok? Io e Niall ce la caveremo, ce la siamo sempre cavata- le sorrido, sapendo che questo affare è più grande di noi. Non sono sicura che torneremo, non sono neanche sicura che se mi prendessero accetterei di andare in prigione. Non so cosa farei, ma non voglio pensarci.
-È ora di andare ragazzi- Emmanuel ci richiama, con quel suo buffo accento parigino.

-Ti voglio bene, non dimenticarlo ok?- prendo un respiro profondo, poi mi abbasso e sussurro sulla sua pancia -Ciao piccola guerriera, voglio tanto bene anche a te, prenditi cura di mamma e papà- e le stampo un bacio, con gli occhi chiusi.
Mi rialzo e abbraccio Julia per qualche secondo, respirando a fondo il suo profumo.
-Prendi Harry e torna qua, non fare stronzate, quando vorrete Emmanuel vi riporterà-
Annuisco e mi avvicino a Liam.
Lo stringo fra le mie braccia e lo saluto, quando sto per staccarmi mi ferma sbiascicando poche parole, che credo siano -Voglio che torniate tutti e tre, mia figlia deve conoscere la sua famiglia al completo-

Aspetto che Niall li saluti, Liam dice qualcosa anche a lui, poi saliamo sull'imbarcazione e partiamo.

Il viaggio e il dormitorio non sono decisamente dei migliori, la compagnia dei topi non era nel depliant illustrativo della crociera, ma ci accontentiamo.

-Scusate per l'igiene, ma è il meglio che ho potuto trovare- Sorride imbarazzato Emmanuel, prima di chiudersi la porta cigolante della stanzetta buia alle spalle.
Ci giriamo vagamente inorriditi: quattro cuscini e due coperte di plaid sono appoggiati su un materassino matrimoniale da campeggio, la luce fredda illumina la stanza a malapena e l'oblò della cabina è sporco e graffiato, sembra ci abbiamo tenuto dei carcerati qui dentro.

-Madame, suit Luna di miele- Scherza Niall.
Ridacchio guardandolo: la barba leggermente lunga e i capelli castani, non più tinti di biondo, gli danno un'aria più adulta, entrambi abbiamo dovuto cambiarci almeno un po', per non rischiare, anche se penso che con quegli occhioni azzurri lo riconoscerebbero anche su Marte.
-Che c'è?- scuoto la testa alla sua domanda.
-Ti guardo, non posso?-

Non risponde, lasciando passare qualche secondo, si siede sul materassino, lo affianco.

-Hai paura?- La sua voce rompe la cantilena delle onde che si infrangono sulla parete della nave.
-Si-
-Anche io-

Mi giro verso di lui, mi prendo un momento per studiare il suo viso, la mascella, la guance tonde, le gote rosse a macchiare la pelle bianchissima, la barba castana come i capelli, le labbra fini, le ciglia lunghe.

Le lacrime mi si accumulano agli angoli degli occhi, il naso mi pizzica e il cuore mi batte a mille.

-Ho davvero tanta paura sta volta- Ripeto, come fosse una sorpresa.
Ancora non mi ha guardata, ha lo sguardo fisso su un punto davanti a se, ma allunga un braccio dietro la mia schiena e mi tira vicino a lui, lasciandomi un bacio sulla testa mentre chiudo gli occhi.
-Niall io non voglio andare in prigione-
-Lo so, faremo il possibile per non finirci-
-No io- tiro su con il naso, non alzando lo sguardo per incontrare il suo, per non vedere la sua reazione -intendevo che se arriveremo al punto in cui saremo spalle al muro, se mi obbligassero ad arrendermi io non... io non andrò in prigione Niall, in un modo o nell'altro, non farò quella fine-

Lo sento deglutire, ma non risponde.

-Niall promettimi- reprimo un singhiozzo -promettimi che se arriverò a quel punto ma non avrò le possibilità di farla finita lo farai tu per me-
-Shell...-
-Promettimelo Niall, ti prego, io non posso fare quella fine, non ho neanche 25 anni, finirei la mia vita dentro una cella, non posso Niall-
-Ce la faremo-

Lascio perdere, so che non è un argomento facile per lui, non lo è neanche per me.

