Capitolo 2

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Arrivato al lavoro dopo il solito giro di saluti andò a sedersi alla sua scrivania pronto a continuare il lavoro iniziato in precedenza.
Aveva letto già più di metà delle bozze che i suoi amici gli avevano proposto ed inutile dire che se ne era perdutamente innamorato.
Oggi aveva intenzione di finirle così sarebbe riuscito a vedere i suoi amici il più presto possibile, dovevano ancora scegliere un titolo che andasse a bene a tutti e quattro e scegliere uno dei tanti disegni di Zayn per la copertina, ma appena provava a leggere il suo cervello volava da tutt'altra parte. Non riusciva a smettere di pensare a quegli occhi verdi e non appena lo faceva un senso di angoscia gli attanagliava lo stomaco e gli impediva di continuare a pensare razionalmente.

Odiava sentirsi così. Aveva bisogno di vederlo, di sapere che stava bene, di vederlo sorridere, di sentire il suono della sua risata.

Perché non lo faceva mai? Perché non sorrideva? Perché teneva sempre gli occhi bassi? Perché il mondo lo spaventava così tanto?
Cosa gli avevano fatto?

Era così dolce, sensibile e bellissimo, perché non si accorgeva di quanto valeva?

È incredibile quello che provava ogni volta in cui lo vedeva, il modo in cui il suo cuore iniziava ad accelerare, la testa che girava, le farfalle nello stomaco e il suo sguardo che per un istante si incatenava con quello di Harry, con i suoi occhi che sembravano chiedergli aiuto.

"Cosa c'è che non va Harry? Cosa posso fare?"

Queste due domande continuavano a tormentargli la mente e si sforzava in tutti i modi di trovare una risposta ma non ci riusciva.
Se soltanto avesse potuto vederlo oggi glielo avrebbe chiesto, lo avrebbe fatto, ma Harry non c'era e lui non aveva idea di dove sarebbe potuto essere, continuava a sperare che stesse bene anche se non ne era per niente convinto.

Dopo intere ore passate a cercare di leggere decise di prendersi una pausa, era già ora di pranzo e anche se non aveva molta fame uscì per prendere un po' d'aria.

Voleva tornare da Starbucks.
Voleva chiedere a qualcuno che lavorasse lì come mai lui non ci fosse.
Voleva vederlo ma non poteva.

Alla fine decise di non andare da nessuna parte, sarebbe stato un po' strano andare lì e chiedere di Harry, non lo conosceva e non poteva preoccuparsi così tanto.
Prima di entrare chiamó la sua mamma, non la vedeva da tanto tempo e aspettava le vacanze di Natale per poterla finalmente riabbracciare.

"Ciao mamma"

"Hey boobear tutto bene?"

"Mamma quante volte ti ho detto di non chiamarmi così?"

Per Louis era incredibilmente imbarazzante che a 21 anni lo chiamasse ancora in quel modo ma infondo ormai si era affezionato a quel nomignolo che la sua mamma gli aveva dato quando era piccolo.

"Scusa amore, sai che non lo faccio apposta, sono abituata a chiamarti così e comunque sei ancora il mio bambino, non credere di poter scappare dalle mie coccole appena torni a casa"

Amava sua madre, era la donna più dolce del mondo e anche se non lo avrebbe mai ammesso gli mancavano da morire le sue coccole, il modo in cui lo abbracciava quando da piccolo aveva paura, il suo bacio della buonanotte e tutti i consigli che solo una mamma può dare.

"D'accordo mamma, vedró cosa posso fare per nascondermi da te e dai tuoi abbracci da koala.
Come stanno le pesti?"

"Oh bene, stanno bene.
Lottie e Fizzy stanno organizzando qualcosa per il tuo ritorno, lo progettano da più di un mese e non voglio rovinargli la sorpresa.
Daisy e Phoebe mi chiedono ogni giorno di te, gli manchi tanto.
E i piccolini mangiano, dormono e sporcano praticamente tutto il giorno." -rise divertita e Louis con lei

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