Mi stendo a pancia in su e lui fa lo stesso.

-Quando scenderemo da questa nave non avremo neanche un minuto per pensare ad altro lo sai, vero?- Mi chiede dopo un po'.
-Si certo che lo so, Harry è mio fratello, lo faccio per lui e-
-Mishell- mi ferma -Voglio fare l'amore con te-
Mi si blocca il respiro in gola.
-L'amore- sussurro -Sicuro sia la parola giusta-
Si gira, mettendosi su di me, con le braccia sul materassino per sorreggersi.
-Come preferisci che dica? Vuoi che ti dica scopare? Ti sentiresti meglio? Perché entrambi sappiamo che quello che facciamo noi non è solo sesso-

Deglutisco, guardando per un po' da sotto, poi spingo il viso verso il suo e lo bacio.
Ha ragione, ha ragione su tutto, sempre.
Perché è vero, una volta uscito da qui non avremo un secondo per pensare ad altro ed è vero anche che quello che facciamo noi non è "scopare", è molto di più.

Ci giriamo, di modo che io sia sopra di lui, stesa, mi accarezza una guancia con una mano, non ci stacchiamo per un secondo dal bacio.
Nei nostri gesti, nelle nostre azioni, c'è paura, angoscia, strazio, collera, siamo trascinati l'uno dall'altra, intimoriti da ciò che succederà quando tutto questo sará finito, quando la notte sarà passata e questa nave attraccherà in America, perché questa stanza fa schifo, non c'è neanche un letto e la luce è praticamente inesistente ma uscito da qui, messo piede fuori da questo posto, tutto ciò che ci lasceremo alle spalle ci sembrerà il paradiso.

Preme la fronte sulla mia, con gli occhi chiusi, mentre da sotto la coperta infeltrita inizia a spogliarsi, per poi spogliare me.
Passo le mani su tutto il suo torace, poi sul collo, i fianchi, poi lo bacio ancora e ancora, mentre lui mi sposta il tessuto delle mutande da un lato e io apro le gambe mettendole intorno ai suoi fianchi.

Non ci chiediamo neanche se stiamo sbagliando, perché sappiamo a cosa stiamo andando incontro, e sappiamo che questi potrebbero essere gli ultimi attimi di felicità, e lui lo sa che neanche deve chiedermi il permesso, ma con gli occhi lo fa, mentre prende in una mano la sua lunghezza e la posiziona sotto di me, per indirizzarmi mentre scendo su di lui prima lentamente e poi più veloce.
E non pensiamo neanche per un secondo ad una protezione da usare, ne a nient'altro, perché qualunque siano le conseguenze, va bene così.

Si gira di nuovo, in modo da mettersi ancora su di me, così da non farmi stancare ancora.
Stringo le gambe intorno alla sua schiena, per avvicinarlo a me il più possibile, mentre iniziò a respirare molto pesante, ansimando insieme a lui.
-Porca troia- sussurra.
Mi chiudo la bocca con una mano evitando di fare versi osceni quando lui da una spinta più forte delle altre, ma Niall me la toglie, spingendo sempre di più.

-Shell, tesoro- ansima -Non ti sente nessuno in questa nave di merda ok? Siamo in mezzo al nulla, urla porca puttana, urla per me piccola-

Neanche rifletto sulle sue parole, faccio solo quello che dice, e mi lascio andare, non trattenendo alcun suono.

-Niall- biascico, prima di venire intorno a lui, indurendo tutti i muscoli del mio corpo.
-Shell sto per..- tolgo le gambe da intorno alla sua schiena, così che si possa togliere da dentro di me e venire sul materassino.

Cade di fianco a me, chiudendo gli occhi con il fiato pesante.

-Poi glielo spieghi tu si francesi perché c'è quella roba sul loro letto- Rido.

Mi accovaccio su di lui, stringendogli il petto con le braccia, e prima di addormentarmi, sono quasi certa di sentirlo dire -Ti amo-

Mine||N.H. (The Secret's sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora